Lo statalismo, tanto caro alla Sinistra, prepara una stagione di eguali e miserabili, docili e rassegnati
Pandemia ed egemonia: le speranze di Speranza
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Di Diego Torre
L’ombra cupa di un noir d’autore continua a gravare dal mese di ottobre 2020 sul libro scritto (e subito ritirato dalla distribuzione) dal ministro della salute Speranza.
Eppure si può leggere da qualche copia clandestina che nel libro c’è di tutto: la certezza del ministro dell’imminente uscita dall’incubo-coronavirus, gli sforzi eroici del governo giallorosso guidato da Conte e le lodi al grande commissario Domenico Arcuri, la sofferenza per non aver potuto celebrare degnamente il 25 aprile ed il suo turbamento a veder passare le automobili per strada….
Rimangono misteriose ma non troppo le ragioni del ritiro; chissà se un giorno verranno rivelate. Ottimismo smentito dall’allora incipiente seconda ondata o timore di avere scoperto troppo il suo più segreto pensiero?
Vi sono infatti passaggi che meritano un’attenzione maggiore, indicatori di una mentalità e di una cultura vivi ed operanti nel mondo politico italiano. “Sono convinto che abbiamo un’opportunità unica per radicare una nuova idea della sinistra, basata su un impegno di cui oggi tutti riconoscono la necessità: difendere e rilanciare i beni pubblici fondamentali, a partire dalla tutela della salute, del valore dell’istruzione e dalla difesa dell’ambiente”…”Credo che dopo tanti anni controvento ci sia davvero una nuova possibilità di ricostruire un’egemonia culturale su basi nuove”.
Ha ragione. Infatti, cosa c’è di meglio di un’emergenza sanitaria e delle relative paure, alimentate oltretutto dal potere mediatico, per fare correre un popolo sotto le ali protettive del grande Leviatano statale, ed avocare ad esso ogni iniziativa, sanitaria ed economica? Cosa c’è di meglio della paura della morte per rinunciare ad ogni libertà pur di sopravvivere?
Ecco il grande traguardo che viene progressivamente prospettato, non solo in Italia: poveri, isolati, privi di fare impresa, di associarsi e circolare liberamente …. ma sopravvissuti! Sono già in tanti ad entrare in questo ordine mentale da schiavi, nel quale lo statalismo tanto caro alla sinistra marxista prepara una stagione di eguali e miserabili, docili e rassegnati. Neanche i carri armati sovietici furono così bravi a fare inghiottire la pillola della tirannide e dell’uguaglianza miserabile!
Cultura marxista ed emergenza pandemica sposano gli interessi dei grandi poteri finanziari. Aumenta la povertà e il bisogno nel mondo, e di pari passo si arricchiscono mostruosamente i miliardari esistenti; 2.755 nel 2021, 660 in più dell’anno precedente, secondo la rivista statunitense Forbes. Pensate un attimo a Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon, il cui patrimonio è stato stimato da Forbes, al 7 aprile 2021, in 189.6 miliardi di dollari: l’uomo più ricco al mondo. E pensate poi alla falangi di uomini e donne che compongono il ceto medio, ormai prossime alla miseria. Certo, è stato il covid a produrre tutto ciò, ma anche le conseguenti, relative misure di chiusura volute dai governi, di cui Speranza è stato ed è il più convinto sostenitore.
Ma il passaggio più inquietante è quello sull’egemonia culturale di gramsciana memoria. “Voce dal sen fuggita” che esprime chiaramente gli obiettivi del ministro. Gramsci insegnava dal carcere fascista in cui era rinchiuso che il potere economico-politico-militare da solo non bastava. Era necessario e propedeutico quello culturale, ovvero l’imposizione di concetti, linguaggio, mentalità che favorissero l’adeguamento di strati sempre più vasti della società. Chissà che risate si facevano i carcerieri-censori leggendo le sue lettere! Togliatti applicò la lezione nel dopoguerra e vinse la sua battaglia, disarmando le culture e le forze politiche avversarie, soprattutto cristiane, e fagocitandone, anche solo psicologicamente, gli esponenti.
“La conquista dell’egemonia culturale è precedente a quella del potere politico e questa avviene attraverso l’azione concertata di intellettuali organici infiltrati in tutti i mezzi di comunicazione, di espressione e nelle università”.
Può l’epidemia, con le sue chiusure e le sue privazioni di libertà costituire le ”basi nuove” di questa egemonia culturale della sinistra? Il ministro, formato a quel pensiero, ritiene a ragione di sì. Tutti gli uomini liberi devono allora vigilare ed operare affinché le speranze di Speranza siano rese vane.