Ecco chi è San Romualdo

Ecco chi è San Romualdo

“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)

Di Mariella Lentini*

Romualdo è un bambino molto ricco. Nasce a Ravenna, intorno al 952, nella nobile famiglia Onesti: è figlio, infatti, del duca della città. La sua infanzia trascorre serena e negli agi, ma Romualdo non è un bambino come tutti gli altri. È molto buono e ama stare da solo, a contatto con la natura che ammira estasiato. Diventato uomo, rimane sconvolto da un fatto gravissimo. Durante un conflitto per un terreno conteso, suo padre uccide un parente.

Romualdo decide di fare penitenza per espiare il peccato commesso dal padre e di dedicare la sua vita al Signore. Entra, così, nel Monastero di Ravenna “Sant’Apollinare in Classe”. Quando prega davanti all’altare lo assale la commozione e versa tante lacrime. Desideroso di trascorrere una vita da eremita, si trasferisce nei pressi di Venezia. Con altri monaci si reca, poi, sui Pirenei Orientali, nell’Abbazia di SaintMichel a Cuxa (oggi nel Comune di Codalet, Occitania, Francia), dove rimane per dieci anni. Nel 988 torna in Italia per promuovere una nuova congregazione, ispirandosi alla Regola di San Benedetto, ma anche agli eremiti dell’Oriente. Fonda e riforma tanti monasteri dove, accanto alla vita in comune, fatta di lavoro e preghiera, i monaci trascorrono il tempo anche da soli per essere ancora più vicini al Signore.

Nel 1001 l’imperatore Ottone III chiede a Romualdo di guidare il Convento di Sant’Apollinare in Classe (Ravenna) e lo nomina abate. Il monaco ubbidisce, ma poi rinuncia e torna a viaggiare, in groppa al suo asino, alla ricerca della solitudine. Si reca a Montecassino (Frosinone), nell’abbazia fondata da San Benedetto e fonda altri monasteri con le sue regole, ispirate all’essenzialità: per lodare il Signore non servono maestose basiliche, ma spazi semplici, poveri, piccoli dove grande è la fede. A Camaldoli (Arezzo) un ricco proprietario gli regala un terreno immerso in mezzo al verde. Qui Romualdo costruisce un monastero e alcuni eremi.

Da questo luogo, dove ancora oggi i pellegrini trascorrono una vacanza all’insegna della spiritualità, trae il nome la Congregazione dei Camaldolesi fondata da Romualdo nel 1012. Il monaco apre altri eremi nel Nord e Centro Italia. La fine dei suoi giorni avviene nel 1027, in una misera celletta del monastero marchigiano da lui fondato a Valdicastro, nei pressi di Fabriano (Ancona). Le sue reliquie si trovano nella Chiesa camaldolese di San Biagio a Fabriano, città famosa nel mondo per la produzione della carta.

 

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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