San Paolo: la sua vita e la sua attività apostolica
NEL GIORNO IN CUI LA CHIESA RICORDA L’APOSTOLO DELLE GENTI, OFFRIAMO UNA RICOSTRUZIONE SINTETICA, BASATA SULLE LETTERE E SUGLI ATTI DEGLI APOSTOLI, DELLA VITA E DELL’ATTIVITÀ APOSTOLICA DI PAOLO DI TARSO
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Di Sara Deodati
È possibile individuare due fonti principali per la ricostruzione della cronologia di Paolo di Tarso: gli Atti degli Apostoli e le Lettere. Vi sono poi due tipi di indicatori cronologici, interni ed esterni, sulla base dei quali è ricostruita una cronologia detta assoluta, che ha il compito di fissare gli eventi studiati collocandoli rispetto ai grandi fatti contemporanei già noti, e una cronologia detta relativa, che persegue l’obiettivo di elencare le tappe della vicenda paolina secondo una linea di rigorosa successione. La cronologia relativa può essere trasformata in assoluta qualora in essa compaiano almeno alcuni eventi conosciuti per altra via, ai quali è possibile attribuire una data precisa.
Gli Atti degli Apostoli, per esempio, collegano in diverse occasioni degli avvenimenti della vita di Paolo a personalità note agli storici tramite fonti extrabibliche. È il caso del proconsole Gallione del quale si parla in At 18,12 e di Porcio Festo menzionato in At 24,27. Questi riferimenti incrociati danno la possibilità di ancorare la narrazione a determinati punti, in relazione alla storia conosciuta del mondo romano (cronologia esterna). In modo meno ovvio, anche le lettere contengono alcuni riferimenti alla storia esterna (cronologia esterna) e alcune indicazioni di successione (cronologia interna).
In linea generale possiamo affermare che, con il biennio della prima prigionia romana (61-63 d.C.), termina la guida degli Atti degli Apostoli e, per gli avvenimenti successivi fino al martirio, è necessario ricorrere ad altri documenti che consentono di proseguire con la fase finale della cronologia paolina.
Della vita di San Paolo si conoscono solo alcune date sicure, dovute alle precisazioni cronologiche offerte da San Luca negli Atti, ai riscontri di taluni episodi con la storia generale del tempo e ai dati desumibili dalle lettere paoline. Tali riscontri consentono di situare gli episodi cronologicamente più incerti entro un’approssimazione temporale che, al massimo, non supera i 5 anni. La cronologia tradizionale della vita dell’Apostolo è generalmente ricostruita attorno agli eventi che seguono.
Nascita. Non è disponibile una testimonianza indipendente per la data della nascita di Paolo. Indirettamente si può rilevare da quanto affermato dalla Lettera a Filemone 9, nella quale l’Apostolo si definisce vecchio, il che implica che in quel contesto avesse superato i 60 anni e poiché quella lettera è scritta fra gli anni 61-63, se ne può dedurre che Paolo sia nato in uno dei primissimi anni dell’Era Cristiana.
Conversione di Paolo. Né gli Atti né le Lettere contengono indicazioni precise sulla vita di Paolo prima della conversione. Entrambe concordano però sul fatto che prima dell’incontro con Cristo egli fosse un persecutore della Chiesa (1Cor 15,9; Gal 1,13; At 7,58; 8,1; 9,1-2). L’arco temporale nel quale collocare la vocazione alla fede cristiana di Paolo risulta pertanto il 34-35.
Soggiorno a Damasco, in Arabia e di nuovo a Damasco. Nelle fonti interne Paolo elenca una serie notevole di fatiche e di viaggi, molti dei quali non sono ricordati negli Atti degli Apostoli. Appena convertito, è assodato comunque che si recò a Damasco per predicare, rimanendovi per alcuni giorni (Atti 9,19). Collocandosi al 34-35 la conversione dell’Apostolo, ne consegue che allo stesso periodo risale il primo breve soggiorno in Siria e, subito dopo l’inizio del suo ritiro in Arabia. Da Galati 1,18 si evince che il ritiro in Arabia e il secondo soggiorno a Damasco si ebbero durante il periodo 35-37.
Primo viaggio a Gerusalemme. Secondo Galati 1,18-20 il primo viaggio a Gerusalemme avvenne tre anni dopo la conversione di Paolo e fu seguito da una sosta di quindici giorni in città presso Pietro. La prima visita degli apostoli a Gerusalemme pertanto è collocabile nel periodo 37-38.
Carestia e “viaggio delle collette” a Gerusalemme. Per “viaggio delle collette” si intende la missione affidata a Paolo e Barnaba di portare aiuti, da parte dei cristiani di Antiochia, alla comunità di Gerusalemme, a seguito della grande carestia che scoppiò alla morte di Agrippa (Atti 11,28-30). Siccome la morte di quest’ultimo imperatore re avvenne nella primavera del 44, ne consegue che il “viaggio delle collette” avvenne nella seconda parte del regno dell’imperatore Claudio (41-54).
Primo viaggio missionario e Concilio apostolico. Di ritorno dal “viaggio delle collette” Paolo fece una sosta ad Antiochia (Atti 13,1-3), al termine della quale intraprese, assieme a Barnaba e Giovanni Marco, il suo primo viaggio missionario attraverso Cipro, la Pamfìlia, la Pisidia e la Licaonia. Alla fine di tale viaggio l’Apostolo, ripetendo in senso inverso il percorso, tornò ad Antiochia. Qui sostò nuovamente per un tempo non breve (Atti 14,28), per recarsi infine a Gerusalemme al fine di partecipare al concilio apostolico che, come riferito da Paolo nella lettera ai Galati 1,18, che si tenne intorno all’anno 49.
Contesa con Pietro ad Antiochia. Secondo la maggior parte degli autori la contesa tra Paolo e Pietro a Gerusalemme avvenne poco tempo dopo il concilio apostolico. Lo “scontro di Antiochia” avvenne quindi entro la fine del 49.
Secondo viaggio missionario. Il secondo viaggio missionario di Paolo iniziò intorno alla fine del 49 o, al massimo, all’inizio del 50. Condusse l’Apostolo attraverso la Siria e la Cilicia, in Licaonia e, quindi, nella Frigia e nella «regione Galatica» (Atti 16,6) per giungere infine a Troade. Quindi Paolo si trasferì a Filippi, Tessalonica, Atene e Corinto, città nella quale scrisse la prima e seconda Lettera ai Tessalonicesi (50-52 d.C.).
Terzo viaggio missionario. Per questo suo terzo viaggio missionario Paolo si recò nella già citata «regione Galatica» e in Frigia (Atti 18,23), trascorrendovi buona parte dell’anno 53 e parte del 54. Poi si recò ad Efeso, ove rimase due anni e tre mesi (Atti 19,8-10), ancora un altro periodo imprecisato di tempo (Atti, 22) ossia in complesso per un triennio (Atti 20,31). Partendo da quest’ultima indicazione è possibile dedurre che il soggiorno dell’Apostolo ad Efeso si protraesse dall’autunno 54 alla primavera 57. Durante tale permanenza Paolo scrisse probabilmente la Lettera ai Galati e la Prima Lettera ai Corinzi.
Viaggio e arresto a Gerusalemme. Essendo avvenuta intorno al maggio del 57 d.C., la partenza da Efeso, considerando il soggiorno, di alcuni mesi in Macedonia fino all’estate, durante il quale fu scritta la Seconda Lettera ai Corinzi, se ne deduce che la celebrazione della Pasqua a Filippi avvenne nell’anno 58 (Atti 20,3-6). Scendendo poi lungo la costa occidentale dell’Asia Minore, Paolo trascorse la Pentecoste a Gerusalemme (Atti 20,16) e, toccate Tiro e Cesarea, giunse di nuovo nella Città Santa, ove fu imprigionato intorno al maggio del 58.
Prigionia a Cesarea e arrivo a Roma. Imprigionato a Gerusalemme sotto il procuratore Antonio Felice, Paolo rimase imprigionato per due anni a Cesarea (58-60), allorché entrò in carica il nuovo magistrato Porcio Festo nell’anno 60 (Atti 24,27). Seguì la navigazione nel Mediterraneo, il naufragio a Malta e l’arrivo a Roma dall’autunno del 60 alla primavera del 61 (Atti 27).
Prima prigionia romana. Il periodo della prima prigionia paolina a Roma, che durò un intero biennio, è attestato esplicitamente da Atti 28,30 e si colloca dalla primavera del 61 a quella del 63. Durante tale cattività l’Apostolo scrisse le Lettere ai Filippesi, a Filemone, ai Colossesi e agli Efesini.
Seconda prigionia romana e martirio. Gli Atti non narrano la morte di Paolo, che è citata solo di sfuggita in 2Tm 4,6, ma danno un racconto particolareggiato del suo viaggio a Roma, che può essere datato con una certa precisione. È quindi da un’antica tradizione ecclesiale che è associato il suo martirio, assieme a quello di Pietro, con la persecuzione di Nerone, all’epoca del grande incendio del 64 d.C. e Clemente Romano (1Clem. 5), scrivendo intorno al 95 d.C., dice che Paolo «dava testimonianza davanti ai governatori» predicando «all’est e all’ovest». Sembra che questo significhi che Paolo riuscì a effettuare il suo progetto di andare in Spagna (Rm 15,28) prima della sua morte. In definitiva, secondo la maggior parte degli Autori, l’Apostolo dopo essere nuovamente imprigionato a Roma fu martirizzato sotto l’imperatore Nerone in un periodo che va dal 66 e al 67.
A partire dagli anni Settanta dello scorso secolo, approfondendo le indicazioni incerte o indefinite contenute nelle Lettere paoline e negli Atti degli Apostoli, diversi studiosi hanno proposto ricostruzioni di segno diverso e a volte opposto rispetto a quelle consolidate nella cronologia tradizionale. Superando la precedente tendenza ad ordinare le Lettere sulla base dello sviluppo teologico, risoltasi spesso nella pratica di una eccessiva soggettività, alcuni di questi autori hanno cercato di costruire una successione cronologica partendo da indicatori concreti, come particolari di viaggio etc., e usando poi questo schema per datare lo sviluppo della teologia di Paolo, piuttosto che fare il contrario. Per quanto riguarda le fonti interne (Atti e Lettere), si presenterà una sintesi di tali nuovi orientamenti a proposito dell’evento del concilio di Gerusalemme e della permanenza e conseguente evangelizzazione della città di Corinto. Per quanto riguarda invece le fonti esterne, due sono i principali passaggi messi in discussione dagli storici, uno connesso con la data di Gallione e l’altro con la seconda visita a Gerusalemme ricordata in At 11.
Per quanto riguarda il concilio di Gerusalemme, semplificando si possono indicare quattro schemi cronologici elaborati dai vari Autori, diversi per contenuto e soprattutto per metodo. Lo schema classico, tipico della scuola tedesca, che segue l’indicazione degli Atti nel collocare il concilio di Gerusalemme prima dell’evangelizzazione europea e conclude a datare questa negli anni 49-51 in base ai riscontri dell’editto di Claudio, collocato nel 49, e del proconsolato di Gallione del 51/52. Tale ricostruzione assegna perciò il concilio all’anno 48/49. Per il periodo precedente invece si affida alla testimonianza della lettera ai Galati: la conversione nella prima metà degli anni 30 e, a distanza di tre anni, la prima visita a Gerusalemme. Il periodo efesino della missione paolina, successivo all’evangelizzazione europea, occupa gli anni 52/55; seguono l’ultimo viaggio nella città santa, l’arresto, la prigionia a Cesarea e quindi il trasferimento a Roma e il biennio di detenzione nella capitale dell’impero (anni 58/60). Il biblista Alfred Suhl infine anticipa più di tutti la data del concilio di Gerusalemme al 43/44 e motiva questa sua ipotesi rilevando che sotto Erode Agrippa I, morto nel 44, fu condannato non solo Giacomo, figlio di Zebedeo, secondo la testimonianza degli Atti (12,2), ma anche il fratello Giovanni (cfr. Mc 10,35 ss.) che secondo Gal 2,9 partecipò attivamente al concilio gerosolimitano. Lo studioso tedesco colloca poi tra il concilio di Gerusalemme e lo scontro di Antiochia del 47/48 l’evangelizzazione di Cipro e delle regioni sud-orientali dell’Anatolia, descritta in At 13-14.
Per quanto riguarda la disputa di Paolo a Corinto, At 18,12 la pone nell’anno 51/52. Tale circostanza ha suscitato l’interrogativo del teologo tedesco Gerd Lüdemann circa la sua ricorrenza durante la prima predicazione paolina oppure in una sua visita successiva. E’ sembrato però preferibile evitare questa dicotomia del tutto ipotetica e soggettiva di per attenersi alla sola testimonianza credibile degli Atti circa il governatorato di Gallione, durante il quale Paolo evangelizzò la città di Corinto, cioè negli anni 49-51 (o anche 50-52).
Riguardo alla seconda visita di Paolo a Gerusalemme, della quale abbiamo già accennato, il problema emerso con i nuovi studi riguarda la necessità di una maggiore precisazione cronologica dell’evento. Infatti, com’è stato osservato, durante il regno di Claudio vi fu più di una carestia locale scoppiare nell’impero, nessuna però universale. L’autore degli Atti non è qui molto preciso; forse si riferisce a quella virulenta degli anni 46-48 testimoniata da Giuseppe Flavio (Ant. 20,101). Comunque, a parte questa difficoltà di datazione, la notizia in sé di questa visita di Paolo e Barnaba a Gerusalemme appare problematica, se confrontata con la testimonianza inoppugnabile delle lettere paoline, secondo cui l’apostolo si è recato a Gerusalemme soltanto tre volte. Sembra preferibile non accordare qui molto credito alle parole dell’autore degli Atti.
Data l’imprecisione di gran parte dei dati cronologici rimessi in discussione nei “nuovi orientamenti” appena sinteticamente illustrati e la limitazione comprensibile delle testimonianze relative ad un periodo così lontano nel tempo, non appare realistico poter giungere ad una cronologia della vita e dell’attività di San Paolo più circostanziata di quella emersa nella più recente esegesi storica. Entro queste limitazioni, come affermano i maggiori specialisti contemporanei della biografia dell’Apostolo, la cronologia di Paolo è ben fondata, come ogni storico si aspetterebbe da una figura paragonabile del suo tempo e del suo luogo.