Boscia (Medici Cattolici): “vogliono sopprimere le vite dei fragili o quelle ritenute inutili d’essere vissute”

Boscia (Medici Cattolici): “vogliono sopprimere le vite dei fragili o quelle ritenute inutili d’essere vissute”

FILIPPO MARIA BOSCIA, PRESIDENTE NAZIONALE DELL’ASSOCIAZIONE MEDICI: “È LA SOCIETÀ DELLA ROTTAMAZIONE, VALE ANCHE PER LA VITA UMANA”

Di Bruno Volpe

“E’ la società della rottamazione, vale anche per la vita umana”: lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato il professor Filippo Maria Boscia, Presidente Nazionale dell’Associazione Medici Cattolici.

Presidente Boscia, è in atto la raccolta firme per il referendum a favore dell’eutanasia. Monsignor Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha parlato di vocazione eugenetica e paura della fragilità. Che ne pensa?

“Viviamo in una società egoista, autoreferenziale nella quale ciascuno pensa di essere libero di fare quello che vuole, persino di stravolgere i valori etici, morali e di riferimento. E’ un mondo nel quale domina la parola rottamazione. Si rottama la macchina vecchia, l’elettrodomestico, il telefonino. Insomma quello che è obsoleto, malandato o fuori di moda, è condannato a morte. Adesso si pensa che questa logica valga pure per la vita umana, la si rottama se è fragile o la ritiene inutile di essere vissuta”.

Cioè?

“La persona è fragile alla nascita e alla morte e si ci fate caso si nasce e muore soli. Nascita e morte sono i momenti maggiormente delicati. Quando un bambino viene al mondo i genitori, giustamente, si preoccupano che sia sano. Però se è malato o ha problemi, nessuno si premura di pensare: ma lui che ne pensa, che direbbe? E si ricorre all’aborto facendo fuori una vita. Lo stesso alla fine della vita o nella sofferenza che costa. Ecco, sia il bambino alla nascita che la persona alla fine della vita vanno coccolati. Aggiungo che se i parenti si stancano del malato terminale costui percepisce questa situazione e allora davvero vorrà farla finita. La disabilità e la sofferenza costano anni, fatica, e problemi economici accentuati d auna famiglia che da patriarcale è diventata nucleare. Inoltre la scelta eutanasica dell’ oggi siamo sicuri che trovi conferma nel domani? Non si può chiedere di sottoscrivere adesso quello che accadrà domani”.

Che cosa pensa il sistema sanitario?

“Ritengo che tutto sommato sia favorevole alla scelta eutanasica. La tesi di fondo è: se non possiamo farvi fuori noi, ce lo chiederete voi. Il malato grave o terminale è una spesa, tanto vale risparmiare sulle cure, questo si pensa. Siamo incapaci di gestire l’economia della sofferenza. Non dico in una visione cristiana, ma neppure umana. Poco alla volta stiamo uccidendo il buon Samaritano nella logica consumistica che vale il bello, l’efficiente, il sano e che il chi non ce la fa, deve soccombere perché improduttivo. Siamo all’eugenetica che ignora, ed anzi mortifica, la carità. E’ una società disumana che invoca risposte disumane, contrarie all’etica medica”.

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