Il regista invisibile della storia è Gesù: è bene saperlo!
Chiese l’unità di spirito, la difesa dal Maligno, la comunione nell’amore vicendevole.
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
Arrivato a Gerusalemme, Paolo venne riconosciuto dai suoi nemici, che lo accusavano di voler sovvertire la Legge di Mosè. Piombarono su di lui e lo avrebbero linciato, se non fossero intervenuti i soldati romani. Egli tentò la sua difesa raccontando le circostanze della sua conversione a Cristo sulla via di Damasco, ma inutilmente.
Il comandante della coorte lo volle mettere a confronto dei suoi accusatori nel sinedrio radunato apposta. “Paolo, sapendo che una parte era di sadducei e una parte di farisei, disse a gran voce nel sinedrio: “Fratelli, io sono fariseo, figlio di farisei; sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti” (At 23,6).
Successe un pandemonio tra gli stessi sinedristi. Il comandante della coorte lo fece prelevare e ricondurre nella fortezza. Gesù gli apparve e gli disse: «Coraggio! Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma» (v.11). Il regista invisibile della storia è Gesù: è bene saperlo. Tutto è nelle sue mani.
Prima della sua Passione, Gesù pregò a voce alta per i suoi che lo avevano accettato e per quelli che, per la loro parola, avrebbero creduto in seguito. Chiese l’unità di spirito, la difesa dal Maligno, la comunione nell’amore vicendevole.
“Ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”.