Shemà. Commento al Vangelo del 13 maggio della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà. Commento al Vangelo del 13 maggio della teologa Giuliva Di Berardino

Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.

Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!

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IL COMMENTO TESTUALE

IL VANGELO DEL GIORNO: giovedì 13 maggio 2021

NOSTRA SIGNORA DI FATIMA

Oggi la liturgia celebra la memoria facoltativa della Beata Vergine Maria di Fatima, un luogo che oggi è meta di pellegrinaggi. In questo luogo di grande pace e di profonda preghiera che s trova esattamente  in località Cova da Iria, presso Fatima (Portogallo), tre bambini pastorelli Lucia Dos Santos, con Francesco e Giacinta Marto, ebbero la visione di Maria santissima, dal 13 maggio al 13 ottobre 1917, una volta al mese. Durante queste apparizioni la Vergine chiese preghiera e penitenza per la salvezza del mondo attraverso la preghiera del rosario e la speciale devozione al suo Cuore Immacolato. La Madonna di Fatima fu cara a diversi papi, in particolare a Pio XII, a san Paolo VI – primo papa a recarsi in pellegrinaggio (13 maggio 1967) – e a san Giovanni Paolo II, che riconobbe la sua protezione materna durante l’attentato subìto in piazza San Pietro il 13 maggio 1981. Il santo Papa Giovanni Paolo II il 13 maggio dell’anno giubilare 2000 beatificò anche i due piccoli pastorelli Francesco e Giacinta, sepolti a Fatima, ed ebbe diversi incontri con Suor Lucia Dos Santos, che invece morì nel 2005. Qualche anno fa, nel  2017, sempre il 13 maggio, in occasione dei 100 anni dall’apparizione, Papa Francesco si recò a Fatima, dove celebrò la canonizzazione dei due piccoli santi pastorelli e onorò il ricordo delle apparizioni mariane in quel luogo di preghiera e di pace.
Alla luce di questa memoria liturgica, cerchiamo di cogliere ciò che il Vangelo oggi ci trasmette.
Le parole di Gesù riportate in questo testo, sono dirette ai suoi discepoli e pronunciate nell’ultimo discorso, prima della sua Pasqua, in cui Egli apre il cuore ai suoi amici per rivelare non solo il suo stato interiore, ma anche la speranza, la gioia e la vita che attende i discepoli, dopo la sua Passione, Morte e Risurrezione. La frase che apre il testo, pronunciata da Gesù, ma che, come vediamo, non viene capita dai discepoli, mostra proprio la verità della nostra fede, che è la speranza, lo sguardo che sa vedere oltre il dolore e la morte : Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete. Certamente qui, come proprio dello stile giovanneo, il testo è più profondo di quello che sembra: si può interpretare quel “un poco” come una dimensione temporale, e così lo interpretano i discepoli, in modo superficiali, ma, se si approfondisce e si và in profondità, ci accorgiamo che Gesù qui non parla di una dimensione temporale e della vista, ma della qualità di una vista interiore, che riguarda la comprensione del mistero di Dio, e quindi potremmo dire che queste parole sono una rivelazione di quello che è per noi il dono della fede. I discepoli, infatti, dovranno passare, loro come noi, attraverso il buio della fede, l’assenza di Gesù, che, in effetti, morirà non solo lui fisicamente, ma anche come loro Maestro.
I discepoli dovranno passare attraverso la solitudine e l’assenza, la tristezza profonda di non avere più il loro maestro, ma, come abbiamo ascoltato in questi giorni e come oggi il testo ci rivela, lo Spirito Santo verrà a riaccendere la fede e ad aprire gli occhi del cuore, in modo che possano vedere e comunicare la gioia vera, la gioia della Pasqua, nel mondo. Lo Spirito Santo è il dono del Risorto che cambia la tristezza in gioia, come annuncia Gesù ai suoi discepoli, concludendo le parole riportate in questo testo.
Affidiamoci allora oggi allo Spirito Santo, invochiamolo che venga a visitare i cuori di  tutte le persone che hanno bisogno di pace, venga a visitare Israele, che soffre la piaga della violenza in questi giorni. E preghiamo, in questo giorno così particolare, lo Spirito Santo anche attraverso Maria, perché solo Lui, lo Spirito Santo, è capace di cambiare le persone, interiormente, profondamente. A Fatima, Maria ci ha chiesto di pregare ogni giorno, il rosario per  la pace nel mondo, chiedendoci con tenerezza e amore, attraverso la semplice voce dei santi pastorelli, di unire al rosario anche questa preghiera che oggi prego con voi, perché tutti siano salvati: “O Gesù mio, perdonateci, salvateci dal fuoco dell’Inferno, conducete in cielo tutte le anime, soprattutto quelle che più hanno bisogno della Tua Misericordia”. Buona giornata!

Gv 16, 16-20

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete». Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire». Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

IL COMMENTO IN VIDEOhttps://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

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