Shemà. Commento al Vangelo del 5 giugno della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 5 giugno della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: Mc 12, 38-44

sabato 5 Giugno 2021

Nel vangelo di oggi Gesù istruisce i suoi discepoli nel tempio. Il testo ci indica che Gesù prima parla alla folla, esortandola a fare attenzione agli scribi, che erano i maestri del tempo, che insegnavano nel tempio, infatti Gesù invita la folla ad osservare come si comportano questi maestri. Il primo insegnamento allora che oggi il Vangelo ci offre è questo: per insegnare non servono molte parole, ma l’esempio. Ecco allora che, proprio per far capire meglio questa verità Gesù cambia posto: si mette davanti al tesoro del tempio per osservare il comportamento di chi si presenta a fare delle offerte in denaro e, vista una povera vedova che donava pochi spiccioli, prende da parte i suoi discepoli e, in un certo senso, indica quella donna come l’esempio, cioè come se questa vedova fosse la vera maestra che in quel tempio dovrebbe essere ascoltata, seguita, imitata dai suoi discepoli e non gli scribi.
Ecco Gesù ci offre questo contrasto: il gesto del dono di pochi spiccioli fatto da una vedova povera, al confronto con i gesti di dono dei grandi uomini di preghiera e di spiritualità, tanto stimati nella società. Gesù fa l’elogio di una donna che, se non fosse per Lui, non sarebbe mai stata vista, mai riconosciuta, mai stimata. Eppure questo è l’esempio esempio vivente che Gesù offre ai suoi discepoli nel tempio: l’unica persona che aveva colto davvero cosa significhi onorare Dio. Ed è impressionante che il Vangelo ci parli di questa vedova povera e anonima in questi termini, perché ci fa capire che questo fu un insegnamento importante che restò nella memoria dei discepoli in modo incisivo, perché quella donna insegnò loro più dei maestri e degli scribi del tempio. Allora, oggi questo insegnamento giunge fino a noi: il Signore conosce fino in fondo il valore di quello che doniamo ogni giorno, Lui conosce le nostre fatiche, le nostre rinunce, le nostre pazienze quotidiane e le apprezza, se gliele offriamo, perché solo Lui è in grado di capirne il valore fino in fondo.
Noi pensiamo che gli altri possano capire, riconoscere i nostri progressi, ma non è così: gli altri possono vedere qualcosa, ma Dio vede tutto, anche quello che noi stessi non riusciamo a vedere di noi stessi, perché, se ci pensiamo bene, neppure questa vedova aveva visto di essere stata vista da Gesù. Restare liberi dai riconoscimenti e dagli onori è quindi un privilegio, perché Gesù ci ha insegnato che basta un gesto, un dono per smuovere il cuore di Dio, più di tante manifestazioni, cortei e parole buttate al vento. Basta un dono, che apparentemente non ha nessun valore, un dono che non è considerato da nessuno, per insegnare il valore più grande della vita, quello che ha il potere di restare per sempre nella coscienza di una persona, perché sa arrivare nel profondo, consegnando qualcosa di sé all’altro, senza saperlo.
Questo è essere discepoli del Signore: consegnare anche noi, come questa vedova nel tempio, tutto quello che abbiamo per vivere, non con l’intenzione di ricevere in cambio le lodi degli altri, ma con la coscienza di chi sa che la gioia del Padre è la vera ricompensa che ci attende nei volti di chi non possiamo neppure immaginare e che non potremo nemmeno pensare di conoscere in questa vita. Chiediamo allora oggi al Signore che ci doni la grazie di darci reciprocamente quel po’ che abbiamo, per vivere insieme la gioia del Padre, per vivere in pace tra fratelli e sorelle, come Gesù ci ha insegnato. Buona giornata!

Mc 12, 38-44
In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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