Anziché conversioni registriamo apostasia e corruzione
QUALE MAI POTRÀ ESSERE IL GIUDIZIO DI DIO?
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
In quei giorni, in Egitto nacque un bambino particolare, su cui c’era un grande disegno di Dio. Secondo la legge dovevano gettarlo nel Nilo, ma la madre lo mise in un canestro reso impermeabile con la pece e lo lasciò tra i giunchi del fiume. Andò a finire in mano alla figlia del faraone, che appena lo vide si commosse e non lo fece morire. Anzi lo fece allevare dalla madre dandole un salario e se lo prese come figlio; “lo chiamò Mosè, dicendo: «Io l’ho tratto dalle acque!» (Es 2,10).
Così Mosè fu educato nella casa del faraone, per un disegno misterioso della divina Provvidenza. Ma egli non rinnegò le sue origini e la cultura ebraica che ricevette col latte materno. Fattosi grande, fu coinvolto in una lite tra un egiziano e un israelita, finita con l’omicidio dell’egiziano. La cosa arrivò agli orecchi del faraone, che “fece cercare Mosè per metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian” (v.15), oltre il deserto, verso il Sinai. L’Egitto ormai era lontano e così anche il suo popolo Israele. Qui farà il pastore.
“Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite”: Corazin, Betsaida, Cafarnao. Non vale forse anche per l’Europa e l’Italia in particolare? Quanti grandi Santi, quanti prodigi! Ora, anziché conversioni, registriamo apostasia e corruzione. Quale mai potrà essere il giudizio di Dio?