Il costituzionalista Loiodice: “il ddl Zan è una follia giuridica. Il Vaticano ha ragione”

Il costituzionalista Loiodice: “il ddl Zan è una follia giuridica. Il Vaticano ha ragione”

Di Bruno Volpe

Il noto costituzionalista e docente alla Facoltà Aldo Moro di Bari professor Aldo Loiodice difende il Vaticano nella polemica sulla legge Zan e definisce corretto l’intervento della Segreteria di Stato. Lo abbiamo intervistato.

Professor Loiodice, il Vaticano ha preso carta e penna protestando con lo Stato Italiano sulla legge Zan. Invoca una revisione. Che ne pensa?

“Credo che sia un intervento appropriato e soprattutto corretto dal punto di vista istituzionale. La legge Zan, per come oggi è concepita, lede due principi costituzionali: l’art 21 della Costituzione in tema libertà di pensiero ed opinione e l’art 7  sulla libertà religiosa e di culto”.

Il Vaticano sostiene che vi sia soprattutto lesione dei Patti Lateranensi…

“Certamente. La Chiesa nella direzione spirituale e pastorale dei fedeli ha piena autonomia  e tale autonomia è garantita nei luoghi di culto, disciplinati anche nel Concordato. La Legge Zan invece rischia, con una interpretazione restrittiva, che un chierico possa essere incriminato per il suo apostolato se tratta argomenti come la omosessualità in chiave di morale cattolica”.

Ci spieghi meglio…

“Se un prete, passando questa legge, fa una omelia nella quale sostiene che compiere atti omosessuali è peccaminoso e va contro la Legge di Dio, in morale cattolica è così, questa affermazione potrebbe essere valutata come discriminatoria e il prete rischia un processo.  Vado ancora più avanti. Un’omelia o una catechesi sulla Lettera di San Paolo Apostolo ai Romani nella parte in cui afferma che i sodomiti non entreranno nel Regno dei Cieli è potenzialmente causa di denuncia. Vorranno arrestare anche San Paolo? Questa legge è assolutamente non necessaria, incostituzionale e la valuto una follia giuridica. Non se ne ravvisa la necessità. Un altro motivo di incostituzionalità è che si verrebbe a creare una categoria, quella dei gay e anche dei trans, più protetta di altre. E dove mettiamo l’art 3 della Costituzione?”.

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Loiodice cita rischi potenziali (!) per la Chiesa. Il ddl Zan non collide con i Patti Lateranensi, rinnovati nel 1984 e richiamati nella Costituzione, che tutelano le libertà della Chiesa e dei fedeli. Le applicazioni del ddl non potranno entrare nel campo che è tutelato dai Patti, dunque non potranno ledere i diritti della Chiesa e dei cattolici. Parliamoci chiaro: per quanto sia stata valutata attentamente in fase preparatoria, nessuna legge, all’atto della sua applicazione, è esente dai rischi legati all’enorme discrezionalità di cui godono i giudici italiani. La S. Sede vorrebbe trovarsi in ogni caso in una botte di ferro nei confronti di rischi anche lontani che si possano prevedere forzando la portata dell’applicazione del decreto stesso. Esiste un solo modo per evitare ogni rischio: abbandonare il ddl Zan, così dando voce a tutti coloro ai quali fa comodo mantenere le attuali situazioni di discriminazione, magari per fini politici. E’ questo che la Segreteria di Stato vuole?