Il vescovo Zammit: “siamo la voce dei nascituri per difendere e proteggere i loro diritti”
OGGI A GIBILTERRA SI VOTERÀ UN REFERENDUM PER DECIDERE SE LEGALIZZARE O MENO L’ABORTO CONSIDERATO DAL PAESE UN REATO PUNIBILE AI SENSI DELLA LEGGE
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Di Maria Bigazzi
Oggi, 24 giugno 2021, a Gibilterra si voterà un referendum per decidere se legalizzare o meno l’aborto considerato dal Paese un reato punibile ai sensi della Legge locale.
In questi ultimi mesi centinaia di persone, mamme, papà, giovani ed esponenti del movimento pro-life gibilterriano, hanno continuato a battersi in difesa della Vita, perché venga riconosciuto il suo immenso valore e non venga colpita con l’abominevole pratica dell’aborto.
È sempre bene ribadire che la vita non è un oggetto che se non si desidera si può gettare ed eliminare, e nemmeno un bene della donna che la custodisce, bensì una persona con dignità e diritti, che pur dipendendo dalla mamma, si sta formando e già esiste come individuo a sé.
Lo Stato, inoltre, in quanto difensore dei più deboli, non deve mai perdere di vista il valore e la sacralità di uno dei principi che è alla base dell’esistenza umana e che dev’essere tutelato e protetto attraverso l’utilizzo di tutti i mezzi e gli strumenti possibili.
I medici poi, nel caso si presentassero delle complicazioni, devono sempre impegnarsi a salvare la vita sia della madre che del bambino, senza dover scegliere.
Il vescovo di Gibilterra, mons. Carmel Zammit nella lettera rivolta a tutti i gibilterrini, invita a tenere conto del valore inestimabile della Vita con queste parole: “La Chiesa è sempre stata chiara nel suo insegnamento su questo argomento. Tutti i cattolici, come del resto tutte le persone di buona volontà, hanno il dovere morale di difendere la vita umana innocente dal momento del concepimento fino alla sua fine naturale. Qualunque sia il risultato del Referendum, questo insegnamento non può cambiare. Vivendo in una società democratica, questo Referendum è un’opportunità non solo per esercitare il nostro diritto di voto e quindi contribuire ora al Bene Comune, ma anche per difendere i più deboli della nostra società. Finora, il bambino nel grembo materno ha goduto del diritto alla vita tranne che in circostanze estremamente rare ed eccezionali. Questo sarà gravemente eroso se il referendum ratificherà le nuove leggi liberali sull’aborto. In qualunque modo si cerchi di giustificarlo, quello che viene proposto è ‘aborto su richiesta’ mettendo a rischio la vita dei nascituri, anche fino al momento prima della nascita“.
Il vescovo ha spiegato che la Chiesa “sostiene che la vita umana inizia al momento del concepimento e che questa vita deve essere amata, rispettata, protetta e amata fino alla sua fine naturale. Pertanto, l’interruzione intenzionale di una gravidanza, in qualsiasi fase, è l’interruzione diretta e intenzionale di un nascituro innocente. Il V Comandamento di Dio afferma inequivocabilmente: ‘Non uccidere’ la vita umana innocente (Esodo 20:13). L’aborto è la tentata eliminazione, non di un problema, ma di un bambino, attraverso la loro morte. Non può mai essere un atto buono — o amorevole — di per sé, perché provoca la fine di una vita umana innocente, e tutti coloro che cooperano intenzionalmente alla fine della vita umana sono moralmente colpevoli di questo atto. Tutta la vita umana è di pari dignità. Il diritto alla vita è il più fondamentale dei diritti umani. Tutti gli altri diritti umani derivano da questo diritto fondamentale. Questo non è un privilegio conferito dal governo. Qualsiasi legge umana che tolga questo diritto alla vita è una legge ingiusta. I nascituri non hanno voce per difendere e proteggere i propri diritti. Siamo la voce di chi non ha voce. La Chiesa, come si può verificare nei suoi primi scritti, ha costantemente insegnato che la deliberata eliminazione di una vita umana innocente è, in ogni circostanza, gravemente sbagliata. San Giovanni Paolo II, in particolare, ha ribadito questa verità infallibile: moralmente, l’aborto è sempre gravemente sbagliato, indipendentemente dalle circostanze“.
Il vescovo Zammit, concludendo la sua lettera Pastorale sul Diritto alla Vita, ha spiegato che “data tale unanimità nella tradizione dottrinale e disciplinare della Chiesa… questa tradizione è immutata e immutabile. Pertanto, per l’autorità che Cristo ha conferito a Pietro e ai suoi Successori, in comunione con i Vescovi… dichiaro che l’aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, costituisce sempre un grave disordine morale, poiché è l’uccisione deliberata di un essere umano innocente (Evangelium vitae, n. 62). Se la legge stabilisce che la vita umana ancora nel grembo materno è disponibile, non passerà molto tempo prima che decida lo stesso per la vita umana in qualsiasi altra fase. Scientificamente, non c’è dubbio che un bambino non ancora nato è un essere umano e che anche lei/lui ha lo stesso diritto che ho io e te di vivere. L’uguaglianza dei diritti dovrebbe estendersi anche al nascituro. L’uguale diritto alla vita e all’amore di una madre e del nascituro è fondamentale per il Bene Comune di ogni società. Al popolo di Gibilterra viene presentata una scelta: scegliere tra la vita o la morte; scegliere se i più vulnerabili della nostra società continueranno a godere dell’attuale statuto del diritto alla vita, o saranno soggetti a un significativo ampliamento dei motivi per la loro cessazione legale. Votare ‘no’ significa difendere con forza il diritto alla vita come sancito attualmente dalla Costituzione di Gibilterra. Rivolgiamoci in preghiera a Nostra Signora d’Europa, nostra Patrona e Madre, e a San Giuseppe, suo Sposo, perché ci proteggano con le loro cure parentali. Possa la Vergine Maria, che ha dato alla luce Gesù, proteggere tutte le madri, tutti i bambini non ancora nati, e illuminare tutti noi nel nostro dovere di mostrare loro amore e sostegno, proteggendo il diritto alla vita dei nascituri”.
Facciamo nostro l’invito del vescovo e preghiamo perché vinca la Vita e non la morte.