Giornalmente cediamo sovranità e identità ad una macchina costruita ad arte che si chiama Ue
PER ARRESTARE UNA DERIVA RISCHIAMO DI NON RIUSCIRE PIÙ A FERMARE LA MAREA
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Di Gian Piero Bonfanti
Senza grandi proclami ma con determinazione e costanza, il nostro amato Paese sta cedendo giornalmente sovranità ed identità ad una macchina costruita ad arte che si chiama Europa.
D’altronde, cosa avremmo potuto aspettarci d’altro da una guida europeista come Mr. Mario Draghi?
I disastri economici sociali combinati dal precedente Governo giallorosso oramai stanno affiorando in tutti i contesti e settori e chi non se ne era ancora accorto incomincia ad avere la percezione che il nostro Paese ha subito un tracollo non solo a causa del virus covid 19.
Come si suol dire per chi l’ha capito solo ora, non è mai troppo tardi.
Certo, per interrompere quel processo di distruzione del Paese era necessario avere al timone una persona di polso, ben voluta dai poteri forti europeisti e capace di poter incidere nel mondo economico finanziario.
Una persona che nell’immaginario collettivo avrebbe dovuto far rialzare le sorti di un paese vessato da una calamità devastante e da presupposti non rassicuranti.
Questa è la descrizione perfetta che è stata data del nostro attuale Presidente del Consiglio, il quale giornalmente non fa mancare un segnale della sua presenza, al contrario del suo predecessore al quale piaceva comparire a reti unificate durante i fine settimana per comunicare i dictat decisi tra quattro mura.
Ebbene, la visione del Presidente del Consiglio ci appare proprio diversa, diciamo opposta a quanto imposta precedentemente, passando da “fate quello che vi diciamo e non discutete” a “non muovere una foglia che l’Europa non voglia”.
È lo scotto che il nostro Paese purtroppo deve pagare per un sistema politico asservito ai poteri forti.
Proviamo a pensare alle politiche immigrazionistiche (si pensi che con il governo Draghi in 6 mesi sono già entrati in Italia ben ca. 20.000 immigrati, il triplo di quanti sono entrati nell’intero anno precedente!) a quelle economiche ed a quelle vaccinali per esempio.
Sono tutte allineate e rispettose di una agenda ben precisa, e, anche se la domanda potrà apparire banale, ci chiediamo dove siano finite tutte quelle sensibilità indipendentiste che avevano caratterizzato molte “battaglie” nei vari paesi oggi controllati centralmente dalla regia di Bruxelles.
Pensiamo ad esempio a quanto successo in Ungheria con la legge emessa da Victor Orban contro la pedofilia. Subito abbiamo assistito al ruggito di Ursula Von der Leyen contro una ipotetica visione omotransfobica, e tutti i paesi europei, inclusa l’Italia che si è posta tra le capofila, si sono subito allineati e schierati in difesa dei “diritti civili”.
Anche in Italia, sebbene ci sia stato un timido e legittimo appello del Vaticano sul tema del famoso Ddl Zan, abbiamo sentito la risposta pronta del Presidente del Consiglio, il quale ha ricordato che il Parlamento dovrà decidere sulla questione rispettando i presupposti di uno stato laico.
Beh, oggigiorno il nostro amato Paese non ci sembra molto uno stato laico, ma ci appare di più uno stato laicista.
Ma cosa ci potevamo aspettare da chi deve necessariamente rispettare la parte scritta di un copione?
Ecco allora che ci ricordiamo di quanto detto da Aldous Huxley nel 1958: “Radio e giornali continueranno a parlare di democrazia e libertà, ma quelle due parole non avranno più senso.”
Il dissenso, che sta alla base del confronto, è sempre meno tollerato e le nostre vite sono sempre più pilotate da “scelte guidate”.
Lo strumento utilizzato è la solita bieca propaganda di regime che, tramite un martellamento mediatico, sta conducendo le persone ad un livello di sottomissione sempre meno sopportabile.
La libertà della quale abbiamo goduto non potrà essere neanche immaginata dai nostri figli o nipoti, i quali si troveranno giornalmente sempre più limitati nelle proprie scelte.
Il pericolo è quello di arrivare al punto di non avere più la percezione di cosa sia andato perduto e di cedere alla palese volontà di qualcuno di cancellare la memoria storica del nostro Paese.
Il mio parere è che le forze che vogliono andare contro corrente……PARLANO…..PARLANO…PARLANO, ma non vedo niente che si organizza contro questa gentaccia. Non sono un colto ma se non ricordo male la storia ci dice che i grandi cambiamenti sociali sono partiti dal popolo,,,,,,,guidato dal ceto medio colto. Lì vogliamo chiamare pastori visto che siamo su un sito Religioso…..bene chiamiamoli come volete…..ma anziché PARLARE PARLARE PARLARE oppure SCRIVERE SCRIVERE SCRIVERE, perché non non cercate un modello organizzativo di contrasto !!!!!!!!! Che il Signore abbia Misericordia di noi.