Dio mette alla prova, ma sa premiare chi rimane fedele
I MIRACOLI DI GESÙ GETTANO LUCE SULLA SUA IDENTITÀ DIVINA
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
I festeggiamenti per le nozze di Tobia e Sara, per volere di Raguele padre della sposa, durarono due settimane. I vecchi genitori di Tobia, contavano i giorni del viaggio e non avendo notizie, non sapevano cosa pensare. Anna guardava per ore la strada e piangeva temendo di non rivedere più vivo il figlio. Finalmente Tobia arrivò e abbracciata la madre in lacrime, corse dal padre cieco e col fiele del pesce curò i suoi occhi, come gli aveva detto Raffaele che lo guidava. Poi presentò ai suoi genitori Sara col seguito dei servi e dei beni che aveva ricevuto in dote.
La gioia fu traboccante da ogni parte, invadendo anche vicini di casa e parenti. Tobi disse: “Benedetto Dio! Benedetto il suo grande nome! Benedetti tutti i suoi angeli santi! Sia il suo santo nome su di noi e siano benedetti i suoi angeli per tutti i secoli. Perché egli mi ha colpito, ma ora io contemplo mio figlio Tobia” (Tb 11,14); benedisse la nuora e l’accolse come figlia nella sua casa, ormai ricca di beni e di gioia. Sì, Dio mette alla prova, ma sa premiare chi rimane fedele.
Gesù aveva compiuto tanti miracoli, che gettavano luce sulla sua identità divina. Ma i giudei aspettavano il Messia “figlio di Davide”, cioè discendente della sua famiglia, per restaurare il regno d’Israele. E questo volevano. Ma se Davide lo chiama “mio Signore” (Sal 109), vuol dire che il Messia è più grande di lui e può avere piani che superano l’attesa.