Insomma, fateci votare!

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A 80 GIORNI DALL’INIZIO DEL SEMESTRE BIANCO IL DIRETTORE DE “IL BORGHESE” GIUSEPPE SANZOTTA S’INTERROGA SULLA RAPPRESENTATIVITÀ DELLE ATTUALI CAMERE E DEL GOVERNO RISPETTO AGLI ORIENTAMENTI DEL POPOLO ITALIANO. GIÀ ALLE ULTIME ELEZIONI POLITICHE DEL 4 MARZO 2018, DEL RESTO, IL CENTRODESTRA AVEVA OTTENUTO PIÙ VOTI DI TUTTI, BENCHÉ NON SUFFICIENTI A GOVERNARE. ORA, PERÒ, SE CHIAMATI ALLE URNE GLI ELETTORI SANCIREBBERO UNA MAGGIORANZA SCHIACCIANTE ALLA COALIZIONE DI SALVINI, MELONI E BERLUSCONI

Di Giuseppe Brienza

La copertina del numero di maggio de “Il Borghese”, disegnata da Alessio Di Mauro, vede le caricature del presidente Draghi e del Commissario anti-Covid Gen. Figliuolo alle prese con il fallimento della campagna vaccinale nei territori e su la scritta: “Vaccini: il puzzle delle Regioni”.

Apre il numero della rivista mensile di cultura e politica l’editoriale del direttore Giuseppe Sanzotta, dal titolo “Una Destra di governo”. Ci ricorda che già alle elezioni politiche del 2018 il Centrodestra aveva ottenuto più voti di tutti, benché non sufficienti per governare. A distanza di oltre tre anni, sarebbe arrivato ormai il momento di dare nuova rappresentatività al Parlamento italiano. Certo, il prossimo 3 agosto inizierà il “semestre bianco”, durante il quale il Presidente della Repubblica non potrà sciogliere le Camere e convocare elezioni anticipate. A partire da febbraio 2022, però, una volta eletto il nuovo inquilino del Quirinale, gli Italiani dovrebbero essere richiamati alle urne, se non altro perché il partito più votato e rappresentato in Parlamento è ancora il movimento di Grillo, non più capace di catturare i delusi dai partiti e d’illudere il popolo che sarebbe entrato a gamba tesa nelle istituzioni. Il 2022 è lontano, certo, ma intanto sarebbe il caso di accelerare alla prima data utile la tenuta delle elezioni amministrative e suppletive che avrebbero dovuto svolgersi in primavera ma che, su decisione del Consiglio dei ministri, sono state rinviate “causa Covid” «in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021».

Segue l’articolo di Gennaro Malgieri, intitolato “La visione conservatrice contrapposta alla decadenza”, riferito non solo alla decadenza italiana, ma anche a «quella occidentale, che è di carattere morale, spirituale e culturale». Da dove ripartire? Malgieri non ha dubbi: «La persona si completa nella più elementare forma di comunità: la famiglia alla quale la Destra attribuisce il significato che storicamente le appartiene, vale a dire di comunità nascente dall’incontro tra uomo e donna che esclusivamente attraverso il matrimonio si dispongono alla procreazione ed alla educazione dei figli. La politica non può trascurare la famiglia, magari per applicarsi alla salvaguardia di altre forme di unione». Il Centrodestra ha quindi il dovere, secondo l’ex direttore de Il Secolo d’Italia, di assumere la responsabilità di reagire alla decadenza con un vasto programma che, oltre al rilancio della famiglia, dovrebbe includere «la proposta di una scuola e di una università in linea con le esigenze dei tempi, senza dimenticare il ruolo di formazione spirituale e civile che devono esercitare; la lotta contro la regressione delle nascite; la difesa della vita in ogni sua fase; la salvaguardia del patrimonio culturale e paesaggistico considerandolo non alla stregua di una pur importante risorsa economica, ma come lo scrigno della identità italiana».

Sempre al tema centrale della scuola e dell’istruzione pubblica è dedicato l’articolo del filosofo Hervé Cavallera, ordinario di Storia della pedagogia all’Università del Salento, intitolato “La didattica a distanza. Le inquietudini del futuro”. Si riferisce al fatto, difficilmente contestabile e confermato in questi due ultimi anni scolastici, per cui «la didattica a distanza (DaD) è estremamente difficoltosa nella scuola elementare e nella media, come è praticamente assurda nella scuola dell’infanzia». A questo punto, osserva Cavallera, «occorre già pensare a quello che si è messo in moto […] La DaD è, infatti, un aspetto di un momento storico in cui il digitale ha assunto un ruolo prevalente e onnipresente. […] Lo strumento da mezzo […] è diventato fine e ha imposto, in una società globalizzata e sottomessa alle leggi del mercato, non solo il suo peculiare linguaggio (anche lessicale: l’inglese), ma l’accettazione del contingente come condizione dell’esistenza. Ossia, secondo le note leggi del mercato, nulla deve durare a lungo, ma tutto deve essere rinnovato frequentemente; altrimenti le vendite cessano».

Il giornalista e scrittore Marcello Veneziani dedica quindi la sua rubrica mensile Ultimatum al regime di sorveglianza che stiamo vivendo, «una forma potente di coazione pratica e costrizione psicologica, talvolta anche giudiziaria». In virtù di questa condizione, scrive Veneziani, «non è consentito avere un’opinione difforme in tema di Covid e di pandemia, di chiusure e di vaccini rispetto a quelle somministrate dai vettori ufficiali; l’accusa di negazionismo o di no vax, di contravvenire alle regole dei social, della vita pubblica, dell’ordinamento è dietro l’angolo. È poi vietato avere giudizi difformi sulle coppie omosessuali, sulle maternità surrogate, le adozioni gay e in generale sui rapporti omo-trans-lesbiche; chi ha idee diverse, o semplicemente continua a difendere le differenze naturali, la famiglia, la nascita secondo natura e la vita secondo tradizione, entra in una sfera d’interdizione che passa dalla riprovazione al veto».

Per ulteriori informazioni sulla rivista ci si può collegare al sito della casa editrice www.pagine.net oppure chiedere direttamente una copia-saggio o l’abbonamento annuale alla mail: segreteriaredazione.ilborghese@pagine.net.

Per ascoltare la presentazione de “il Borghese” di maggio, andata in onda oggi su Radio Padania , durante la trasmissione Potere al Popolo di Sammy Varin si può cliccare qui.

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