Ciò che si lega o si scioglie qui è sciolto o legato pure in cielo
NEANCHE L’UOMO PIÙ SANTO È DEGNO DI ENTRARE IN CIELO, SE PRIMA NON VIENE IMMERSO NEL SANGUE DI CRISTO REDENTORE
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
Mosè morì nelle steppe di Moab. Prima Dio gli fece vedere dal monte Nebo la terra destinata ad Israele, per la quale lo aveva fatto uscire dall’Egitto. «Questa è la terra per la quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: “Io la darò alla tua discendenza. Te l’ho fatta vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi entrerai!» (Dt 34,4).
Mosè ebbe grandissimi meriti davanti a Dio e non vi fu mai più in Israele uno come lui, con cui Dio parlava “faccia a faccia”. Eppure, neanche lui fu senza colpa. È chiaro il significato simbolico: neanche l’uomo più santo è degno di entrare in Cielo, se prima non viene immerso nel sangue di Cristo redentore.
Prima di morire, Mosè scelse per volontà divina Giosuè, gli impose le mani sul capo, come segno del trasferimento di un carisma particolare e lo incoraggiò dicendo: “Sii forte e fatti animo, perché tu condurrai questo popolo nella terra che il Signore giurò ai loro padri di darvi: tu gliene darai il possesso. Il Signore stesso cammina davanti a te. Egli sarà con te” (Dt 31,7-8). Giosuè è simbolo di Gesù.
L’ammonizione può salvare un fratello: va fatta con discrezione e anche davanti a testimoni. In casi di più grave ostinazione, si può scomunicare il reo, al fine di scuoterlo. Ciò che si lega o si scioglie qui, è sciolto o legato pure in cielo.
Bello è sapere che quando due o più sono uniti nel Nome del Signore, egli è in mezzo a loro: il Padre si compiace e ascolta.