Shemà. Commento al Vangelo del 25 maggio della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: Mc 10, 28-31
martedì 25 maggio 2021
Il Vangelo di oggi ci fa riflettere molto sul valore della nostra adesione a Gesù, della nostra relazione con Lui. La considerazione di Pietro, che apre questo breve testo, Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, suona come una sorta di ripensamento che, in realtà, può capitare anche a noi. Anche a noi, infatti, presi dalla vita quotidiana, dal via vai di ogni giorno, può capitare di chiederci: ma vale la pena davvero seguire Gesù? Ora, la cosa interessante è il fatto che questo dubbio parta da Pietro dopo che ha lasciato tutto per Gesù. E questo particolare ci conforta, perché ci fa capire che in un certo senso, l’interrogativo sul valore di ciò che si sceglie resta anche dopo che la scelta sia stata fatta. Infatti, almeno da come ci si manifesta il testo, così com’è, Pietro non sta cercando un modo per tirarsi indietro, perché dichiara di essersi immerso in modo radicale al seguito di Gesù, ma sta facendo una riflessione che sorge naturale quando si pensa di aver dato tutto, ma senza essere certi di quello che accadrà. In altre parole Pietro si sente, come spesso ci sentiamo noi, che siamo al seguito di Gesù, senza sicurezze, senza certezze alle quali aggrapparsi, anche, e soprattutto, nelle scelte di fede.
Ecco allora la risposta di Gesù, che desidera introdurre e consolidare la grande verità del Vangelo nel cuore di Pietro e di ciascuno di noi: seguire Gesù è “perdere” qualcosa, è vero, ma significa anche “guadagnare” altro, seguire Gesù significa “prendere meno”, ma anche “avere di più”, seguire il Signore è sempre “lasciare” qualcosa, ma anche disporsi a “fare spazio” a ciò che riceveremo. Ecco allora che il testo conclude con una grande massima di Gesù, che ritorna spesso a conclusione dei suoi insegnamenti: “i primi saranno ultimi”, a dire che nessuno può primeggiare in nulla, dato che il primo è sempre solo Dio.
Il Vangelo allora, questo annuncio di gioia che oggi ci raggiunge, è un invito a lasciare tutto per il Regno di Dio con gioia, perché lasciare tutto è accogliere la sua promessa di felicità per noi. Una felicità che non è come immaginiamo noi, perché non elimina le tribolazioni e le persecuzioni, ma le mette al posto giusto. Seguire Gesù, quindi, è imparare a mettere Dio al primo posto, e questo esercizio di ascolto del Signore non permette che trovino spazio in noi, nel nostro cuore, l’aridità e la confusione che ci allontanano dalla pace e dalla gioia che Gesù ci promette.
San Beda il Venerabile, il santo che oggi ricordiamo, è stato un grande esempio di vita cristiana: monaco, scrittore, storico, teologo, ci ha lasciato tante tracce della sua vita sobria, austera, ma felice, serena. Nella sua opera “Storia Ecclesiastica” (2, 5-13), in cui racconta le origini della storia d’Inghilterra e l’opera di evangelizzazione svolta dai monaci in questa terra, ci lascia una bella storia che condivido con voi: Un capo tribù dell’antica Inghilterra narrò al re Edvino questa parabola per mostrargli che era conveniente convertirsi al cristianesimo. «O re, se io paragono la vita al mistero che la circonda, la vedo così. Tu siedi d’inverno a mensa con il tuo seguito. Nella sala arde un bel fuoco, mentre fuori la pioggia e il nevischio imperversano. Improvvisamente un passero spaurito vola dentro e attraversa rapidamente la sala. Fintantoché è nella sala, quella bestiola gode luce e calore; ma in un attimo essa sparisce e ritorna nell’inverno, donde è venuta. Così avviene per la vita degli uomini. La vita è un volo: il mistero l’avvolge prima e poi. Se il cristianesimo ci procura una certezza su questo mistero, io penso sia bene seguirlo». Questa breve storia ci porta a capire che siamo chiamati a volare liberi, senza essere trattenuti da qualcosa o da qualcuno: La vita è un volo, scrive San Beda. È per questa libertà che vale la pena perdere tutto, seguendo Gesù che ci invita a metterci in condizione di accogliere la certezza di un’eterna felicità che troveremo solo in Dio. Lasciamoci liberare il cuore da Dio oggi, lasciamo che l’annuncio del Vangelo spezzi in noi quei legami con le cose e le persone che ci fanno entrare nel dubbio e, ancora oggi, affidiamoci a Gesù, nostro Maestro e Signore. Buona giornata!
Mc 10, 28-31
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos