Sacro Cuore: essenza, messaggi, attualità e socialità
Nel mese tradizionalmente dedicato al Sacro Cuore è bene puntualizzare alcuni aspetti di una devozione, oggi negletta e declassata. Quando il Cielo si manifesta in modo eclatante, Esso pretende attenzione e non può accettare l’edulcorazione dei suoi messaggi.
Cos’è il cuore?
Il cuore è l’interiorità della persona (cf Sir 17,5). Non è un cuoricino mellifluo e sdolcinato da associare a fiorellini. Gesù l’ha associato alla piaga, alle fiamme, alla corona di spine e alla croce. La Bibbia per descrivere JHWH, l’ineffabile, e il suo modo di rapportarsi con l’uomo, usa un linguaggio antropomorfico, attribuendo a Dio caratteristiche umane (intelligenza, affettività o forme di comportamento). Il Suo cuore nell’AT ricorre 26 volte; e anche riferendosi all’uomo non parla di modesti sentimenti: “Con tutto il cuore ti cerco, non farmi deviare dai tuoi precetti”(Sal 118). “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore”(Lc 2,19).
Il momento storico
Quando la santa visitandina riceve le confidenze del SC, l’Europa era infestata da tanti virus rivoluzionari; il giansenismo, il quietismo; e iniziava l’azione corrosiva dell’illuminismo. Tali correnti comportarono l’avanzamento di uno spirito frivolo e la dissoluzione generale dei costumi; una crisi profonda e totale, foriera della Rivoluzione francese. Il SC apparve a S. Margherita Maria, per ammonire l’umanità della crisi incombente e per offrire una soluzione, come nel 1917 farà la Madonna a Fatima nell’anno della rivoluzione comunista.
Sulla Francia regnava Luigi XIV, il Re Sole. Nel 1689, la santa ricevette da Gesù : “Fà sapere al figlio primogenito del mio Sacro Cuore che, come la sua nascita temporale fu ottenuta grazie alla devozione ai meriti della mia santa Infanzia, così la sua nascita alla grazia e alla gloria eterna verrà ottenuta mediante la consacrazione che egli farà di se stesso al mio adorabile Cuore, che vuole trionfare sul suo e, mediante questo, sui cuori dei grandi della terra”. “Il Sacro Cuore desidera entrare con pompa e magnificenza nei palazzi dei prìncipi e dei Re, per esservi oggi onorato tanto quanto venne oltraggiato, umiliato e disprezzato durante la sua Passione. Egli desidera di vedere i grandi della terra tanto abbassati e umiliati ai suoi piedi, quanto allora venne annichilito”.
“Il Sacro Cuore vuole regnare nella sua reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e inciso sulle sue armi, per renderle vittoriose su tutti i suoi nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa”. “Volendo riparare le amarezze e le angosce sofferte, fra le umiliazioni e gli oltraggi della sua Passione, dal Cuore adorabile del suo Figlio nei palazzi dei potenti della terra, l’Eterno Padre vuole stabilire il suo impero nella Corte del nostro gran sovrano, servendosi di lui per eseguire un gran progetto, da realizzare in questo modo: far costruire un tempio nel quale venga esposto un quadro raffigurante il Cuore divino, affinché Esso possa ricevervi la consacrazione e gli omaggi del Re e di tutta la Corte. … In questo modo, Egli vuole dispensare i tesori delle sue grazie di santificazione e di salvezza, cospargendo di benedizioni tutte le imprese del Re, rivolgendole a sua gloria e rendendone vittoriose le armi”.
La “socialità” della devozione
E’ una richiesta fortemente politica. Un gran progetto si prospetta per il re di Francia per farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa. Ciò deve avvenire in riparazione delle umiliazioni subite dal SC durante la passione ed anche nel tempo in cui viene esposto sugli altari. Il SC vuole essere glorificato e ricevere pubblica e solenne sottomissione da parte di popoli e sovrani, entrando con pompa e magnificenza nei palazzi dei prìncipi e dei Re (non in punta di piedi); e ciò per mezzo del figlio primogenito del mio Sacro Cuore[Luigi XIV], rendendone vittoriose le armi.
La richiesta non venne esaudita e da quegli anni decadde quel regno mentre cresceva la supremazia degli Asburgo in Europa. La Francia cedette poi all’influenza del razionalismo e del libertinismo, che la indebolirono spiritualmente e moralmente, fino alla tragedia della Rivoluzione francese, che si consumò 100 anni dopo e che vide ghigliottinato Luigi XVI, discendente del Re Sole, che tardivamente faceva voto di eseguire quel mandato divino.
Nel nostro tempo, colse l’unicità del culto del SC e la regalità sociale di N.S. Gesù Cristo il francescano P. Agostino Gemelli, che vedeva nel SC il «centro del centro» (kardia, kard, cuore, centro), su cui si è posato lo sguardo divino quando concepiva e decretava la creazione. In Gemelli il SC converge con la Regalità Sociale, fino a definire la Regalità del Sacro Cuore. Il coronamento del culto pubblico fu l’istituzione della festa liturgica di Cristo Re, come scrive Pio XI. «Chi non vede che, fin dagli ultimi anni del secolo precedente, in modo ammirevole andava preparandosi il cammino per l’istituzione di questa festa? Tutti sanno che l’autorità e la regalità di Cristo sono stati già riconosciuti dalla pia pratica delle consacrazioni e omaggi al Sacro Cuore di Gesù rivoltigli da innumerevoli famiglie, e non solo da famiglie, ma anche da Stati e Regni, che hanno compiuto lo stesso atto» (Quas primas, 11.12.1925).
La socialità di questo culto è magistralmente confermata anche da Pio XII nell’enciclica Haurietis aquas (15.5.1956). “…mossi dal veemente desiderio di opporre validi presidi contro le empie macchinazioni dei nemici di Dio e della chiesa, come pure di ricondurre sul sentiero dell’amore di Dio e del prossimo famiglie e nazioni, non esitiamo a proporre la devozione al Cuore Sacratissimo di Gesù come la scuola più efficace della divina carità. Su questa carità divina deve poggiare, come su solido fondamento, quel regno di Dio che occorre stabilire nelle coscienze dei singoli uomini, nella società domestica e nelle nazioni….”
L’organizzazione della città dell’uomo non è infatti indifferente per il suo destino eterno; anzi è in sua funzione. “Il potere politico…è stato stabilito…per facilitare alla persona umana, in questa vita terrena, il conseguimento della perfezione fisica, intellettuale e morale, nella prospettiva di aiutare i cittadini a conquistare il fine sovrannaturale, che costituisce il loro supremo destino” (Summi pontificatus, 1939).
Da cui l’importanza che l’Angelico Pastore attribuì all’attività politica. “Dalla forma data alla società, consona o meno alle leggi divine, dipende e s’insinua anche il bene ed il male nelle anime” (radiomessaggio Pentecoste, 1941).
E’ pertanto evidente che nei messaggi del Cielo come nel magistero dei pontefici, la devozione al SC non abbia una dimensione intimistica, ma sia rivolta agli individui come alle comunità. Essa ha per obbiettivo la salvezza delle anime cosi come la conversione delle nazioni e la riparazione delle offese fatte a Sua Divina Maestà. Sono le stesse richieste fatte dalla Madonna durante le apparizioni di Fatima, una delle ragioni per le quali i due culti sono frequentemente associati. Insegna infatti Pio XII nella succitata enciclica: “Affinché poi il culto verso il Cuore augustissimo di Gesù porti più copiosi frutti di bene nella famiglia cristiana e in tutta la società umana, si facciano un dovere i fedeli di associarvi intimamente la devozione al Cuore Immacolato della Genitrice di Dio”.
Non è certo casuale che La Madonna, dando a S. Caterina Labourè l’ordine di coniare la medaglia miracolosa, volle che in essa venissero raffigurati accanto i due Augustissimi Cuori, uniti nell’unica missione di salvare le singole anime, le nazioni ed il mondo.