Ecco chi è San Nonnoso sul Monte Soratte
di Mariella Lentini
–
“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)
Secondo la leggenda e la tradizione Nonnoso, vissuto nel VI secolo, è originario di Sant’Oreste, un paese laziale in provincia di Roma. In questo territorio, a destra del fiume Tevere, si trova il Monte Soratte, alto 691 metri. Nonnoso, descritto come un uomo umile e mite, su questa vetta, in un convento, trova il posto ideale per pregare e lavorare, seguendo l’insegnamento di San Benedetto. Diventato monaco sotto la guida di un abate dal carattere irascibile, Nonnoso viene ricordato soprattutto per alcuni suoi miracoli. Accanto al convento manca il terreno dove poter coltivare gli ortaggi, necessari ai monaci per procurarsi il cibo. Ci sarebbe un’area ideale a questo scopo, ma un enorme masso occupa tutto lo spazio. Nonnoso prega tutta la notte e il mattino seguente il grande masso, che nemmeno cento buoi sarebbero riusciti a smuovere, non c’è più. I monaci lo ritrovano, poi, in un altro luogo, adagiato su due spuntoni di roccia, dove ancora adesso è possibile ammirarlo.
Un altro miracolo avviene quando Nonnoso fa cadere per terra, frantumandola, una preziosa lampada di vetro. Intimorito dalla collerica reazione del suo abate, Nonnoso cerca di rimediare. Prega tanto il Signore, nel quale ripone ogni fiducia e speranza: prodigiosamente i vetri si ricompongono e la lampada è di nuovo integra. Il terzo miracolo di cui si ha notizia è quello dell’olio. La raccolta delle olive dei monaci è scarsa e i frutti non bastano a rifornire il convento dell’olio per condire le pietanze. Allora l’abate, risoluto, con fermezza ordina ai monaci di andare a lavorare per i contadini delle campagne circostanti in cambio di olio. Nonnoso, con umiltà e gentilezza, cercando le parole più dolci, invita l’abate a ritirare l’ordine dato ai monaci, perché così facendo si sarebbero distratti e avrebbero dedicato meno tempo al raccoglimento e alla preghiera. Nonnoso, intenzionato a chiedere a Dio di intervenire con la sua mano provvidenziale, suggerisce ai monaci di mettere in ogni recipiente un po’ di olio spremuto dalle poche olive raccolte. Il monaco non dorme e per tutta la notte prega con fervore Dio di venire in suo aiuto. Il mattino seguente i recipienti sono colmi d’olio. Nonnoso muore in un anno imprecisato del VI secolo e viene invocato contro le malattie dei reni.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”