La maternità di Maria non si è costituita in due tempi…
Maternità divina e maternità umana
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Di Anna Tortora
Per la festa della mamma vorrei riflettere con voi sulla madre Celeste, su colei che ha avuto il privilegio di essere la madre del Divino Salvatore.
Considerata nel suo principio, la maternità di Maria appare già straordinaria: questa madre è vergine, e, paradossalmente, ciò le permette di essere perfetta.
Però, come ha scritto Luigi Melotti, “è soprattutto quando ci si volge al suo termine che il mistero della maternità di Maria rivela tutta la sua grandezza: questa maternità è divisa perché il Figlio, dato alla luce, è personalmente il Figlio di Dio”.
Ordinariamente, il figlio che nasce dalla madre è un essere umano perfettamente autonomo: è una persona.
“Ora, il Figlio che nasce da Maria non riceve la sua autonomia personale dalla sua umanità, ma dalla seconda Persona della Santissima Trinità: la Persona a cui termina la maternità di Maria è il Figlio di Dio. Maria è dunque Madre del Figlio di Dio, non secondo la sua esistenza eterna, ma secondo la sua esistenza umana”, ci ricorda lo stesso autore.
Una precisazione aiuterà, forse, a comprendere un po’ meglio che Maria è Madre del Figlio di Dio.
“La sua maternità non si è costituita in due tempi: un primo tempo in cui Maria avrebbe concepito nel suo seno un uomo autonomo, e un secondo tempo in cui il Verbo sarebbe venuto ad abitare in quest’uomo: è questa l’eresia ‘adozionista’. No: è nell’istante stesso del concepimento che il Verbo è venuto ‘a abitare tra noi’, cioè ha assunto una umanità, rendendola beneficiaria della sua autonomia divina ed eterna. Appena esiste, la maternità di Maria termina dunque alla Persona del Verbo stesso. Maria non è madre di un uomo in cui Dio sarebbe poi venuto ad abitare: è Madre del Figlio di Dio che prende carne; il Figlio di cui Maria è la Madre è personalmente il Figlio di Dio” (Luigi Melotti).
Perciò, dice bene Max Thurian: “chiamare Maria Madre di Dio vuol dire esprimere nel suo modo adeguato il mistero dell’Incarnazione di dio divenuto uomo”.
Ricordiamo l’affermazione di San Tommaso d’Aquino: “L’umanità di Cristo, dal fatto di essere unita a Dio; la beatitudine creata, dal fatto di essere godimento di Dio; e la Beata Vergine, dal fatto di essere Madre di Dio, hanno una certa quale dignità infinita, proveniente dal bene infinito che è Dio” (San Tommaso, S. Th., I, q. 25, art. 6, ad 4.).
Essendo Madre del Figlio di Dio, Maria la relazione più profonda che unisce un essere umano con Dio.
“Maria dà a questa Persona divina la possibilità di esistere in una forma nuova, e di qui, in tutta verità, una Persona divina si rivolge ad una creatura dicendole: ‘Mamma!’; una persona umana si rivolge al Figlio di Dio, dicendogli: ‘Figlio mio!’ (Luigi Melotti).
Pio XI scrisse nell’Ep. Sacra inter aedes, al Card. casanova, in occasione del Congresso eucaristico di Spagna, 4-10-1927, scrisse: “E’ opportuno che i fedeli ricordino che il corpo di Cristo, di cui felicemente ci cibiamo, è il medesimo che la Beata Vergine diede alla luce per la salvezza del mondo”.
Sant’Anselmo, nel suo Discorso 52 (PL 158, coll. 955-956), esprime in maniera mirabile l’unicità e la grandezza della maternità di Maria “A Maria Dio diede il suo Figlio unico, che aveva generato dal suo seno uguale a se stesso e che amava come se stesso, e da Maria plasmò il figlio, non un altro, ma il medesimo, in modo che secondo la natura fosse l’unico e medesimo figlio comune di Dio e di Maria”.
Poi, la maternità di Maria è simile alla generazione eterna del Figlio, in quanto esiste, fuori da ogni contatto sessuale, su un piano puramente spirituale.
“Cristo, invece di essere il frutto di un’unione carnale, è frutto della fede e della santità di Maria” (Luigi Melotti).
La maternità divina è una gloria senza pari per Maria. “Tuttavia, nella nostra prospettiva che è quella, innanzitutto, di situare Maria nel disegno di salvezza, bisogna guardarsi dal trattare questo privilegio come assoluto, come qualcosa a sé stante. La maternità divina è tutta relativa all’opera di Cristo: è un servizio del Signore, come Maria stessa ha affermato nell’Annunciazione” (Luigi Melotti).
Questa prima e fondamentale cooperazione di Maria all’opera della salvezza consiste nel dare al Verbo una natura umana. “Essa dà al mondo la sua unica fonte di salvezza, il suo unico Mediatore. Mediante Maria , il Verbo diviene non solo simile agli uomini , ma uno di essi, della loro stirpe, atto ad essere il loro vero Rappresentante verso il Padre. In linea teorica, l’Incarnazione si sarebbe potuta compiere senza la mediazione di una madre. Però, in questo caso, il Verbo non sarebbe stato così totalmente il Sommo Sacerdote ‘preso tra gli uomini’ (Eb 5,1), il Mediatore perfetto nella sua Persona le due parti da riconciliare” (Luigi Melotti).
Maria accompagna Gesù nella sua vita terrena: lo partorisce, lo mostra ai pastori e ai Magi, lo presenta al Tempio, lo cerca e lo ritrova nel Tempio, le nozze di Cana, Maria al calvario… Maria madre di Dio e madre nostra.