Il vescovo Renna: “morire sul lavoro è inaccettabile”
“LA VITA UMANA CHE È SEMPRE SACRA”
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Di Bruno Volpe
Monsignor Luigi Renna, vescovo della diocesi di Cerignola- Ascoli Satriano è da venerdì scorso Presidente della Commissione Nazionale Cei (Conferenza episcopale Italiana) che si occupa di lavoro, problemi sociali, pace.
E’ stato nominato alla fine dei lavori della 74 edizione dell’ Assemblea Generale Cei di Firenze guidata dal Presidente cardinal Gualtiero Bassetti. Un incarico molto importante e gravoso specie di questi tempi
Eccellenza Renna, qual è il significato di questo prestigioso, ma delicato incarico?
“Ha due direzioni, una dentro la Chiesa, la seconda fuori della Chiesa. Mi spiego meglio. Dovremo lavorare ovviamente in ambito ecclesiale, ma con un occhio rivolto fuori, alla società, a quanto accade nella realtà, fedeli a quel canone di Chiesa in uscita che indica giustamente il Papa”.
In particolare il vostro sguardo su che cosa si poserà?
“Sulle emergenze di oggi, il lavoro, la salvaguardia del Creato, la pace che è connessa a quanto dicevo. Lo faremo con la bussola del Vangelo mettendo sempre al centro la dignità dell’uomo e la persona”.
Una delle emergenze sembrano essere i tanti infortuni sul lavoro…
“Effettivamente, e quando dico che occorre difendere la centralità della persona mi riferisco alla vita umana che è sempre sacra, a qualunque età e stato, e morire sul lavoro è inaccettabile. Non possiamo tollerare la logica del massimo profitto quando porta ad un allentamento delle misure di protezione e sicurezza sul lavoro. Significa che della pandemia non abbiamo capito niente. La pandemia, al contrario, ci impone un discorso nuovo, un modo di fare diverso attento e sensibile all’ uomo e ai suoi problemi”.
Come interpreterà il suo lavoro?
“In un solco già avviato, di squadra, in ascolto, attento ad interpretare e capire le situazioni in atto. Lo farò seguendo il triplice motto della dottrina sociale della Chiesa: vedere, giudicare, agire”.