Chi si fa portatore di idee che dissentono dalla narrazione imposta è un odiatore

Chi si fa portatore di idee che dissentono dalla narrazione imposta è un odiatore

Si vuol far passare l’idea che esistano uomini che partoriscono e donne con il pene

Di Dalila Di Dio

La schiera di dotte menti che detengono il monopolio del sapere e della conoscenza nel nostro Paese non riesce proprio a mandar giù l’idea che il libro della pericolosissima Giorgia Meloni campeggi, saldamente, in cima alle classifiche di vendita praticamente dal giorno della sua pubblicazione.

La disperazione è tale e tanta che, dopo la libraia democratica che si è rifiutata di vendere il libro – ancor prima che uscisse, quindi senza averlo letto, tanto per dire no ai pregiudizi – i democratici italici si sono divertiti a capovolgerne le copie esposte nelle librerie Feltrinelli perché, si sa, l’unico posto buono per Giorgia Meloni e per i suoi elettori è Piazzale Loreto, possibilmente appesi per i piedi.

Ora, nell’ottica della libera manifestazione del pensiero, persino quello becero e vergognoso, la cosa potrebbe pure starci: se non fosse che queste illuminate menti così avvezze al dileggio del nemico – perché di questo, per loro, si tratta – non sono altrettanto bravi nell’assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

Accade cosi, ad esempio, che il professore universitario Simon Levis Sullam pubblichi una foto del libro di Giorgia Meloni capovolto, facendo ironia sulla leader di Fratelli d’Italia a testa in giù salvo poi, dopo la reazione del web, correre a piagnucolare in quanto vittima di “aggressione”.

Esatto. Il professore fa ironia sulla Meloni appesa a testa in giù e quello aggredito sarebbe lui: così tanto vittima che i suoi allievi alla Ca’ Foscari guidati dal Collettivo Universitario “Liberi Saperi Critici” – eh, beh – allertano il presidio “per esprimere non solo vicinanza e solidarietà al professore Sullam” la povera vittima Sullam “ma anche e soprattutto per ribadire che l’università è antifascista” – dovrebbe essere prima di tutto libera, ma è un concetto che a loro non appartiene – e che “ la vera violenza è quella di chi ogni giorno pronuncia parole d’odio e discriminazione” da intendersi come tali, ovviamente, l’opposizione a feticci democratici quali l’utero in affitto o l’immigrazione indiscriminata ed incontrollata di clandestini nel nostro Paese.

Tutto come da copione, insomma: ciò che non gli aggrada è odio. Chi si fa portatore di idee che dissentono dalla narrazione imposta è un odiatore.

A quelli come il professore Sullam – autore, lui sì, di atti di incitamento all’odio nei confronti della Meloni – si esprimono solidarietà e sostegno: non fa una piega.

D’altronde, viviamo in un mondo in cui si pretende di far passare l’idea che esistano uomini che partoriscono e donne con il pene quindi far assurgere uno come Sullam a vittima di aggressioni fasciste non è poi così assurdo.

Ciò che è assurdo è che la vittima Sullam faccia ancora parte della “Commissione Ministeriale per la conoscenza e lo sviluppo della storia” istituita dal Ministro Bianchi: una commissione con il compito di “supportare la formazione dei docenti e dei metodi di insegnamento relativi alla storia nel sistema scolastico, con particolare riferimento alla diversità di genere, di cultura e di appartenenza” e di cui fa parte tra gli altri, Alberto Melloni, colui che paragonò Salvini a Hitler.

Ciò che è assurdo è che eminenti accademici colleghi della vittima Sullam si siano immediatamente mossi per sostenerlo e appoggiarlo e che l’unico loro problema fosse evitare di fare pubblicità al libro della Meloni.

Ciò che è assurdo è che qualche giorno fa, ospite di Paolo Del Debbio, tale Giuliano Granato di Potere al Popolo abbia sostenuto che la vittima Sullam  – preceduto finanche dal noto intellettuale Jim Carrey  – nel mettere a testa in giù la leader di Fratelli d’Italia abbia compiuto “un gesto di goliardia” .

D’altronde, nel corso della stessa trasmissione, pregiatissimi intellettuali dei centri sociali avevano affermato che Giorgia Meloni “è una persona che incita alla morte” (sic!) quindi, in fondo, se è stata messa a testa in giù se l’è meritato.

Ovviamente, tutto questo non è incitazione all’odio. Tutto questo è libera manifestazione del pensiero e dialettica politica. Goliardia, al massimo. Quella goliardia di cui Giorgia Meloni può essere destinataria – non vittima, vittima è solo Sullam – ad ogni piè sospinto ed impunemente.

Quella stessa goliardia che diventa inaudita violenza e richiede pubblico ludibrio e punizioni esemplari se i suoi autori si chiamano Gervasoni o Bassani: Elly Schlein e Kamala Harris non sono mica delle Meloni qualunque!

Ma questa è un’altra storia.

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