“Libera” di don Ciotti trama alle spalle del nuovo vescovo?

“Libera” di don Ciotti trama alle spalle del nuovo vescovo?

VITTORIO SERRA: “MA LIBERA È UN’ASSOCIAZIONE ANTIMAFIA O ANTICHIESA?”

Di Don Damiano Cristiano

Accade a Reggio Calabria. Muore un boss della ‘Ndrangheta e, come è previsto, la locale Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, guidata da circa 2 mesi dal nuovo vescovo mons. Fortunato Morrone, non concede di svolgere le esequie in Chiesa ma, su autorizzazione della Questura, impartisce privatamente solo la benedizione della salma. Arriva il tempo del trigesimo e, coerentemente, la Chiesa reggina permette ai familiari di pregare durante una comune Santa Messa per il loro congiunto, senza citare il nome del defunto e senza alcun riferimento al boss scomparso. Apriti cielo.

I “misericordiosi” di Libera attaccano l’Arcidiocesi e se la prendono col nuovo Arcivescovo.

QUI il comunicato integrale del gruppo guidato a livello nazionale da don Luigi Ciotti.

Che nel comunicato di Libera Reggio Calabria ci sia qualcosa di incompleto è evidente a tutti. Come mai, infatti, dopo la denuncia di Klaus Davi sul suo allontanamento effettuato dalla Questura durante la messa in suffragio del boss (VEDI QUI), Libera sceglie di attaccare la Chiesa e non rivolge un solo pensiero alla Questura?

Libera, infatti, avrebbe potuto chiedere – per esempio – come mai Klaus Davi è stato fatto uscire dalla Cattedrale, quando invece poteva essere invitato dalla Digos a svolgere il proprio lavoro di giornalista senza disturbare la famiglia. Ma niente, non una sola parola su questo aspetto della vicenda.

E ancora, come mai Libera decide di non rivolgersi neanche al Comune? Infatti, il Comune ha la responsabilità delle affissioni dei manifesti funebri e avrebbe potuto negare l’autorizzazione ad affiggere l’invito per il trigesimo del boss. E avrebbe potuto anche rimuoverlo, così come nel mese di febbraio è stato rimosso il manifesto di Pro-Vita. Come mai Libera non fa nessun accenno a questo coinvolgimento del Comune?

Due silenzi importanti da parte di Libera che evidenziano poca lucidità da parte del Coordinamento di Reggio Calabria. Ne è la prova il fatto che, nel giorno stesso in cui Libera ha inviato il comunicato stampa di accusa alla Chiesa reggina per aver «solennizzato la celebrazione» della messa in suffragio del boss – circostanza poi smentita dalla stessa Arcidiocesi – l’Azione cattolica ha subito preso le distanze dal Coordinamento reggino di Libera.

Un fatto grave e importante: l’Azione cattolica, infatti, che fa parte del Coordinamento di Libera nella qualità di socia fondatrice, non si è riconosciuta nel testo inviato da Libera Reggio Calabria perché «suggerisce nell’immaginario collettivo l’idea che la Chiesa reggina non contrasti sufficientemente il malaffare».

Spiega l’Azione Cattolica: «Il comunicato rischia con l’accostamento incauto di due vicende sideralmente distanti» di far apparire la Chiesa “vicina” alla mafia. Quali sono questi eventi «sideralmente distanti» come li definisce l’Ac? Si tratta della condanna nel processo Gotha di don Giuseppe Strangio parroco San Luca e la messa ordinaria celebrata in Cattedrale durante la quale è stato applicato il suffragio, fra altri, anche per un boss scomparso poco più di un mese fa.

Ma, mentre per l’ex rettore di Polsi c’è una condanna in primo grado a 9 anni e 4 mesi, in seguito ad alcune ipotesi di reato presentate dalla Procura e confermate in primo grado dal Tribunale, quali sarebbero invece i reati commessi dalla Chiesa reggina che, oltretutto, ha negato i funerali al boss?

All’Azione cattolica reggina non è andato giù questo improponibile accostamento, che, oggettivamente, pone la Chiesa reggina in cattiva luce, assimilandola a un contesto di complicità mafiose.

Chiaramente la presa di posizione dell’Azione Cattolica ha scatenato una serie di reazioni a catena all’interno di Libera, nonché innumerevoli commenti sui Social Network.

Vittorio Serra scrive sul proprio profilo la nostra stessa domanda che abbiamo posto in apertura di questo articolo: «Come mai Libera non ha chiesto chiarimenti alla Questura sull’allontamento di Davi? Come mai Libera non ha chiesto chiarimenti al Comune sulla autorizzazione concessa per affiggere i manifesti del boss? Ma Libera è un’associazione antimafia o antichiesa?».

Tra le varie risposte c’è anche quella di Mimmo Nasone, socio fondatore di Libera a Reggio Calabria, nonché già coordinatore di Libera Reggio Calabria e di Libera Calabria. Nasone, che è anche un insegnante di Religione, coglie la palla al balzo per dare una inequivocabile stoccata all’Azione cattolica: “Libera è aconfessionale. Forse antichiesa sono i paucciani che non hanno il coraggio di dire una parola, anche critica, per orientare l’azione pastorale del nuovo vescovo, che stanno alla finestra e giudicano”.

Dunque, Mimmo Nasone, ci svela qual è il vero motivo per cui Libera ha rilasciato la nota in cui critica pesantemente la Chiesa reggina, accostandola alla condanna di don Pino Strangio, e tralasciando la richiesta di chiarimenti alla Questura e al Comune: “orientare l’azione pastorale del nuovo vescovo”.

Cosa significa questa frase? Per chi non è esperto di Chiesa, significa, essenzialmente, che Libera vuole condizionare le scelte del vescovo. La volontà, espressa tramite Mimmo Nasone, è proprio quella di “orientare” le scelte dell’arcivescovo Morrone.

Ma la cosa strana è che la domanda di Vittorio Serra rimane inevasa. Come mai Mimmo Nasone non risponde, e non risponderà, alla mancata richiesta di chiarimenti da parte di Libera a Questura e Comune? Perché Libera ha attaccato frontalmente solo la Chiesa? Nasone risponde: “Libera è aconfessionale”. Ma questo cosa c’entra con la mancata richiesta a Questura e Comune? Infatti Vittorio Serra obietta: “Che vuol dire aconfessionale? Vuol dire che è vietato chiedere conto alla Questura e al Comune?”.

La risposta di Nasone è davvero imbarazzante per Libera: perché si vuole “orientare l’azione pastorale del nuovo vescovo”? Morrone, certamente, non è uno sprovveduto e difficilmente si farà orientare dai comunicati stampa di Libera. Ma il gesto resta grave e l’intenzione ancor di più: adesso è Libera a dover chiarire l’affermazione di Mimmo Nasone.

 

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