Esorcista, taumaturgo, salesiano: don Giuseppe Tomaselli continua ad operare oggi!
ECCO CHI È STATO QUESTO SACERDOTE SICILIANO DI VENERATA MEMORIA
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A cura di Angelica La Rosa
Quando morì a Messina nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1989 in molti lo rimpiansero, perché sapevano che era morto un sacerdote straordinario, un eroico prete cattolico che amava Dio con tutto il suo cuore e il prossimo come se stesso.
I funerali furono celebrati dal Vescovo di Messina con la concelebrazione di 60 Sacerdoti. Una marea di fedeli piangevano perché si sentivano orfani.
Stiamo parlando di Don Giuseppe Tomaselli il cui pio trapasso è avvenuto 33 anni or sono ma i cui insegnamenti sono ancora linfa vitale per molti cattolici.
Chi è stato questo sacerdote-taumaturgo salesiano di venerata memoria?
Tanti, attraverso preghiere, associazioni e gruppi, ne chiedono la beatificazione. Durante la sua vita lavorò con grande ardore per la salvezza delle anime e non gradiva i discorsi sdolcinati che anestetizzano le anime. Infatti denunciava in maniera energica le bugie del mondo.
Don Giuseppe Tomaselli nacque a Biancavilla (Catania) il 26 gennaio del 1902 e nel 1916 entrò nella Congregazione Salesiana, fondata cinquantasette anni prima da San Giovanni Bosco. Nel 1926 venne ordinato sacerdote e cominciò il suo lungo ministero, durato quasi 63 anni, durante i quali ha ricoperto vari incarichi: parroco, insegnante, cappellano presso comunità religiose, esorcista ed apostolo della buona stampa cattolica.
Proprio questa attività lo fece conoscere, negli anni, a un numero sempre crescente di lettori, sia in Italia che nel mondo. Scrisse circa 120 libretti cattolici, su varie tematiche, che stampò in milioni di copie (ben 5 milioni) e che diffuse in Italia e all’estero.
Dopo il Concilio Vaticano II rimase fortemente amareggiato dal comportamento di quei preti che distorcendo il significato dei testi conciliari creavano confusione tra i fedeli. Morì nel 1989 in concetto di santità e tra testimonianze di numerose guarigioni e liberazioni avvenuto sia quando era in vita, sia post mortem.
Don Giuseppe Tomaselli aiutava tutti per affrancarli dalla povertà materiale e spirituale e per allontanare Satana dal possesso o dal disturbo. Quando non poteva accorrere per il prossimo spesso il Signore gli consentiva di andare in bilocazione.
“Nell’esercizio del Sacro Ministero mi son trovato davanti a scene dolorosissime”, scrisse in uno dei suoi libretti sulla Volontà di Dio. “Avvenuta una morte… il figlio che bestemmia contro Dio per la fine del padre; una donna che stacca i quadri dalla parete e li calpesta; un altro giura di non andare più in Chiesa e di non voler credere più né a Dio né ai Santi; c’è chi impreca contro la morte ed il destino; qualcuno tenta di suicidarsi… Ma che cosa si guadagna a fare ciò? Nulla!… Forse il morto riacquisterà la vita? Forse il dolore potrà diminuire? La Volontà di Dio si deve compiere, o liberamente o per forza. Dio ci ha creati per la vita eterna e chiama quando vuole. Nessuno è esente dalla morte! Sono morti i Santi ed è morto anche Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. Allorché dunque muore una persona cara si faccia di necessità virtù. Si dica umilmente: Signore, sia fatta la tua volontà!. Quanta gloria a Dio questa uniformità al suo volere! Quanto refrigerio giunge all’anima trapassata con questo atto di rassegnazione! Chi non sa fare la volontà di Dio, sappia che non vuol bene ai suoi morti, perché può e non vuole suffragarli”.
Negli anni sono riuscito a trovare e a leggere quasi tutti gli scritti di don Giuseppe Tomaselli e potrei a lungo citarvi le splendide pagine che ha scritto. Peraltro i suoi libretti vengono ancora stampati e distribuiti (dietro offerta libera) dai suoi figli spirituali riuniti nell’Opera Caritativa Salesiana di Messina (Viale Regina Margherita 27 – 98121 MESSINA). Anche su Facebook un gruppo cerca di farlo conoscere: https://www.facebook.com/groups/553815528312236/
Riporto solo un breve brano tratto dal libretto “I nostri morti – La casa di tutti”, edito nel 1953, per farvi comprendere il suo stile, chiaro ed evangelico.
Raccontando una sua visita al cimitero scriveva don Tomaselli: «Nel Cimitero la menzogna regna sovrana: Tutti i morti sono onesti e caritatevoli. Pare che la morte scelga soltanto i buoni! Ho conosciuto quest’uomo… dalla mente eletta e dal cuore nobile! Ricordo bensì ciò che si diceva alla sua morte: Avrebbe fatto meglio a morire cinquant’anni prima!… Quanti padri di famiglia ha fatto piangere!… A quanti operai ha succhiato il sangue!… Quante prepotenze ed angherie ha fatto!… Prima di spirare colpito da male improvviso, invece di chiamare Dio, disse al servo: La chiave della cassaforte alle figlie femmine! – E cessò di vivere. Il suo corteo funebre fu di primo ordine: ghirlande senza numero e lunghe teorie di automobili. Ora sei qui, nobile signore, in pasto ai vermi! Hai gabbato il mondo, ma non certamente Dio. Avresti fatto meglio ad essere più caritatevole. Le ricchezze ammassate non sono più tue. Quante campagne possedevi! Adesso ti bastano pochi palmi di terra! O infelici ricchi! Siete invidiati dai mondani, ma Gesù ha lanciato contro di voi un “guai” terribile: Guai a voi, o ricchi! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, anziché un ricco entrare in Paradiso!».
Don Tomaselli era anche un sacerdote mariano: “Noi che la onoriamo, specialmente nel mese di Maggio, apparteniamo alla schiera dei figli devoti. Rallegriamoci e lavoriamo per divenire sempre più cari alla Mamma Celeste. Moltiplichiamo i nostri atti di ossequio, diffondiamo la sua devozione narrando le sue glorie alle anime che ci circondano, esortiamo i tiepidi alla recita quotidiana del Rosario, invogliamo i bisognosi a ricorrere a Lei in ogni necessità! Consoliamo il Cuore Addolorato di Maria, tanto oltraggiato dai bestemmiatori, dalla condotta dei cattivi Cristiani e dalla malvagità dei nemici della Chiesa!”.
Buongiorno ho bisogno delle preghiere per la mia malattia che pultroppo si è ripresentata
Alcuni sacerdoti hanno semplicemente tendenze alla manipolazione affettiva dovuta a tratti narcisticici maligni di personalità. Ovunque passano devono lasciare cicatrici, lesionare, ipercontrollare, sottolineare pubblicamente difetti e vizi altrui… credendo che si possa ammantare tutto con il loro dovere ministeriale di passare al vaglio la santità delle anime loro affidate. Vigiliamo e non lasciaoci mai mettere i piedi in testa da nessun lupacchiotto.