India, parlamentare chiede l’espulsione di tutti i missionari cristiani
DIMENTICA CHE “I POPOLI TRIBALI DELL’INDIA HANNO VISSUTO PER SECOLI UNA VITA DI MISERIA. I MISSIONARI LI HANNO AIUTATI A MIGLIORARE LA LORO CONDIZIONE”
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Di Angelica La Rosa
Un membro del Parlamento indiano vuole espellere i missionari cristiani dal Paese.
Secondo Rakesh Sinha del Bharatiya Janata Party (BJP) – il partito nazionalista indù del primo ministro Narendra Modi – i religiosi stanno rovinando la “cultura adivasi” approfittando del diritto alla libertà religiosa.
Il deputato ha espresso la sua opinione in una recente intervista al quotidiano Dainik Jagran per sostenere la campagna “Missionari cristiani, lasciate l’India”.
“Quello che ha detto Rakesh Sinha è assurdo”, ha detto padre Babu Joseph, ex portavoce della Conferenza episcopale indiana. “Dovrebbe essere intrapresa un’azione legale per le loro dichiarazioni. Diffama ampi strati della popolazione che hanno tutto il diritto, garantito dalla Costituzione indiana, di professare la religione che hanno scelto”. Padre Joseph ha anche difeso il lavoro che i missionari hanno svolto con le tribù indigene.
“I popoli tribali dell’India hanno vissuto per secoli una vita di miseria. I missionari li hanno aiutati a migliorare la loro condizione attraverso l’istruzione e le cure mediche. È per questo che [Sinha] attacca i cristiani?”.
Anche Sajan K. George, presidente del Global Council of Indian Christians (GCIC), ha sottolineato il pericolo rappresentato dalle dichiarazioni di Sinha: “Già nel 2018 scriveva tweet contro i missionari, definendoli ‘resti del colonialismo’ e condannando il loro proselitismo, “ma l’estrema destra usa il tema della conversione come strumento di propaganda”.
Secondo i dati degli ultimi censimenti governativi, la percentuale di cristiani in India è rimasta sostanzialmente invariata: era 2,34% nel 1991 e tale è rimasta nel 2011.
In Kerala, nel 2020, l’induismo ha guadagnato più fedeli, con il 47% delle conversioni religiose totali. Su 506 convertiti, 241 hanno rinunciato al cristianesimo o all’islam per abbracciare l’induismo, mentre 144 persone sono diventate musulmani e 119 cristiani.
“Ed è importante notare che gli adivasi non sono indù ma animisti”, ha spiegato George. “Non sono mai stati indù e nemmeno adesso”.