Vale più un cucciolo di cane o un piccolo d’uomo?
SULL’ABORTO L’INDIGNAZIONE DEGLI ITALIANI NON È PERCEPIBILE
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Di Diego Torre
Cosa si fa quando si ha un alterco con alcuni connazionali? Si prende a calci un cucciolo di cane di appena due mesi, che è a seguito dell’interlocutore, e lo si lancia lontano uccidendolo.
Così è andata domenica scorsa a Roma; autore un uomo originario della Romania, senza fissa dimora, poi denunziato dalla polizia per “uccisione di animale”. Le forze dell’ordine, prontamente e provvidenzialmente intervenute, hanno evitato il linciaggio da parte dei passanti, che avevano già iniziato a colpire l’uomo con calci e pugni.
E’ appena una notizia di cronaca, ma innesca qualche salubre riflessione.
1. Esistono persone talmente abbrutite da uccidere gli animali senza valida ragione. Cosa passava nella mente e nel cuore di quell’uomo? E se avesse avuto di fronte un bimbo di due mesi, l’ottenebramento mentale sarebbe stato in misura tale da fare la stessa cosa?
2. Esiste ancora una capacità di indignazione alla visione di questo orrendo spettacolo negli italiani che in questo caso si è manifestata in una reazione violenta. Ne è la riprova l’eco avuta dalla notizia nella stampa e sui social.
3. Ogni giorno vengono abortiti centinaia di bambini innocenti, altri vengono brutalizzati nei video pedopornografici, altri spariscono (soprattutto fra i migranti clandestini da poco sbarcati) per essere avviati alla prostituzione o al traffico d’organi, altri iniziano o continuano la loro dissoluzione per mezzo di alcool e droghe. L’aborto è legittimato, le pillole abortiste-assassine vengono vendute in farmacia, il traffico di carne umana continua indisturbato, alcune droghe sono già vendute alla luce del sole e di altre si progetta la liberalizzazione. Ma in questi casi l’indignazione degli italiani non è percepibile.
Vale più un cucciolo di cane o un cucciolo d’uomo?