Gli “scienziatucci” che si contraddicono hanno preso il posto dei filosofi, dei legalisti e dei veri scienziati
LO SCIENTISMO E’ VACCINATO?
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Di Davide Febi
La sindrome da “intellettualista” che percorre la strada del ricercare autostima dove non la si ha, oggi emerge con ancora più evidenza. Possiamo dividere le nuove generazioni in due parti: coloro che sfidano l’autorità criticamente e coloro che fanno di tutto per non farlo potendo vivere al meglio ciò che gli viene offerto dal sistema.
Bene, i primi, coloro che criticano, si autoeleggono spesso “intellettuali”, seguendo tali che vengono idolatrati, i quali a loro volta idolatrano con passione quarzi di realtà come nel caso della disciplina scientifica di turno. Una volta tolta l’eternità e la trascendenza, l’opzione di infinito che suggella la natura umana si abbassa a due cose: l’ego e la materia.
Il primo diviene grasso e sempre affamato, mai sazio dell’odio nascosto di se stessi che genera alla persona che lo fagocita, schiacciando conseguentemente l’altro, tramite anche il denaro, fino a Verità che la potrebbero contrastare. Il secondo, la materia, aiutata dalla farsa dell’evoluzionismo, trova tendenza di infinito nella salute del corpo, nella lotta all’invecchiamento e morte, nella deificazione della scienza come unica fautrice di “verità”, nella tecnica che a tutto aiuta e a tutti spegne.
Per ingrandire l’ego il sistema non trova difficoltà, per quanto riguarda l’idolatrare la materia, fatto che snatura la totalità dell’essenza umana, neanche. L’informazione pubblica, veicola, attraverso guru di turno ben pagati, il pensiero del momento, che sia moda, modelli sociali, modi di pensare, posizioni politiche, scienza e progresso.
Dal momento che la stessa materia è posta come dominatrice di istanze, sino alla morte dell’individuo, la sua lingua non può che essere indirizzata al consenso più massificato, nonostante la scienza, per sua natura, avanzi per sperimentazione, modelli e dibattiti tra esponenti del settore.
Le nuove generazioni, e non solo, che si eleggono a rango di “menti aperte” e “intellettuali” vengono per la maggior parte dal frutto maturo dei concetti che la sinistra ha portato avanti sin dal suo cominciamento: centralità della vita presente, efficenza, uguaglianza solo sul piano economico, controinformazione a qualsiasi autorità che ponga punti alla natura umana in quanto tale, rifiuto della legge naturale. Da questo fiume non poteva che venire un affluente che, una volta incontrato il soggettivismo, l’efficenza, la liquidità danarosa e relazionale, lo sconfinamento da ogni limite del caro Neoliberismo, in un globalismo economico e di relativismo culturale, non potrà che unirsi a questo e discendere insieme rapidi nel mare di vuoto valoriale al quale incombiamo.
Ed ecco che qualche scienziatuccio che si contraddice, prezzolato dall’informazione, prende il posto di filosofi, legalisti, e soprattutto di colleghi che in massa gli si oppongono, per loro sfortuna fuori dalle luci dei riflettori.
Ecco quindi i piccoli compagni, o ciò che ne rimane, gli utopisti, le “menti aperte”, gli ambientalisti e tutte le ramificazioni da canzonetta che s’attorcigliano dall’albero del relativismo etico, rispondono correndo alla chiamata del sistema, passando poi, grazie alla tecnica, a ridicolizzare con luoghi comuni chi non la pensa come loro, per poi protrarlo anche in strada, in ufficio, al ristorante, al cinema.
Le “menti aperte” di oggi, nella loro grande lotta per la libertà, seppur bisogna ancora capire quale, da cosa e per cosa, sono più ragguardevoli, intelligenti, “umani”, avendo una tessera che gli permetta di andare al cinema, ristorante, a lavoro, a scuola. La morte, il male, sono un accidentalità, una necessità allo scopo. Come quelle delle decine di migliaia in tutto il mondo dopo aver inoculato il “sacro siero”, come quella di personaggi influenti e di medici suicidi, se di suicidio si può parlare.
Stavolta quindi sono una piccola parte di coloro che un tempo appoggiavano il sistema ad opporsi ad esso, vedendo il proprio centro destabilizzato: la salute, temendo gli effetti del “sacro siero”. Questi si uniscono ai rimasugli di chi si opponeva precedentemente all’autorità con “mente aperta”, in nome di un utopia personale o di un idealismo liberticida, il quale ha originato questo stesso momento epocale. Restano i critici, coloro che hanno saputo sempre pensare, ma soprattutto agire, come molti che pur di non appoggiare questa farsa di sistema sono disposti anche a perdere il lavoro.
Eppure non basta. Se si combatte lo si deve per uno scopo, il quale è sorretto da una Verità. Senza la quale basterà un “contentino”, un aiuto del sistema con la pacca sulla spalla, per poter cadere anch’essi, si spera di no, nel prossimo tranello-tassello, del nuovo reset globale.
Sorretti da strani incontri, diciture richiamanti il numero dell’anticristo, e appartenenze a dir poco occulte, i signori del mondo si muovono in gran fretta. La battaglia difatti è di natura spirituale, quella parte fondante che sorregge il resto, al contrario dei concetti delle “menti aperte” materialiste, già annichilite da secoli di riduzioni semplicistiche della natura umana, burattini in libertà.
Chi non avrà messo la sua difesa, amore e scopo in Gesù Cristo, il quale già profetizzò questi tempi, non avrà molte possibilità.