Shemà. Commento al Vangelo del 7 giugno della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 7 giugno della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIRONO: Mt 5, 1-12

lunedì 7 Giugno 2021

Oggi la liturgia ci fa meditare il Vangelo delle Beatitudini, un discorso di Gesù che fece in Galilea, chi è stato in Terra Santa sa ricollocare questo testo in un contesto che oggi è un santuario che sorge su una collina dalla quale è ben visibile il lago di Tiberiade,o come è chiamato nei Vangeli, il lago di Galilea. Che quello sia stato proprio il luogo dal quale Gesù abbia proferito questo discorso non lo sappiamo, anche perché nella versione del Vangelo secondo Luca, ad esempio, non è citato un monte, come in questo testo, ma una pianura. In ogni caso, ciò che ci interessa è che questa predicazione è come una dichiarazione di tutto il ministero pubblico di Gesù, la “carta magna”, il fondamento, la direttiva che Gesù espone circa il suo ministero in Galilea.
Innanzi tutto si rivolge alle folle, non a una determinata categoria sociale o politica: la predicazione di Gesù è per tutti, ed è forse per questo che Gesù parla dal monte, perché si rende visibile e accessibile da qualsiasi luogo si provenga. Non solo, interessante è la postura di Gesù in questo testo: non parla in piedi, o mentre cammina, come è proprio di Gesù che insegna con la vita. Qui Gesù si siede perché questa postura è simbolica, è segno del fatto che qui Gesù sta dando un insegnamento che viene direttamente da Dio e che può dare forma alla nostra vita. Ricordiamo Gesù che siede a Maria, la discepola che siede ai suoi piedi: Gesù è il Maestro che parla in nome di Dio e la folla è ai suoi piedi.
Il discorso è una proclamazione di beatitudine che si ripete per 8 volte più una, elencando una serie di situazioni paradossali che capovolgono i principi del mondo. La beatitudine non è “stare bene”, ma è “cercare Dio” in ogni situazione, avere un cuore aperto al bene, nonostante le situazioni di avversità che si possono verificare. Beatitudine è continuare a cercare Dio, anche quando non ce la facciamo più. Beatitudine è restare in relazione con Dio e credere che per ogni uomo e per ogni donna che hanno ricevuto la vita su questa terra c’è sempre la possibilità di lasciarsi amare da Dio, di lasciarsi visitare da una felicità profonda, anche quando la vita sembra averci tolto questa possibilità. La fede in Dio, allora, diventa gioia e oggi il Vangelo sembra dirci che se non arriviamo a sentire dentro di noi che in certe situazioni della vita solo la fede che ci viene consegnata, se non arriviamo a sentire dentro di noi questa gioia, anche in situazioni difficili, questa beatitudine non possiamo sperimentarla, perché la fede vera non c’è. Solo la fede, infatti, ci dona questa gioia, e sicuramente ciascuno di noi può essersi trovato in situazioni simili, in cui solo la fede ci ha potuto dare pace e serenità. Se non abbiamo sperimentato questo, allora non abbiamo compreso ancora il senso della predicazione e dei miracoli di Gesù, della sua stessa vita offerta per noi, non abbiamo accolto la fede. Chiediamo oggi al Signore, Spirito Santo, che ci mostri quando nella nostra vita abbiamo toccato con la speranza la beatitudine e con la fede la vera gioia, e chiediamo allo Spirito Santo che  questo ricordo, che ci dona nella preghiera di oggi, ci porti a testimoniare sempre di quella beatitudine e di quella gioia, perché questo giorno, così come tutta la nostra vita, sia come quella di Gesù, una dimostrazione della vera felicità, nella vita di ogni giorno. Buona giornata!

Mt 5, 1-12

In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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