Shemà. Commento al Vangelo del 21 aprile della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: mercoledì 21 Aprile 2021
Oggi il Vangelo continua il discorso sul pane di vita e inizia con le parole di Gesù che erano poste a conclusione del testo di ieri: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. Meditare questa frase ci è utile perché in questa frase è indicata la realtà di Dio che vive, che rinnova la vita, in mezzo a noi: “Io sono” è il nome di Dio rivelato a Mosè sul monte Sinai (Es. 3,14) “il pane della vita” è la realtà, il modo in cui Dio vive tra noi, come pane, cioè come nutrimento che ci mette in comunione con Lui, grazie alla Nuova Alleanza compiuta da Gesù nella sua Pasqua, nella sua Risurrezione. Ecco allora che, se ieri abbiamo considerato come la comunità cristiana guidata da Giovanni, attraverso questa profonda catechesi inserita nel capitolo 6 del suo vangelo, viene sensibilizzata a riconoscere nella celebrazione eucaristica la presenza del Risorto come pane, come nutrimento della vita, oggi consideriamo come eucaristia, per la comunità cristiana, sia anche un modo nuovo di stare nel tempo e nel mondo, un modo di comunicare la gratuità e il dono disinteressato di sé che sono il frutto della Risurrezione di Cristo e della vita nuova alla quale essa ci introduce. Nel Vangelo l’annuncio della risurrezione è sempre annuncio di vita nuova, vita che si rinnova, che si lascia rinnovare. Risurrezione non è rinascita, non è tornare in vita ma è lasciarsi rinnovare interiormente nella vita, ogni volta che riconosciamo la potenza di Dio che ci fa vivere, che ci viene incontro e quindi ogni volta che rendiamo grazie. Partecipare alla risurrezione di Cristo è nutrirci del pane della vita, è lasciarsi trasformare in Lui.
Celebrare l’eucaristia è rinnovare la propria identità battesimale, nella comunione con Dio e con tutto l’universo. L’eucaristia ci aiuta a vivere nello Spirito del Risorto che ci è dato nel Battesimo. Sant’Agostino spiega bene questo mistero: “Rinati ormai dall’acqua e dallo Spirito, voi vedete sotto una luce nuova e percepite con novella pietà questo cibo e questa bevanda che sono sulla mensa del Signore.(…) Prendete dunque e mangiate il corpo di Cristo, ora che anche voi siete diventati membra di Cristo nel corpo di Cristo; prendete e abbeveratevi col sangue di Cristo.
Per non distaccarvi, mangiate quel che vi unisce; per non considerarvi da poco, bevete il vostro prezzo. Come questo, quando ne mangiate e bevete, si trasforma in voi, così anche voi vi trasformate nel corpo di Cristo, se vivete obbedienti e devoti (…)perché se voi ricevete degnamente questa cosa che appartiene a quella nuova alleanza mediante la quale sperate l’eterna eredità, osservando il comandamento nuovo di amarvi scambievolmente, avrete in voi la vita.” Buona giornata!
Gv 6, 35-40
In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos