“Sull’immigrazione l’Europa ha lasciato sola l’Italia, ma il problema richiede una risposta globale e chiara”
“IMMIGRAZIONE? L’EMERGENZA NON È DI OGGI, DURA DA DIECI ANNI“: LO AFFERMA IN QUESTA INTERVISTA DON GIANNI DE ROBERTIS, DIRETTORE GENERALE DELLA FONDAZIONE MIGRANTES, ORGANISMO DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA (CEI), ALLA VIGILIA DELLA 107MA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO, CHE SI CELEBRERÀ IL 26 SETTEMBRE PROSSIMO
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Di Bruno Volpe
D. Don Gianni, alcuni politici italiani, dati alla mano, parlano di emergenza migranti…
R. Intanto questa emergenza, se davvero la vogliamo chiamare così, non è di oggi, ma dura da almeno dieci anni. E’ da tempo che questi sfortunati fratelli cercano di arrivare da noi sfuggendo a condizioni impossibili. Ovviamente in estate le condizioni meteo favorevoli e il mare calmo rendono la navigazione meno pericolosa e questo incoraggia le traversate. Il problema è un altro. L’immigrazione è causata dal disastro presente nel mondo, interi Paesi sono alla fame e al collasso. Penso al Libano del quale pochi si occupano, manca tutto, luce, acqua. In fondo i nostri numeri non sono ingestibili.
D. Ma esiste o no una emergenza?
R. L’emergenza non è nel numero, ma nella situazione del pianeta e di alcuni stati africani, che il ricco occidente non ha saputo risolvere. Mentre ad esempio qui parliamo già di terza dose di vaccino, in Africa appena il 4 per cento della popolazione ha ricevuto la prima dose. E’ la dimostrazione concreta di quante chiacchiere diciamo e di quanto sia falso quel proclama aiutiamoli a casa loro.
D. L’Europa tuttavia non fa molto…
R. Assolutamente vero. L’Europa ha lasciato sola l’Italia. Il problema migratorio richiede una risposta globale e chiara dell’istituzione europea, ma questa risposta tarda o non arriva. La ragione è che su questo tema la parola spetta ai governi nazionali che hanno piena sovranità e allora prevalgono gli egoismi, le ragioni particolari e tutto si fa maggiormente complicato.
D. Insomma: è un fatto globale?
R. Come le dicevo, in relazione ai numeri, che pur crescono, non si tratta ancora di emergenza. Tuttavia esiste a livello mondiale una situazione di emergenza che è destinata a causare situazioni complicate. Se il mondo va a fuoco, se si combatte per il cibo e l’acqua, è evidente che tanti fratelli prenderanno il mare per cercare da noi una via di salvezza. Come vedete il problema è globale, non locale.