Parroco svizzero, apertamente gay, “benedice” 10 coppie Lgbt. Il suo vescovo tace!
IL VESCOVO DI COIRA (SVIZZERA), JOSEPH BONNEMAIN, MEMBRO DELL’OPUS DEI, HA DEFINITO UNA “PROVOCAZIONE” IL “NO” DEL VATICANO ALLA BENEDIZIONE DELLE COPPIE GAY
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Di Angelica La Rosa
Secondo il controverso e recentemente nominato vescovo di Coira (Svizzera), Joseph Bonnemain, membro dell’Opus Dei, la massiccia benedizione delle coppie omosessuali in Germania è stata una provocazione che ha risposto a un’altra provocazione: il ‘responsum‘ della Congregazione per la dottrina della la fede approvato dal Papa, che molto chiaramente spiega il “no” del Vaticano alla benedizione delle coppie gay.
“Le istruzioni del Vaticano sono state una provocazione”, ha avuto la faccia tosta di sottolineare monsignor Bonnemain, recentemente intervistato dal settimanale ’10 vor 10′. Anche la sfida lanciata da un centinaio di sacerdoti tedeschi che hanno “benedetto” in chiesa coppie gay, “sono state un’ulteriore “provocazione”, ha spiegato Bonnemain. “Non mi sembra che si guadagni nulla rispondendo a una provocazione con un’altra. È necessario osare per mantenere un vero dialogo. Puoi solo avanzare quando c’è un vero dialogo da entrambe le parti”.
La “benedizione/protesta” di alcuni chierici di lingua tedesca, ha raggiunto anche la Svizzera, patria di Bonnemain. Il parroco apertamente gay Meinrad Furrer ha “benedetto” dieci coppie Lgbt al Platzspitz di Zurigo, sei coppie lesbiche e tre coppie gay, nonché una coppia bisessuale.
E Bonnemain ha assicurato che non ci sarà alcun tipo di sanzione per il parroco Furrer. Anzi, ha dichiarato di essere a disposizione del parroco se vuole dialogare con lui. Bonnemain, soprannominato nel vescovado ‘Superman’, per il suo fisico da bodybuilding, ha iniziato il suo viaggio “al timone della barca” di Coira tra le polemiche. Lo scorso febbraio, rifiutandosi di accettare uno scudo episcopale, è nata la prima di queste polemiche. La seconda, ancor più grave, riguarda il suo interessamento all’intercomunicazione con i protestanti.
Quos vult Iupiter perdere,
dementat prius!