La laicità è un indicatore di visioni del mondo post-religiose e anti-religiose
«UN BENE PREZIOSO»: IL DIRITTO ALLA LIBERTÀ DI RELIGIONE O DI CREDO
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Di Heiner Bielefeldt*
La libertà di religione o di credo è un «bene prezioso». Questa definizione, che è apparsa per la prima volta nello storico caso Kokkinakis (1993), è diventata una delle citazioni standard nella giurisdizione della Corte europea dei diritti dell’uomo. Ciò che il tribunale internazionale sottolinea è che la libertà religiosa, oltre al suo ovvio significato per i seguaci delle varie religioni, è indispensabile per plasmare una coesistenza rispettosa in una democrazia moderna. Non è né un lusso né un privilegio. Per citare la Corte, la libertà di religione o di credo è «uno dei fondamenti di una società democratica».
Nonostante il chiaro riconoscimento di questa libertà da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo, la libertà di religione o di credo è tornata ad essere una questione controversa, anche in Europa. Negli ultimi anni sono sorte nuove tematiche, alcune delle quali riguardano problemi pratici relativi a come implementare al meglio questo diritto umano, mentre altri interrogativi tradiscono un certo scetticismo riguardo all’attuale rilevanza della libertà di religione o di credo nelle moderne società laiche.
La libertà di religione o di credo privilegia alcune visioni religiose del mondo? Qual è la sua portata e quali i suoi limiti? Abbiamo davvero bisogno di un diritto umano che si occupi specificamente di questioni di religione e di credo? Non sarebbe sufficiente garantire a tutti la libertà di esprimere le proprie opinioni, posizioni e convinzioni, incluse quelle religiose? Qual è la relazione di questa libertà con gli altri diritti umani? Qual è il ruolo della libertà di religione o di credo all’interno di più ampie agende volte a contrastare la discriminazione? Si tratta di domande di vasta portata.
La libertà di religione o di credo gode dello status elevato di diritto umano inalienabile. Non è semplicemente sancita dagli strumenti internazionali e regionali relativi ai diritti umani, ma incorpora in sé tutti i princìpi che insieme definiscono l’approccio dei diritti umani: universalismo, libertà e uguaglianza. Lo scopo principale dei diritti umani è quello di istituzionalizzare il rispetto della dignità umana di ognuno. A dispetto di quanto diffusamente ed erroneamente si crede, vale la pena sottolineare che la libertà di religione o di credo non tutela le religioni o i sistemi di credo in sé né rappresenta un prolungamento diretto di opinioni o valori religiosi nel quadro dei diritti umani. Invece, in virtù della sua natura di diritto umano, la libertà di religione o di credo protegge gli esseri umani contro tutte le forme di coercizione, intimidazione e discriminazione nella vasta area delle convinzioni e delle pratiche religiose o di credo. Di conseguenza, i titolari del diritto sono tutti gli esseri umani, sia in quanto individui che in comunità con altri. Questa costante attenzione agli esseri umani – alla loro dignità, libertà e uguaglianza – costituisce un denominatore comune che collega la libertà di religione o di credo a tutti gli altri diritti umani.
All’interno della più ampia rete di diritti umani, la libertà di religione o di credo ha allo stesso tempo un ruolo unico da svolgere. Rappresenta una dimensione cruciale della nostra umanità, ovvero il fatto che noi esseri umani possiamo adottare e nutrire convinzioni profonde che formano la nostra identità e che possono permeare tutti gli aspetti della nostra vita, sia in privato che in pubblico. Per citare la Dichiarazione sull’eliminazione di tutte le forme d’intolleranza e di discriminazione fondate sulla religione o il credo, proclamata dalle Nazioni Unite nel 1981, «la religione o il credo costituiscono, per colui che li professi, uno degli elementi fondamentali della sua concezione della vita».
Nonostante le sovrapposizioni con la libertà di opinione e di espressione, la libertà di religione o di credo ha quindi una sua applicazione ben distinta. Questo la rende un diritto umano indispensabile che merita una difesa critica contro le tendenze contemporanee volte a marginalizzarla e banalizzarla. Inoltre, la libertà di religione o di credo comprende un’ampia varietà di manifestazioni pratiche delle convinzioni esistenziali delle persone, come la libertà di praticare il culto insieme ad altri, di mostrare visibilmente la propria identità religiosa, di osservare le regole religiose della propria fede, di educare i propri figli in conformità alle proprie convinzioni, di costruire infrastrutture che vanno dagli asili ai cimiteri, e molti altri aspetti. Senza apprezzare il ruolo specifico della libertà di religione o di credo, i diritti umani non soltanto non riuscirebbero a rendere giustizia alla condizione umana, ma cesserebbero di essere pienamente umani.
Il fatto che i vari diritti umani condividano un medesimo obiettivo generale, ovvero quello di proteggere la dignità di tutti gli esseri umani, non esclude l’eventualità che alcuni di essi possano occasionalmente entrare in conflitto. Affrontare le tensioni che sorgono tra le diverse preoccupazioni relative ai diritti umani rappresenta in realtà una parte normale della pratica dei diritti umani. Sarebbe quindi un grave equivoco vedere la libertà religiosa come un ostacolo a programmi più ampi in materia di diritti umani, ad esempio nell’area della non discriminazione.
La libertà di religione o di credo non è soltanto indispensabile per una comprensione appropriata dei diritti umani in generale, ma contribuisce anche a una comprensione adeguatamente complessa dei programmi di non discriminazione. Se a volte tale diritto può aggiungere un elemento di “complicazione”, la ragione principale è che gli esseri umani sono effettivamente esseri “complicati”.
In quanto esseri umani, abbiamo molteplici bisogni, desideri, vulnerabilità, identità e opzioni creative. La possibilità di coltivare convinzioni esistenziali, che permeano il nostro essere più profondo e modellano le nostre percezioni e priorità, è parte di ciò che ci rende umani. Proprio come i diritti umani sarebbero impensabili senza la libertà religiosa, le agende di non discriminazione sarebbero incomplete senza accogliere il significato delle opinioni e delle pratiche religiose. La libertà di religione o di credo, inoltre, gioca un ruolo importante nei dibattiti in corso sulla natura secolare degli Stati moderni.
La laicità è diventata una caratteristica distintiva delle democrazie moderne e, in larga misura, caratterizza anche la società moderna. Ad uno sguardo più attento, tuttavia, si scopre che il termine laicità racchiude significati molto diversi. La laicità della Costituzione può rappresentare il compito continuo di mantenere lo spazio pubblico aperto alla diversità religiosa e non religiosa all’interno della società. Tuttavia, la laicità può anche essere un indicatore di visioni del mondo post-religiose e anti-religiose, che possono permeare le istituzioni pubbliche e la vita pubblica.
La linea di demarcazione tra queste forme aperte e restrittive di laicità può essere sottile e nessuno sa dove corre esattamente, eppure esiste. La libertà di religione o di credo fornisce una solida base per coltivare una comprensione aperta e inclusiva delle costituzioni democratiche secolari. Ci ricorda inoltre che la laicità può avere senso solo quando è al servizio del rispetto della libertà delle persone sia in privato che in pubblico. Questo è un compito importante.
La realizzazione della libertà di religione o di credo nelle nostre società moderne sempre più pluraliste è diventata un compito difficile. Considerata l’inesauribile diversità dei sistemi di credenze, delle convinzioni religiose e morali, delle pratiche individuali e comunitarie, la libertà di religione o di credo è diventata oggetto di molte questioni di vasta portata, che richiedono un dibattito pubblico approfondito. In ogni caso, le persone continuano a cercare il senso ultimo della vita, a coltivare le loro convinzioni esistenziali, a praticare il culto insieme agli altri e a crescere i loro figli in conformità ai valori che tengono in grande considerazione. La convivenza in una società pluralista e democratica richiede una cultura del rispetto, che non potrebbe fiorire senza la libertà di religione o di credo. Il diritto alla libertà di religione o di credo continua certamente ad essere «uno dei fondamenti di una società democratica», come ci ricorda la Corte europea dei diritti dell’uomo. In effetti, è un bene prezioso.
* Estratto da: Aiuto alla Chiesa che Soffre Internazionale, Libertà religiosa nel
mondo 2021, aprile 2021, https://acninternational.org/religious-freedom-report/
Il Rapporto 2021 sulla libertà religiosa nel mondo è un prezioso studio pubblicato dalla Fondazione Pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. Quella del 2021 è la quindicesima edizione del Rapporto, prodotto ogni due anni e pubblicato in inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo.