Ecco come finiscono i falsi moralisti come Beppe Grillo!
IL NOVELLO ROBIN HOOD ANZICHÉ TRINCERARSI DIETRO UN GIUSTO E DIGNITOSO SILENZIO (E MAGARI DARE QUATTRO SBERLE AL CONSANGUINEO CHE GLI HA ROVINATO L’IMMAGINE PUBBLICA), SPARA A ZERO CONTRO TUTTI, COME SE CI FOSSE UNA COSPIRAZIONE IN ATTO CONTRO DI LUI…
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Di Alessandro Puma
É davvero singolare, anzi peculiare perché tipico dell’italianità, passare da accusatori – moralisti – ad accusati dall’oggi al domani senza scarti né soluzione di continuità.
E se è disarmante che un leader politico come Salvini sia stato inquisito e abbia dovuto subire un processo semplicemente per aver tutelato i confini – legittimi – di una Nazione, cioè per aver fatto sostanzialmente il proprio lavoro, diventa addirittura disgustoso il comportamento di un altro leader politico – il Grillo pentastellato – nel momento in cui, pur di difendere il figlio a prescindere dalla sua innocenza o colpevolezza, fa dell’effimero e becero vittimismo.
Il figlio dell’ex comico, infatti, sarebbe indagato assieme ad altri tre baldi giovani per aver costretto una ragazza straniera “ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno“, per averla “afferrata per la testa e costretta a bere mezza bottiglia di vodka” e infine “obbligata ad avere rapporti di gruppo”. Il tutto mentre veniva ripresa e filmata com’è barbara usanza d’oggidì.
Ebbene sì, il raddrizzatore di torti, il paladino della giustizia che non la mandava certo a dire e che, assieme ai suoi adepti, insultava a destra e a manca i vecchi politici di un tempo, prima che i suoi diventassero insulsi come loro dopo aver ottenuto a loro volta il potere, si ritrova con un figlio degenere che, anche se non è stato parte attiva allo stupro, si trovava comunque lì, nella scena del crimine.
E il novello Robin Hood che fa? Anziché trincerarsi dietro un giusto e dignitoso silenzio (e magari dare quattro sberle al consanguineo che gli ha rovinato l’immagine pubblica), comincia a sparare a zero sui magistrati e a offrirsi per essere immolato al posto del figlio, come se ci fosse una cospirazione in atto contro di lui.
Ma, come sempre, gli altri, cioè i finti alleati e veri nemici del Pd non sono da meno perché questo scandalo potrebbe mettere forse una pietra tombale su un’ipotesi di alleanza tra pentastellati e Pd: “Giuseppe Conte dirà qualcosa sull’osceno video di Beppe Grillo?” si chiede il senatore “renziano” Andrea Marcucci del Pd “Il silenzio del M5s renderebbe molto più difficile anche il solo ipotizzare alleanze privilegiate con loro”.
Come se il problema fosse questo, mentre della vittima e dei genitori della vittima non gliene frega niente a nessuno.
Critica anche Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa ed esponente del M5S: “Ne parlano in tanti oggi del video di Beppe Grillo in difesa di suo figlio Ciro e io, da 5 Stelle, sento il dovere di dire che il contenuto di quel video rinnega i nostri valori”. “Caro Beppe, capisco il tuo dolore di padre, capisco la rabbia dei processi mediatici che colpiscono di più le persone conosciute, ma la tua rabbia e il tuo dolore non devono offendere la rabbia e il dolore dei genitori della ragazza”.
Ma anche questo sembra più un comunicato stampa, quasi una vendetta verso i metodi draconiani usati dallo stesso Grillo verso i suoi sottoposti per bandirli dal partito quando sbagliavano. Perché l’unica scemenza che conta è buttarla in politica. Sempre.
“Non dico il buon gusto, ma almeno il buon senso”, declama giustamente il cantante Willy Peyote mentre l’avvocato della ragazza che ha subito violenza, Giulia Bongiorno, afferma che ha intenzione di portare lo stesso video girato da Beppe Grillo in difesa del figlio, in procura perché è una prova a carico, documenta una mentalità, “cioè quella mentalità che tenderebbe a colpevolizzare la vittima e non il carnefice”, in questo caso i carnefici.
La violenza sessuale di gruppo risalirebbe, lo ricordiamo, al luglio 2019, secondo l’accusa di S. J., giovane italo-svedese che ha denunciato i fatti dopo otto giorni dall’accaduto. Le vittime non hanno detto nulla, i genitori sono distrutti, silenti e sbigottiti, non immaginavano una ridicolizzazione del loro dolore. Non si ribaltano i ruoli, noi non ci stiamo, noi non ci facciamo intimidire!“. Così a L’aria che tira su La7 la senatrice della Lega si scaglia contro Grillo padre per il suo video in difesa del figlio diciannovenne.
I non più giovani come me ricorderanno sicuramente i due splendidi programmi Rai, ideati e commentati da Grillo negli anni ‘80, come forme d’intrattenimento davvero divertenti e intelligenti che si intitolavano: “Te la do io l’America” e “Te lo do io il Brasile”. Oggi l’ex comico si è reso involontariamente protagonista di una nuova sit-com a sfondo, però, orrorifico che potrebbe intitolarsi “Te la do io l’Italia”. Ecco l’Italia di oggi è questa qua!