L’infedeltà a Dio diventa subito paganesimo e corruzione
I PRETI E I RELIGIOSI (MONACI E SUORE) SONO I PRIMI A DOVERSELO RICORDARE!
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
La tentazione più frequente e pericolosa per Israele fu quella di imitare nei costumi i popoli vicini e corrompersi.
Il punto principale era l’idolatria: perdere la fede nell’unicità di Dio, di quel Dio che li aveva fatti uscire dalla schiavitù d’Egitto e dato loro la Terra promessa.
L’idolatria portava subito a perdere i connotati di popolo del Signore e faceva diventare Israele un popolo come gli altri.
Il patto d’alleanza veniva così infranto e Dio li abbandonava alle razzie dei predoni e alla sconfitta in battaglia. Allora il Signore fece sorgere dei giudici. “Il Signore era con il giudice e li salvava dalla mano dei loro nemici durante tutta la vita del giudice, perché il Signore si muove va a compassione per i loro gemiti davanti a quelli che li opprimevano e li maltrattavano. Ma quando il giudice moriva, tornavano a corrompersi più dei loro padri, seguendo altri dèi per servirli e prostrarsi davanti a loro: non desistevano dalle loro pratiche e dalla loro condotta ostinata” (Gdc 2,18-19). L’infedeltà a Dio diventa subito paganesimo e corruzione. Anche oggi è così.
Per avere la vita eterna, non c’è da fare altro che osservare i Comandamenti di Dio, perché questi esprimono la sua volontà. Se poi uno vuol essere perfetto, deve rinunziare alle ricchezze e seguire Gesù. Ma chi ha attaccato il cuore ai beni di questo mondo, non ci riuscirà a farlo. I preti e i religiosi (monaci e suore) sono i primi a doverselo ricordare.