Quei docenti e ATA coraggiosi che si oppongono al Green Pass

Quei docenti e ATA coraggiosi che si oppongono al Green Pass

“GREEN PASS COME TESSERA FASCISTA. SE OBBLIGATORIO MI DIMETTO DA UNIVERSITÀ”

A cura di Angelica La Rosa

Ha il green pass ed ha anche completato il ciclo vaccinale, ma non accetta l’idea che dal primo settembre chi non ha il certificato verde non potrà più insegnare all’università.

Il professor Andrea Camperio Ciani, ordinario di Etologia, Psicobiologia e Psicologia evoluzionistica al Fisppa (dipartimento di Filosofia sociologia pedagogia e psicologia applicata) dell’Università degli studi di Padova, è disposto a stracciare il suo certificato verde e a farsi licenziare.

Anche nelle scuole secondarie monta la polemica. Sono decine di migliaia gli insegnanti che non accettano il passaporto verde e sono pronti a contrastarlo con ogni mezzo lecito.

Intanto vi proponiamo di seguito la lettera che ha inviato il professor Andrea Camperio Ciani al Rettore della sua Università e, per conoscenza, al Ministro dell’Università e della Ricerca Maria Cristina Messa ed al Ministro della Salute Roberto Speranza. 

LETTERA DEL PROFESSOR ANDREA CAMPERIO CIANI

Collega Rettore,
(non uso superlativi per ciò che segue),

io sottoscritto prof. Andrea Camperio Ciani, professore ordinario di codesta libera Università degli studi di Padova, avendo appreso dal decreto rettorale dell’obbligatorieta’ della tessera green pass per svolgere lezioni , dichiaro formalmente, a lei, e per conoscenza al ministro della università Messa ed al ministro della sanità Speranza, che avrò l’onore e la dignità di rimettere davanti a lei in mio green pass, accettando la sua dimissione dall’ insegnamento dei miei corsi di evolutionary psycology, genes mind and social behavior,e animal and human behavior, e la radiazione della mia cattedra di insegnamento quale professore ordinario, e sospensione dell’intero stipendio. Io mi prendo la responsabilità di ciò ‘ che affermo, e aspetto il suo decreto di radiazione da codesta Università di Padova.

Sottolineo che in una università libera quale credevo fosse, l’appartenenza a tessere di partito, fasciste o di green pass fossero avulse, dato lo spirito libertario e democratico che credevo ci appartenesse. Sono fiero pronipote del prof. Costanzo Zenoni, che rinunciò alla cattedra di Anatomia all’Universita’ di Milano per non aderire al partito fascista. Antenati patrioti, eroi,e pensatori, mi avevano illuso che l’universita’ avesse appreso principi di libertà e democrazia, vedo che così non e’ e me ne assumo le responsabilità.

Mi rifaccio al patto sociale di Hobbs, che più di trecento anni fa, sanciva quanta liberta’ il cittadino dovesse abdicare allo stato e quanta tenersela, dichiaro che in nome della libertà,’ individuale, per tutti i no vax che non condivido, ma tollero, insieme a testimoni di Geova, ed ai timorosi, o male informati, ritengo che discriminarli sia opera liberticida ed oscurantista. Sono quindi fiero di rimetterle il mio mandato ed attendo il suo decreto di licenziamento.

Viva la libertà, qualunque essa sia…

In fede, Prof. Andrea Camperio Ciani

*

LETTERA AL RETTORE DI PADOVA

“Chiarissimo Professor Rizzuto,
mi rivolgo a Lei, nella sua qualità di Magnifico Rettore ma anche alla Chiarissima Professoressa Mapelli che a breve le succederà nell’incarico che Lei si appresta a portare a termine.

Ho appreso dai media su Internet che il Professor Andrea Camperio Ciani, ordinario presso il nostro amato Ateneo e che ci legge in copia, Le ha scritto ufficialmente palesando fermamente il suo rifiuto nei confronti del cosidetto “Green Pass”.

Ho letto la lettera che Le è stata inviata dal Professor Ciani e, personalmente, non posso che ringraziarlo per il coraggio che la sua scelta denota. Non so se rimarrà in servizio presso l’Ateneo Patavino (spero di sì) ma voglio testimoniare pubblicamente la mia gratitudine per l’esempio di amore per la libertà che il professor Ciani mi ha permesso di sperimentare in un momento che io ed altri riteniamo così buio per la Repubblica.

Magnifico Rettore, mi permetto rispettosamente di ricordare, a Lei e alla Chiarissima Professoressa Mapelli, che nel secolo scorso l’Università di Padova ha sperimentato l’infamia per ben due volte.

Che io sappia (e mi scuso in anticipo se sto per commettere un errore), nessun docente di questa nostra Università si è rifiutato di giurare fedeltà al Fascismo. Nessun docente di questa nostra Università si è poi speso in difesa del grande scienziato Bruno Rossi che, da ebreo, dovette lasciare il suo incarico nell’allora Istituto di Fisica, come conseguenza delle scellerate leggi razziali che il nostro Paese si era date.

Il giorno in cui Bruno Rossi lasciò il suo ufficio, come ci ricorda la figlia nelle sue memorie, nessun collega si presentò a salutarlo ma solo il portinaio in lacrime.

Amara ironia della sorte, anche Bruno Rossi aveva giurato fedeltà a quel Regime che lo identificò in seguito come un nemico, un parassita insalubre da eliminare. Un Regime che si sarebbe di sicuro impegnato con zelo per accoppare lui e la sua famiglia se non fossero riusciti a fuggire in America.

Il Regime di allora applicava leggi che nessun tribunale italiano avrebbe avuto il coraggio di contestare e che molti, ahimè, ritenevano “giuste e ragionevoli”. E’ lo scenario che si sta concretizzando adesso e coloro che urlano di più per imporre provvedimenti illiberali sono semplicemente le stesse persone che all’inizio hanno preso sotto gamba il problema.

Possiamo trarre delle lezioni da tutto questo.

Nessuno è mai al sicuro dal Potere se il Potere, per qualsiasi motivo, lo prende a bersaglio. Molti di coloro che credevano di essere “in regola” hanno dovuto ricredersi quando il Leviatano ha mostrato il suo vero volto e li ha braccati a causa di un commento ritenuto improprio, di una critica detta a mezza voce pensando di non essere sentiti, di non essere scattati abbastanza velocemente quando gli era stato detto di farlo.

Già adesso si legge di infermieri e medici che aspettano il ricovero di un paziente “no-vax” per prendersi la soddisfazione di “sbagliare vena dieci volte”. Se passasse questo orrido principio, cioè che i pazienti in ospedale possono essere seviziati perché sgraditi per qualche motivo al personale medico e infermieristico, allora nessuno sarebbe più al sicuro perché poi sarebbe la volta di un poveretto che da ricoverato si ritrova odiato per quei problemi di obesità che non ha mai avuto la voglia di affrontare, o perché non ha mai smesso di fumare o di bere e così via.

Si parla anche di “zone di contenimento” per i non vaccinati ma una volta erano gli ammalati a finire nei lazzaretti, non il contrario. Le chiamano oggi “zone di contenimento” perchè “campi di prigionia” sarebbe troppo da nazisti: quale limite si ritiene di non poter superare? Quale è la linea sulla sabbia che non può essere attraversata?

Per quanto mi riguarda, considero il Green Pass ributtante e mi sono associato ad un ricorso collettivo per cercare di fermarlo.
E’ molto probabile che non si ottenga nulla, perché la magistratura italiana è in una misura preoccupante composta anche da vigliacchi, corrotti e delinquenti, come ha dimostrato il caso Palamara.

Sarebbe bello poter sapere a priori dove sta il torto e dove la ragione ma questa è prerogativa solo di Dio. Non ci è dato scegliere i tempi in cui vivere ma io preferisco morire piuttosto che vivere strisciando. Per questo motivo e in virtù degli insegnamenti di mia madre e di mia nonna, mi rifiuto nel modo più assoluto di discriminare la carne e il sangue dei miei simili e degli Italiani in “noi e loro”. Non sono un kapò nazista e non intendo diventarlo.

Chiarissimi Professori, temo che le cose peggioreranno e che gli scellerati che ora ci governano mostreranno presto il loro vero volto dopo aver completato la loro personale discesa all’inferno. Allora avrà un’amara sorpresa chi adesso si sfrega le mani perché pensa di essere al sicuro dietro un verde certificato, una terza iniezione o chissà che altro.

Mi è evidente che per il professor Ciani la Tradizione esiste e la memoria del coraggio del suo avo gli impone una scelta altrettanto di principio. E mi è evidente anche che il suo esempio diventerà esso stesso esempio per i suoi discendenti e quindi Tradizione anche per loro.

Ringrazio quindi una volta ancora il professor Ciani per il suo coraggio e la sua dedizione all’Ateneo Patavino, costituendo entrambi per me esempi preziosi.

Ringrazio Lei, Magnifico Rettore, e la Chiarissima Professoressa Mapelli per l’attenzione e auguro a tutti buona fortuna per il futuro. Ne avremo, purtroppo, tutti bisogno.

Cordiali saluti, Costantino Ceoldo.

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