FATIMA È… coscienza dell’inferno
DESTINO DEI DANNATI E POTENZA SPIRITUALE E MATERIALE CHE MUOVE GUERRA DA SEMPRE ALL’OPERA DI DIO
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Di Pierluigi Pavone
Uno dei passi più famosi delle intere Scritture è certamente la promessa di Cristo che le porte degli Inferi non prevarranno sulla Chiesa. Naturalmente tale promessa è un dono di fiducia e speranza: è la certezza ribadita proprio a Fatima. Il Figlio ha stabilito che la vittoria finale, attraverso cui la Chiesa conoscerà la sua tribolazione, prova e purificazione contro Satana, sarà ottenuta per mezzo della Madre. Il Padre aveva così previsto, fin dalla fondazione del mondo e fin dalla antica maledizione contro il serpente.
Giovanni aveva avuto in visione proprio la Regina piena di Grazia, gravida, con davanti a Sé il Drago, simbolo del potere degli angeli ribelli, sconfitti dall’arcangelo Michele e caduti per sempre all’inferno, ma con la permissione di spostare il teatro della battaglia sulla terra, dal Giardino dell’Eden al colle del Golgota.
Questa dichiarazione di guerra e attacco senza quartiere è realizzato dal diavolo in un duplice modo: da un lato ottenere per sé popoli e nazioni, in virtù della colpa del peccato originale e ingannando spiritualmente con false religioni; dall’altro reclamando una contro-messianicità per coinvolgere le masse in una democratica e anti-cristica rivendicazione di divinità (Gnosi), contro Dio e in nome della pace.
Eppure Maria – a Fatima – non promette pace (come dall’altra parte lo stesso Cristo): chiede sacrificio, chiama alle armi. Conosce e vede la semina della zizzania. Se a Papa Leone XIII fu concesso di vedere il grado di tentazione a cui sarebbe stata sottoposta la Chiesa, scossa fin nelle fondamenta dei sacramenti e della dottrina – tanto da disporre la preghiera a san Michele, proprio alla conclusione di ogni Messa –, quanto più Maria ha coscienza perfetta delle trame del diavolo?!
Queste forze infernali non prevarranno, ma saranno talmente intime nelle file della cattolicità, da far tremare. Quasi a mancare di fiducia nella vittoria finale. Il senso di quella promessa sta – drammaticamente – proprio nel fatto che la Chiesa sarà talmente in balia delle forze anti-cristiche, da far credere che tutto sarà perduto, che le forze degli inferi prevarranno, che il cancro della apostasia sarà totalmente e irrimediabilmente diffuso in ogni cuore, in ogni livello gerarchico, in ogni ambito della dottrina, in ogni azione pastorale.
Fatima è la coscienza dell’inferno: sia come destino dei dannati che muoiono in stato di peccato mortale, sia come potenza spirituale e materiale che – in modo ancora più subdolo di quello inferto ad Adamo – muove guerra da sempre all’opera di Dio, opera creazionistica, ovvero l’uomo a immagine e somiglianza di Dio stesso, e opera sacramentale, ovvero la Chiesa istituita da Cristo e affidata in custodia al Suo Vicario.