Vi piace così tanto essere colonizzati?

Vi piace così tanto essere colonizzati?

COSA NE SAPRANNO I GIOVANI?

Di Antonella Paniccia

Ma quanto è cambiata la nostra vita? Il nostro modo di vivere? La nostra famiglia?

Come una bufera si abbatte su una città, la distrugge e la mette in ginocchio, così la pandemia ha confuso i nostri costumi, trasformato il nostro stile di vita, i nostri sentimenti, il nostro linguaggio. 

Io, adesso, direi basta! Basta al pensiero indotto, telecomandato, sponsorizzato, globalizzato… è urgente tornare a pensare con la propria testa, a ragionare, a dissentire.

Abbiamo accettato le chiese chiuse, poi aperte part-time, le acquasantiere sostituite dall’amuchina e dal gel. Ci hanno convinti che non bisogna inginocchiarsi dinanzi a Dio, tanto è uno di noi, si è fatto Uomo, quindi possiamo stare in piedi dinanzi a Lui.

Credenti o non credenti, sappiate che per tutti verrà il giorno, l’attimo, in cui lo adoreremo in ginocchio e imploreremo il Suo perdono. Ricchi o poveri, negli ultimi istanti di vita ci accorgeremo di essere polvere e, in un solo attimo, avremo in odio il successo, le ricchezze, ville e panfili e,  come il ricco Epulone fece con Lazzaro, forse elemosineremo una goccia d’acqua sulle nostre labbra. L’acqua della salvezza, della Misericordia.

Abbiamo rinunciato alla processione del Corpus Domini, una cosetta superflua, certo, per gli occhi di quanti vivono senza Dio. La processione del Corpus Domini, carissimi cristiani, è quanto di più bello si possa desiderare. È Gesù che percorre le vie della tua città, attraversa la tua stessa vita, ti trafigge l’anima con i raggi che partono dal Santissimo Sacramento… ed è guarigione immediata, per chi crede. Sarebbe bastato lasciare sfilare Lui solo per le vie della città, magari con il Vescovo e pochi prelati. Invece no, non si è potuto fare perché pericoloso, bisogna attenersi alle norme, al programma sanitario.

Comunque a Roma, a piazza del Popolo per la partita Italia-Ungheria, il popolo dei tifosi immortalati dal tg1 si accalcava allegramente e senza mascherina per inneggiare al dio del calcio! 

Ma lì il virus non si trasmette, è intelligente, circola solo per motivi attinenti alla fede cristiana.

C’è un tempo per ogni cosa, dice il Qoelet… Questo sarebbe il tempo, paradossalmente, di tornare alla “dea ragione”, usando bene il cervello e gli occhi. Ogni giorno i tavoli dei bar – che ormai invadono ogni angolo delle strade – sono piene di giovani, di ragazze giovanissime e scosciate che, senza mascherina e ad un palmo dal naso altrui, sorbiscono tranquillamente l’aperitivo. Nei vicoli della città i ragazzi hanno fondato la loro sede di incontro tra abbracci, scambi di bottiglie di birra e leccatine di gelato. Tutto bene? Cessato il pericolo?

Però in chiesa, mi raccomando cari cristiani, manteniamo le distanze e candeggiamoci bene le mani al momento più sacro, quello dell’Eucarestia… Ma l’anima l’abbiamo candeggiata? Lo ricordate o no che esiste anche l’amuchina dell’anima che è il sacramento della Confessione? E quando vi mettete in fila (o attendete al vostro posto, in piedi, da pari) per ricevere la Comunione, vi chiedete se il vostro abito spirituale è immacolato oppure no? Perché, sapete, nel caso non lo fosse, quel Sacramento che si va a ricevere può diventare la nostra condanna, diventa sacrilegio. Quanti “cristiani” ricordano ancora i dieci Comandamenti? E l’atto di dolore? 

Ma che peccato tengo io”? Questa è la domanda che odo spesso… e beati voi che pensate di non averli! E allora, quando diffondete idee contro la famiglia inneggiando al “love is love”, o plaudite alle coraggiose mamme che mettono al mondo figli privi di papà, o a quei “due papà” che, a pagamento, acquistano un bambino e tolgono il neonato dal grembo materno? Avete mai letto il libro della Genesi? Ve l’hanno insegnato al Catechismo, o anche a scuola – visto che è scritto nella Costituzione Italiana – com’è formata una famiglia? L’avete mai ascoltato Papa Francesco quando parla di colonizzazione ideologica? Vi piace tanto essere colonizzati?

L’altro giorno mi ha telefonato una mia amica. Una gioia, non ci sentivamo da un po’.

“Antonella – mi ha detto – ma ti ricordi della nostra bella amicizia? Come ci volevamo bene? Era un legame sacro! Eppure, l’altro giorno, ho visto in televisione una pubblicità con due donne che si baciavano in bocca… mi sono chiesta: ma che mondo è? Cosa si insegna ai figli e ai nipoti? Cosa coglieranno da questi messaggi? Ma cosa ne sapranno, oggi, i giovani dell’amicizia, quella con la A maiuscola? Quella che, dopo anni che non ti senti, ancora fa sciogliere il cuore pensando alle belle risate fatte insieme, ai gelati mangiati, alle canzoni cantate, ai sogni condivisi?”. Perché oggi si è voluto mostruosamente trasformare questo sentimento?

E che dire quando incontri persone che conosci le quali, come fosse un saluto, premurosamente ti chiedono: “Ti sei vaccinato?”. Questa è la parola d’ordine oggi…”Io ho fatto la prima dose … la seconda… E quale tipo?”. Benissimo. Vaccinatevi, se volete, ma non fate del vaccino una divinità. Certo, direte, ognuno ha il dio che cerca. Caso strano, però, questo dio non salverà in eterno visto che – è già assodato –  si dovrà fare la terza dose, e poi il richiamo annuale, e forse per 10 anni. 

Cercate il regno di Dio”, il resto vi sarà dato in aggiunta. Così è scritto.

Bene… e come direbbe Sammy, il simpatico conduttore di RPL, questo è un articolo un po’ bacchettoso, ma vi dirà cose che nessuno dice più (non per timor di Dio, ma per timor di vaccino).

Oggi è domenica, avete fatto la seconda dose di vaccino? Vi siete messi in salvo? Non per sempre.

Allora, cari Cristiani, andate a messa, ricevete con gioia quel vaccino che non dura per 3 o sei mesi, ma è farmaco d’immortalità e dura per l’eternità.

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