La “città degli uomini” si allontana sempre più da Dio, in un crescendo di corruzione
CITTÀ DI DIO E CITTÀ DEGLI UOMINI
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
L’uomo è stato creato per Dio e per l’eterno, ma è stato posto per un certo tempo di prova sulla terra. Vivere in coppia, in famiglia e in comunità allargate è del tutto naturale all’uomo, che è persona che si sviluppa nel contatto con gli altri. Vivere in pace con gli altri uomini e con Dio è l’ideale concreto e sempre proponibile alla sua volontà, perché possa attuare al meglio le sue potenzialità. Secondo la Bibbia, fin dagli albori dell’umanità gli uomini cominciarono a raggrupparsi in agglomerati e città dove vivere insieme, per l’utilità comune. E ciò sotto l’occhio vigile di Dio, che continuamente li benefica e li favorisce perché possano costruire qualcosa di bello insieme a Lui, approdo ultimo dell’esistenza.
Ma questo divino disegno conosce l’opposizione di Satana, che vuol farsi un regno alternativo a quello di Dio, giocando sulla libertà dell’uomo, ferita dal peccato originale, e sulla sua triplice concupiscenza (avere, potere, piacere). Così la “città degli uomini” non sempre segue il disegno di Dio e anzi se ne allontana sempre più in un crescendo di corruzione, ingiustizia e violenza che sfidano la divina Giustizia.
La perenne tentazione del Maligno è l’idolatria, il mettere qualcos’altro al posto di Dio, unico Assoluto, e darsi un modo di vivere come se Dio non ci fosse, con diritto di cittadinanza a tutte le bramosie: di beni terreni, di donne, di schiavi, di gloria umana, di denaro, di potere politico, di piaceri, di lusso, etc. che scatenano lotte senza numero, con un corteo infinito di dolori, lacrime, affanni, lutti e schiavitù che portano molti alla disperazione. Nonostante ciò, l’inter-vento spesso risolutore di Dio dirige sempre la storia verso il suo compimento: la città di Dio, dove gli uomini saranno con Dio per sempre e godranno dei benefici della Sua presenza amica, stabile in mezzo a loro, come testimoniano gli ultimi capitoli dell’Apocalisse. La storia è condotta verso questo fine: il regno di Dio su tutto; la storia umana in particolare va verso la costituzione di un’unica famiglia di tutti gli uomini viventi in comunione con Dio.
Le due città sono essenzialmente distinte: la città degli uomini è fondata su ciò che è terreno, temporale, mondano; la città di Dio su ciò che è eterno, definitivo, celeste. Il potere, l’avere e la gloria sono così profondamente differenti nell’uno o nell’altro caso. Nel cuore del singolo uomo possono intrecciarsi e convivere; e così nelle varie istituzioni umane: società, regni, associazioni, alleanze, etc. S’intrecciano così nella storia l’elemento umano e quello divino, quello temporale e quello eterno in modo spesso inestricabile e confuso ai nostri occhi. Tuttavia si può affermare che “Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode” (Sal 127,1): in altre parole, tutto quello che è solo della terra crollerà, mentre ciò che è opera di Dio durerà.
Vediamo alcuni quadri emblematici:
Torre di Babele
“Venite, facciamoci una città e una torre con la cima al cielo” (Gen 11,4). È l’espressione della superba esaltazione della razza umana, che mettendo insieme i molti li fa “uno”, che su tutti domina indiviso. L’unione fa la forza; e la forza fa potenza. Chi ha potenza, domina e vince su chi è meno forte e potente. Dio punisce l’esaltazione di chi si innalza per farsi come Dio, confondendo le lingue e provocando la divisione e la dispersione. Solo nello Spirito di Dio (Pentecoste) si potrà avere l’unificazione dei molti e un linguaggio unico: la lingua della carità universale e l’interesse per il Regno di Dio.
Non è fuor di luogo associare la torre di Babele alla piramide massonica: simbolo della potenza dei molti uniti nell’unico scopo (= dominare il mondo), gerarchicamente disposti, vincolati dal giuramento, protetti dal segreto, sorvegliati dall’occhio sapiente di chi sovrasta tutta la struttura ed assegna ad ognuno un compito preciso per l’edificazione della città del caos, dove non c’è posto per Dio né per i suoi servi. La fraternità massonica include solo gli adepti; gli altri ne sono esclusi e considerati o servi o nemici o utili idioti. La Massoneria unita al Sionismo dà la scalata a tutti i poteri a raggio planetario e vuole il dominio di tutta l’umanità, per costruire la città senza Dio in cui impera “Mammona”.
Babilonia
È la grande città empia e corrotta che si estende sul mondo intero. È la sede di “Mammona”, di quel bene terreno costituito da ricchezza, potenza e gloria umana, oggetto di desiderio sfrenato e di conquista, di lotte senza numero e di guerre. Si estende su tutta la terra, unificata da mille contatti e canali: gli scambi sempre più numerosi, le comunicazioni in tempo reale (via internet), i mass-media, le interdipendenze sempre più marcate, i flussi migratori, i viaggi, etc. Questo enorme mondo abitato e unificato (si tratta di miliardi di persone) è retto dalla legge del profitto, della conquista, della concorrenza spietata, della concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi, della emarginazione e soppressione dei deboli, del dominio del più forte.
In Babilonia, i servi del Signore sono esiliati. Non è questa la loro città. Essi ci stanno male: desiderano la loro vera patria, che è il Cielo, dove è la stabile dimora e dove le ricchezze non passano di mano. Perciò, Babilonia odia i servi di Dio, li perseguita e li uccide. Essi anelano al Regno di Dio e operano per la sua giustizia; ma il mondo li odia, come fece con Gesù Cristo, e cerca di emarginarli e di farli morire. Babilonia è la sede del vizio giustificato, dell’ingiustizia eretta a sistema, della soppressione degli innocenti e dei deboli, del trionfo della mistificazione. È qui che si trova il trono di Satana; qui il male è di casa.
Il vitello d’oro
Poiché nella vita umana non può mancare la componente religiosa, anche in Babilonia vi è la religione, ma falsa e adulterata. La vera religione, quella che dà vero culto all’unico Dio e al suo Cristo, è al bando e perseguitata fino allo sterminio e al martirio degli “eletti”.
Impera invece, la falsa religione; quella che fa capo al “Vitello d’oro” dell’Esodo: una divinità che marci alla nostra testa (cfr. Es 32,2), combatta le nostre battaglie, sia garanzia di vittoria e soprattutto sia nelle mani degli uomini, nelle nostre mani, per essere portata lì dove c’è bisogno. Insomma, un dio che ci serva e non un Dio che ci comanda.
Il vitello d’oro ci sta molto bene in Babilonia: egli benedice il successo e la gloria; s’identifica con la ricchezza e la potenza che governa il mondo; ha molti templi e adoratori fedeli e zelanti. Porta gli uomini ad adorare la Bestia, che domina su tutto. “Chi è simile alla Bestia? Chi può competere con essa?” (Ap 13,4). Gli è dato potere su ogni popolo e lingua e nazione. Fa guerra ai Santi e li vince. Bestemmia gli abitanti del cielo con enorme tracotanza. Ma dopo un tempo determinato, va in perdizione: cadrà Babilonia la grande e tutti i suoi tesori saranno perduti. La Bestia sarà presa e gettata fuori. E con essa lo “Pseudo-profeta” che ingannava il mondo con la sua falsa religione del vitello d’oro (cfr. Ap 19).
La nuova Gerusalemme
È la “Città santa” il cui architetto e costruttore è Dio stesso (cfr. Eb 11,10), oggetto del desiderio dei giusti da Abramo in poi. È l’abitazione di Dio con gli uomini (cfr. Ap 21,3). Qui Egli starà con loro, li consolerà, asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, eliminerà la morte per sempre e toglierà ogni affanno e pena. Essi vedranno il Suo volto e gli apparterranno in eterno. Godranno della presenza dell’Agnello, che li guiderà alla fonte della vita, e parteciperanno alle sue nozze e regneranno con lui per sempre. Nella città vi è un fiume d’acqua viva (cfr. Ap 22,1) che scaturisce dal trono di Dio e dell’ Agnello, che tutto fa rivivere; alle sue sponde si trova un albero di vita che nutre e guarisce le nazioni. Non vi sarà luce di sole né tempio, perché l’Agnello di Dio è il vero sole e l’unico tempio. Non vi sarà più notte né falsità. C’è Dio con loro!