Ddl Zan, CEI ribadisce singolarità e unicità della famiglia, costituita da uomo e donna

Ddl Zan, CEI ribadisce singolarità e unicità della famiglia, costituita da uomo e donna

LA CEI SUL DDL ZAN: PROPOSTA DI UN DIALOGO, MA “NON È IN QUESTIONE LA REALTÀ DELLA DIFFERENZA TRA UOMO E DONNA”; L’ON. BASSO: “DDL ZAN RISCHIA DI DISCRIMINARE LE DONNE E NON E’ UNA PRIORITA’ DEL PAESE. SI TRATTA DI UNA LEGGE PROFONDAMENTE INGIUSTA”; PRO VITA E FAMIGLIA: “IN ITALIA NON ESISTE NESSUNA ‘EMERGENZA OMOFOBIA'”

Di Maria Luisa Donatiello

È del 28 aprile 2021 l’ultima Nota sul ddl Zan della Cei, ovvero il pronunciamento della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in merito al testo che sarà presto in discussione attualmente in Senato.

Manifestando vicinanza e grande attenzione a quanti sono discriminati e subiscono violenza nella Nota si afferma che “una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna” poiché discriminante sarebbe affermare il contrario!

Nel documento viene fermamente difeso e confermato, come unico paradigma possibile di famiglia, quello della famiglia naturale: “sentiamo il dovere di riaffermare serenamente la singolarità e l’unicità della famiglia, costituita dall’unione dell’uomo e della donna, e riconosciamo anche di doverci lasciar guidare ancora dalla Sacra Scrittura, dalle Scienze umane e dalla vita concreta di ogni persona per discernere sempre meglio la volontà di Dio”.

Ribaditi i principali punti fermi della prospettiva cattolica, l’intento del pronunciamento è la ricerca di un dialogo.

Così viene resa esplicita la volontà dei cattolici di intraprendere un confronto che possa portare a conclusioni condivise.

Pur consapevoli del pluralismo etico dilagante, i cattolici vogliono che sia data l’opportunità di dialogare sulla questione in materia di violenza e discriminazione per motivi di orientamento sessuale o identità di genere partendo certamente da presupposti antropologici e razionali.

Poiché, se la fede non è sostenuta dalla ragione diventa fanatismo e superstizione, per mezzo della ragione e della scienza si può giungere a conclusioni condivisibili, pertanto, come la violenza in ogni sua forma è condannabile, così la natura umana non è umanamente modificabile.

Se i due generi uomo e donna non sono prodotto dell’ingegno umano (è infatti scientificamente e razionalmente definibile il sesso biologico delle persone) è allora razionale affermare che in natura o si è uomo o si è donna e che tutto il resto è sovrastruttura come lo è la percezione che la persona ha della propria identità sessuale e che, per dei disordini, non sempre corrisponde al sesso fisico influenzando così anche l’orientamento sessuale.

La proposta di un dialogo volto a discutere una legge che possa impegnare tutti “a raggiungere ogni persona, in qualunque situazione esistenziale si trovi, in particolare chi sperimenta l’emarginazione culturale e sociale”, come l’esempio di Gesù Buon Pastore, è auspicabile che venga accolta.

“È necessario che un testo così importante cresca con il dialogo e non sia uno strumento che fornisca ambiguità interpretative. […] Auspichiamo quindi che si possa sviluppare nelle sedi proprie un dialogo aperto e non pregiudiziale, in cui anche la voce dei cattolici italiani possa contribuire alla edificazione di una società più giusta e solidale”.

La dignità e il rispetto che ogni persona merita sono già tutelati sia dalla legge statale che dalla legge divina: “Con Papa Francesco desideriamo ribadire che «ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza» (Amoris Laetitia, 250)”.

Il dialogo è sempre edificante e costruttivo e può evitare che accada che chi oggi si sente discriminato e preda diventi dopo il predatore.

Hanno commentato il via libera della Commissione Giustizia del Senato anche politici e associazioni pro famiglia naturale.

“La calendarizzazione del ddl Zan al Senato è un passaggio molto grave, con chiare spinte ideologiche e mondialiste. Non dobbiamo cedere di un millimetro rispetto a questo tentativo di introdurre l’ennesima legge che mira a distruggere la famiglia, le tradizioni e la libertà di pensiero. Ci dobbiamo opporre con tutte le forze politiche, morali e spirituali, perché è una battaglia identitaria fondamentale per libertà. Confido nella determinazione ed il coraggio dei nostri colleghi senatori che si stanno battendo e lotteranno al massimo per fermare questa proposta di legge liberticida”, ha dichiarato a Informazione Cattolica il deputato della Lega Vito Comencini.

“Il ddl Zan è tornato nuovamente a intasare i lavori del Parlamento. Mi sembra veramente assurdo che ci sia chi ritenga una legge inutile e, anzi, dannosa come quella una priorità per il nostro paese. E’ mio profondo convincimento che affrontare ora questo ddl sia un grave errore politico che andrebbe tutto a danno degli italiani. La scelta e la responsabilità di portarlo comunque avanti è tutta da riportare in capo alla sinistra”, afferma l’on. Alessandra BASSO, deputata della Lega al Parlamento Europeo.

“Prima di tutto il tema è divisivo e rischia di paralizzare per lungo tempo il lavoro del governo e del Parlamento: questa è una cosa che non possiamo assolutamente permetterci vista la situazione che stiamo vivendo. Inoltre, credo che la proposta di legge meriti approfondite riflessioni nel merito, che coinvolgano anche la popolazione, così che gli italiani possano capire perché questa legge non deve vedere la luce. Prova ne è il fatto che il mondo dell’associazionismo femminista si sta schierando contro questa proposta, che rischia di vedere le donne come i soggetti realmente discriminati da questa legge. Sovrapponendo identità di genere e sesso, operazione che rischia di essere posta in essere dal ddl Zan, si vanno a comprimere quei diritti e quegli spazi che le donne hanno guadagnato con tanta fatica. Se un domani a un uomo bastasse ‘autopercepirsi’ come donna, o meglio, dichiarare di ‘autopercepirsi’ come donna per essere considerato tale, sarebbe una sconfitta per tutte le donne del nostro paese”, continua l’europarlamentare del carroccio.

“Per questi motivi, ritengo che tale proposta, che presenta notevoli criticità e rischi per il nostro paese, debba essere affrontata una volta che avremo superato questo momento di crisi economica, sociale e sanitaria. Lasciamo che il prossimo governo e la prossima legislatura si confrontino su questo tema così delicato e, ora, concentriamoci sul rilancio del nostro paese, che ha già sofferto troppo e non può più permettersi di rallentare o fermarsi. Se così non deve essere, confido che il presidente della Commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari sappia guidare sapientemente il percorso di discussione della legge, in modo da permettere, attraverso un cammino squisitamente democratico, il disvelarsi delle contraddizioni che essa racchiude, che non possono che portare alla sua bocciatura”, conclude l’onorevole Basso.

“Quale necessità c’era di incardinare in Commissione Giustizia il Ddl Zan, un tema tanto divisivo e non trattato nei discorsi programmatici alla Camera e al Senato del premier Draghi? E l’invito all’unità fatto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella dove è finito, nel cestino? Le emergenze per il Paese erano la lotta al Covid col piano vaccini e la ripresa economica. Se alcuni partiti vogliono spaccare la maggioranza, mettere in crisi l’Italia, e anche le famiglie hanno scelto la strada giusta”. Così ha dichiarato Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia onlus.

“Dati alla mano, per fortuna in Italia non esiste nessuna ‘emergenza omofobia’. Il Covid è un’emergenza. Il lavoro perso è un’emergenza. La disabilità abbandonata è un’emergenza. La scuola chiusa è un’emergenza. L’emergenza omofobia è un’invenzione mediatica fomentata dalla Sinistra per nascondere sotto al tappeto le emergenze reali che non è in grado di risolvere. Sconcertante! Daremo battaglia, anche in piazza se servirà, per bloccare questa pericolosa legge, profondamente discriminatoria”, ha concluso Jacopo Coghe, vice presidente della stessa onlus.

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CEI molto tiepida e arrendevole, ma non stupisce.
Bruno PD