Didattica a Distanza: la toppa che ha provocato più danni dello strappo
LA “DIDATTICA A DISTANZA” (DAD) HA DIMOSTRATO DURANTE QUESTA PANDEMIA DI NON POTER ESSERE ASSOLUTAMENTE “LA SCUOLA DEL FUTURO”. ANZI, DOPO DUE ANNI DI ISOLAMENTO E ALIENAZIONE DEI NOSTRI RAGAZZI VEDIAMO BENE NEL FUTURO DELLA SCUOLA UN POSTO IMPORTANTE PER LA “SCUOLA PARENTALE” (HOME SCHOOLING)
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Di Gabriella Dallera
La pandemia ci ha messo nella condizione di poter mettere sotto una lente di ingrandimento molti aspetti della nostra vita, in particolare di quella delle famiglie, che si sono trovate ad affrontare una nuova e complessa gestione della quotidianità.
Uno degli elementi che caratterizzavano le scelte “logistiche” dei genitori, per un buon funzionamento “ad incastro” delle occupazioni di ciascuno, era la possibilità di essere affiancati o di delegare ad altri la gestione dei figli e della loro educazione: dalla scuola allo sport, dai nonni al parroco o catechisti, dagli scout al gruppo musicale e chi più ne ha, più ne metta.
Con la chiusura forzata di tutte le possibili attività, ci si è trovati nella propria abitazione tutti insieme appassionatamente.
E la scuola è entrata in casa, senza suonare il campanello, costringendo i genitori a partecipare direttamente (in particolare per i più piccoli) alla vita scolastica dei figli: nessuno è rimasto escluso dal fenomeno della Didattica a Distanza (DaD) che ha coinvolto le famiglie nel proprio percorso, cosa che non succede nell’ordinaria amministrazione. Infatti, la partecipazione dei genitori alla vita della scuola rasenta lo zero assoluto, escluse le recite, le raccolte fondi e le feste di fine anno.
Se dapprima sembrava che la DaD fosse una parentesi didattica per evitare agli studenti il deserto culturale, pian piano si è fatta avanti l’idea che la didattica a distanza potesse diventare la scuola del futuro e la modalità si è ripetuta per la durata di ben due anni scolastici, garantendo la presenza solo a ritmi alterni.
Considerate queste premesse e visto che la toppa stava provocando più danni dello strappo, alcune famiglie hanno scoperto l’istruzione parentale (Home schooling): la possibilità dei genitori, anzi il dovere, di istruire i propri figli e sia la Costituzione Italiana che la Dottrina Sociale della Chiesa ne fanno una priorità.
In questo vasto mondo, in particolare, stanno fiorendo le scuole parentali di stampo cattolico che raggruppano famiglie che si impegnano nell’educazione e nell’istruzione dei figli alla luce del Vangelo, ognuna con la propria originale impronta.
Allora, se la scuola del futuro sarà la DaD, potremo sperare, anche grazie a queste iniziative, che il futuro della scuola potrà essere ancora incentrato sulla famiglia e sulla comunità.