“Prendi un coltello, vai in Chiesa, taglia 2-3 teste e basta…”

“Prendi un coltello, vai in Chiesa, taglia 2-3 teste e basta…”

UN’INCHIESTA MOSTRA IL COINVOLGIMENTO DELL’ISIS NEL BARBARO ASSASSINIO DI PADRE HAMEL. L’OBIETTIVO ERA PREMEDITATO…

Di Angelica La Rosa

In un’inchiesta pubblicata il 7 luglio, il settimanale francese La Vie ha rivelato delle informazioni esclusive sull’omicidio di padre Jacques Hamel (nella foto), avvenuto nel luglio del 2016.

Gli assassini avevano deliberatamente preso di mira una chiesa, l’omicidio era stato ordinato dalla Siria… e avrebbe potuto essere evitato.

A cinque anni dalla tragedia, si sta finalmente facendo luce sull’omicidio di padre Jacques Hamel, decapitato dai terroristi nella sua chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray il 26 luglio 2016, mentre celebrava la messa.

La Vie ha svelato il fatidico percorso degli assassini, che non avevano nulla dei cosiddetti “lupi solitari”, come alcuni hanno ipotizzato.

L’indagine, che è stata condotta dal giudice antiterrorismo Emmanuelle Robinson, rivela che l’attacco è stato attentamente orchestrato nelle settimane precedenti. I due assassini, che all’epoca avevano 19 anni, Adel Kermiche e Abdel-Malik Petitjean, avrebbero agito sotto la direzione di Rachid Kassim, che ha dato loro ordini dalla Siria.

Kassim è un uomo, già individuato dalla Direzione generale della sicurezza interna francese (il servizio di polizia antiterrorismo), che era stato incaricato di localizzare i giovani radicalizzati in territorio francese. Kassim ha scambiato numerosi messaggi con gli assassini di padre Hamel.

Anche l’obiettivo dell’attentato era stato una scelta deliberata: bisognava attaccare una chiesa. Diversi messaggi tra i terroristi (scritti in un misto di francese e arabo), intercettati dai servizi segreti, mostrano che in precedenza erano state proposte altre piste: discoteca, sinagoga…

Adel Kermiche scriveva a un contatto il 19 luglio 2016, una settimana prima dell’attentato: “Prendi un coltello, vai in chiesa, vai all’attacco, taglia due o tre teste, e basta”.

Tracciando un breve ritratto delle principali persone coinvolte nell’attentato, La Vie ha svelato anche le “disfunzioni sistemiche” e gli errori di giudizio che inesorabilmente hanno portato alla tragedia. “Questo attacco avrebbe potuto essere completamente evitato”, ha lamenta Mouhou, un instancabile difensore delle vittime del terrorismo e acuto conoscitore dei misteri dell’islamismo. Ci sono stati dei “giudizi errati che sono stati fatali”. Tra questi errori, la scarcerazione di uno dei due assassini nel marzo 2016, quattro mesi prima della tragedia. Messo in custodia cautelare dopo aver fatto diversi tentativi per unirsi alla jihad in Siria, Adel Kermiche era stato rilasciato perché “si era reso conto dei suoi errori”.

Al processo, che si svolgerà dal 14 febbraio all’11 marzo 2022 a Parigi, nessuno dei tre uomini sarà presente, in quanto i due assassini sono stati uccisi mentre si avventavano sui poliziotti con i coltelli mentre Kassim è latitante o morto in Siria.

Jacques Hamel nacque a Darnétal, nella regione francese della Normandia, il 30 novembre 1930. A quattordici anni entrò nel Seminario Minore della diocesi di Rouen, affrontando, tre anni dopo, la separazione dei suoi genitori. Fu ordinato sacerdote il 30 giugno 1958. Svolse la maggior parte del suo ministero in parrocchie della periferia della diocesi di Rouen, fino a diventare, nel 2000, parroco della parrocchia di Santo Stefano a Saint-Étienne-du-Rouvray, dove rimase anche dopo aver compiuto settantacinque anni. Sobrio nello stile di vita e cordiale nei rapporti col prossimo, aveva buone relazioni con la popolazione musulmana che viveva nella cittadina. Verso le 9 del mattino del 26 luglio 2016, alla fine della Messa nella chiesa di Santo Stefano, fu sgozzato da due giovani affiliati allo Stato Islamico. A seguito della globale e immediata fama di martirio che ha accompagnato la notizia della sua uccisione, la Santa Sede ha concesso la dispensa alla regola canonica relativa all’apertura delle cause di beatificazione e canonizzazione. Il processo diocesano per l’accertamento della sua morte in odio alla fede si è quindi svolto a Rouen dal 20 maggio 2017 al 9 marzo 2019. I suoi resti mortali riposano nel reparto riservato ai sacerdoti del cimitero della città di Bonsecours.

La fase diocesana della causa di beatificazione di padre Hamel si è conclusa nel marzo del 2019 e ora, a cinque anni dalla sua morte, è all’esame della Congregazione delle Cause dei Santi. Si tratterà di riconoscere se effettivamente padre Hamel sia stato assassinato “in odium fidei”. Il corposo dossier era stato portato a Roma personalmente da un gruppo di giovani, insieme a monsignor Lebrun e diversi sacerdoti della diocesi di Rouen, compreso il postulatore della causa di padre Hamel, padre Paul Vigouroux, e quindi consegnato all’allora cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

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