Ecco come Dio si rivela alle Sue creature intelligenti
I PURI DI CUORE VEDRANNO DIO
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
Siamo stati creati per vedere Dio e godere della Sua immensa bellezza e bontà. Egli ci ha fatto ad immagine e somiglianza Sua, capaci di vederlo e di goderlo. Poiché Dio è Spirito, non si può vederlo col corpo ma col nostro spirito, se Egli si rivela. Dio infatti, trascende tutte le creature e vederlo è un dono, che Egli concede a chi ne è degno. Come si vede Dio? Con l’occhio dell’anima, posto nel “cuore”, cioè nell’intimo dell’essere umano, lì dove l’uomo conosce se stesso e gli altri alla luce della verità. L’uomo è capace di auto-coscienza e d’indagare la verità cioè l’essere: sia l’essere delle cose, sia l’essere di Dio. E Dio si rivela alle Sue creature intelligenti. Tuttavia richiede un occhio puro, una coscienza luminosa e retta, un’intenzione sincera e un atteggiamento umile e grato a Lui, che tutto ha fatto per amore.
All’atto della creazione dell’anima, Dio si rivela come principio dell’essere dell’uomo e scopo dell’ esistenza. L’io prende coscienza di sé e di Dio come suo Autore, che gli dice: “Io sono che ti faccio essere. Tu sei mia creatura. Cercami e mi avrai”. Scatta subito la molla di rivolgersi a Dio per riconoscerlo, adorarlo, amarlo, entrare in comunione con Lui, ascoltarlo e servirlo. Il Suo primo comando è “Ama Dio con tutto il cuore”, cioè non mettere altre cose come oggetto del tuo amore, della tua ricerca, al di fuori di Me. Infatti solo da Me ti viene l’esistenza e ogni altro bene. Nessun altro ti potrà dare la vita. Così, al suo svegliarsi, l’uomo conosce Dio e lo adora, come fa un bimbo che appena nato cerca il capezzolo della mamma.
Vistosi nell’esistenza e libero di determinarsi, l’io deve prendere posizione. Questo è il momento più importante della vita, che sarà conclusa dalla decisione definitiva dell’io: con Dio o contro Dio. Alla luce della Sua presenza e della Sua parola, l’uomo si dirige a Lui nella verità e nella libertà, con retta intenzione di amarlo (= cercare l’unione con Lui) e di servirlo (= fare la Sua volontà).
Se rimane nella verità e nell’amore, l’uomo conoscerà sempre più Iddio e lo possederà in proporzione al suo amore. Se invece l’io cerca l’affermazione di sé senza o contro Dio, esce dalla verità e dall’amore e perde quella comunione che era la sua felicità e la sua salvezza. .
I nostri progenitori Adamo ed Eva videro Dio e lo amarono. Per un certo tempo essi ne godettero i benefici senza numero; poi persero la comunione con Dio per aver messo qualcosa davanti a Lui: la pretesa di “essere come Dio”, disobbedendo ai Suoi comandi. Questa è stata la prima e più grande malizia, apportatrice di ogni sventura. L’occhio di Eva e di Adamo si oscurò, perché si fissò sulla volontà di potenza (= essere come Dio), sull’acquisto di questo nuovo essere promesso dal Maligno, contro il comando del Creatore. Questo è dunque, il peccato: l’uomo abbandona l’essere con Dio Creatore, per essere con Satana, primo ribelle, nella pretesa di guadagnare altra potenza, che non gli appartiene. Lascia l’Assoluto per il relativo, Dio per un demonio, la luce della verità per le tenebre della menzogna. Perde la pace e la gioia di essere, e acquista il rimorso, la vergogna e la paura.
“L’occhio è la lucerna del corpo”, dice il Vangelo; “se il tuo occhio è puro, tutto in te sarà luminoso” (cfr. Mt 6,22s ). L’occhio di cui parla Gesù è proprio la coscienza e prima ancora il cuore. Se il cuore è puro, cioè se non albergano interessi adulterini, pretese di potere assoluto, complicità con inclinazioni perverse, adorazione spasimante per gli idoli preferiti, ma c’è amore per la verità e desiderio di Dio, allora l’occhio è luminoso: non ha perso la luce originaria e l’uomo vive sereno, sa distinguere il bene dal male, sa vedere Dio in se stesso e nella vita. Per questo è detto che “i puri di cuore vedranno Dio” (Mt 5,8): lo vedono già adesso anche se in modo imperfetto e parziale; lo vedranno pienamente nel Cielo, loro patria beata, dove sono diretti senza fallo. Essi amano Dio e Lo ricercano per amarlo di più e servirlo. Egli già si fa possedere.
Al contrario, chi ama e ricerca la vanità, l’auto-affermazione, la propria gloria, cade facilmente nel delitto e si allontana da Dio, l’unico che può farci felici.
Come Gesù ci ammonisce, “dal cuore vengono le cose cattive: omicidi, adulteri, prostituzioni, furti, false testimonianze, bestemmie” (cfr. Mt 15,19s) e sono queste le cose che rendono impuro l’uomo, sorda la sua coscienza e cieco il suo occhio. Per questo Gesù ci richiama fortemente a rientrare “nel segreto”, cioè nell’interno del proprio cuore, e lì ricercare l’incontro con Dio. Se uno lo fa, sicuramente sarà accolto da Dio, perdonato e ricompensato subito con la pace. Poi sarà necessario procedere oltre nella purificazione dell’ occhio interiore, rivedendo la propria vita in Dio. È bello sapere che Gesù è venuto per questo: riprenderci dal fango, strapparci dalle tenebre e riportarci al Padre della luce e dell’amore.
Il discepolo che segue Gesù con fedeltà e amore, a poco a poco purifica il cuore da tutti gli idoli di vanità; medita e fa sua la Parola di Dio; si schiera sempre più per il Suo Regno; ama la verità e dà alla sua vita l’orientamento sicuro e felice: quello che va verso Dio amato e servito con tutte le forze. Per lui si realizza la promessa di Gesù: “Il Padre mio lo amerà e Noi verremo in lui e fisseremo la nostra dimora presso di lui” (Gv 14,23). Questo fa già pregustare le gioie dell’eterno possesso di Dio, ne dà l’anticipo che fa sì che si viva sereni e fiduciosi anche nelle più grandi tribolazioni. Si realizza il dono dello Spirito santo promesso: “dall’intimo di chi crede in Me scaturiranno fiumi di acqua viva” (cfr. Gv 7,38): fiumi di vitalità spirituale e di fecondità soprannaturale, che fanno cessare per sempre l’aridità dell’anima che prima era la regola, poiché il Cielo era chiuso e assente la rugiada della grazia.
Il Cuore Immacolato di Maria è l’anima che più possiede Dio. Fin dalla sua creazione fu e rimase pieno di grazia, pieno della luce e dell’amore dell’Onnipotente, che a Lei si rivelava e si donava per amore e per grazia. Mai Maria conobbe colpa, mai desistette dal rivolgersi a Dio come suo Creatore e Salvatore; mai cercò altro che la Sua volontà. Per questo Dio l’amò e la ricolmò di ogni favore, più degli stessi Angeli di Dio. Il Cuore immacolato di Maria è la dimora preferita di Dio, perché in esso Egli ritrova l’eco più perfetta del Suo amore e la tensione più alta di una volontà pur libera ma tutta protesa a volere ciò che Dio vuole e non altro. Perché Madre del Verbo incarnato, Maria fu confermata in grazia subito anche a sua stessa insaputa. Da questo si capisce perché Maria è l’antagonista di Lucifero, colui che volle mettersi al posto di Dio sopra tutte le creature. Lei, umile serva del Signore invece, fa il posto a Dio: riceve il Verbo che in lei si fa carne e lo dona al mondo perché si salvi dalla caduta e dall’abisso della maledizione eterna.
Maria SS. è colei che, per i meriti di suo Figlio Gesù, ci ottiene la purezza del cuore necessaria per vedere Dio. È la Madre dei redenti: maternità che riceve ai piedi della Croce: “Donna, ecco tuo figlio” (Gv 19,26). Al Calvario c’è un nuovo inizio: Cristo è nuovo Adamo, Maria nuova Eva (= madre di tutti i viventi). C’è una nuova generazione, non dalla carne e dal sangue, ma dallo Spirito Santo ottenuto per il sacrificio di Cristo e la mediazione della Vergine, che Dio fa Madre di tutti i veri discepoli di Cristo, dal cui costato trafitto scende un fiume “di grazia e di consolazione” (Zac 12,10 e Gv 19,37). “In quel giorno vi sarà per la casa di Davide e per gli abitanti di Gerusalemme una sorgente zampillante per lavare il peccato e l’impurità” (Zac 13,1).
Il Sacro Cuore di Gesù è la sorgente zampillante della grazia; il Cuore Immacolato di Maria è come il grembo in cui vengono concepiti i figli di Dio; l’acqua e il sangue del costato di Cristo sono la grazia, la vita divina ridata agli uomini. I redenti sono i fedeli discepoli, che hanno seguito come Giovanni il Maestro fin sul Calvario, condividendo il suo obbrobrio, la sua Croce. Maria SS. Addolorata dà conforto al Figlio e ai suoi nuovi figli, sicura nella fede che il travaglio del Figlio suo Gesù porterà la vita al mondo. Dal Calvario, la purezza del cuore: “Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto” (Zac 12,10). Nello sguardo c’è la finestra dell’anima. Chi si apre alla pietà verso il Crocifisso, fa entrare in sé il Suo Redentore e la sua grazia di purificazione e può “vedere Dio”.