L’Arcivescovo Urso: “Il relativismo è una falsa libertà, spesso irresponsabile”

L’Arcivescovo Urso: “Il relativismo è una falsa libertà, spesso irresponsabile”

“IL RELATIVISMO È UN PERICOLOSO MODO DI PENSARE E VIVERE SENZA PUNTI FERMI E NELLA LIQUIDITÀ”

Di Bruno Volpe

Relativismo? Evitare  due eccessi: liquidità di pensiero e rigidità dottrinale“: lo dice in questa intervista Monsignor Paolo Urso, arcivescovo emerito di Ragusa.

Eccellenza, è il tempo del relativismo sia etico che culturale. La preoccupa?

“Il relativismo è quel pericoloso modo di pensare e vivere senza punti fermi e di riferimento, che sfocia nella liquidità. Tutto diventa fluido, e nel nome di una libertà senza freni non esiste la distinzione tra bene e male, permesso e vietato. E’ una falsa libertà, spesso irresponsabile. In questo modo si va a sbattere e si smarrisce la meta. Accade anche nel campo religioso. Il dialogo tra le fedi è bello e utile, in ogni religione esiste del buono, però non possiamo dire che una valga l’altra, che tutto sia relativo. Però bisogna anche evitare l’eccesso opposto”.

Quale?

“La rigidità dogmatica che diventa schematismo. Dunque si eviti da un lato di credere che ogni cosa sia giusta, dall’altro pensare che solo noi abbiamo la ricetta ideale o la verità in tasca, arrivando al giudizio o alla condanna facile. Chi sono io per giudicare o condannare mio fratello? Non sono Dio. Devo suggerire, ammonire, indicare, mai condannare perché non conosco la storia, le problematiche le sofferenze del fratello. Il cattolicesimo è la religione dell’et-et, mai dell’aut-aut, in alcune circostanze tra nero e bianco esiste il grigio e il discernimento opera talvolta caso pe caso. Bisogna seguire la via della fede e della ragione evitando situazioni estreme”.

In che senso?

“Penso al miracolismo esagerato e a chi vede segni dappertutto e in ogni cosa. Gesù non ha mai avuto atteggiamenti stravaganti ma era concreto, non ha fatto miracoli per spettacolo, solo per amore. Sant’Agostino inoltre ci ricorda che quando preghiamo e chiediamo a Dio e non siamo ascoltati è perché non chiediamo bene e soprattutto cose  non conformi al progetto di Dio. Il Signore ascolta, ma non può esaudire desideri che vanno contro il suo piano e il nostro bene. In quanto al binomio fede ragione si eviti come spesso accade, di credere ad ogni apparizione, santone, veggente e roba simile. In certe situazioni può essere persino opera del demonio. Per noi credenti la bussola sia sempre la Rivelazione e il Magistero, tutto è stato detto. Di che altro abbiamo bisogno?”.

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