Si ripristini il voto di preferenza e uno sbarramento per evitare la dispersione della rappresentanza
“Il Paese si doti, prima delle prossime elezioni politiche, di un sistema elettorale proporzionale che riaffermi e contempli, in un equilibrio possibile, il primato della rappresentanza popolare con quello della governabilità”.
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A cura di Stefano Colagrossi*
La formazione di una nuova maggioranza parlamentare, costituita da quasi tutte le principali forze politiche, segna un impegno comune, volto a fronteggiare la grave crisi sanitaria ed economica che affligge il Paese e a gestire efficacemente i finanziamenti europei.
Lo spirito di solidarietà politica espresso dalla formazione del nuovo Esecutivo offre anche una preziosa opportunità, forse meno visibile per molte persone, ma che non può essere sprecata: quella di realizzare le riforme istituzionali necessarie e improrogabili, soprattutto dopo l’approvazione della legge costituzionale 18 ottobre 2020, n. 1, che ha ridotto il numero dei parlamentari a partire dalla prossima legislatura.
È urgente, innanzitutto, una riforma della disciplina in materia elettorale.
Come è emerso durante la campagna referendaria sul taglio del numero dei parlamentari, anche per gli esponenti delle forze politiche che hanno sostenuto la riforma, quest’ultima ha determinato una consistente riduzione della rappresentatività delle Assemblee legislative nazionali e ha posto non trascurabili problemi alla funzionalità degli stessi organi parlamentari.
Il decreto legislativo 23 dicembre 2020, n. 177 permette di applicare la vigente normativa elettorale alla nuova composizione di Camera e Senato, ma ha introdotto collegi uninominali eccessivamente ampi e determina un’accentuata disparità tra le Regioni nel rapporto tra popolazione media e seggi da assegnare.
Le forze politiche della precedente maggioranza avevano trovato un accordo per adottare un sistema proporzionale con una soglia di sbarramento al 5 per cento: una scelta volta a garantire il pluralismo politico territoriale, la parità di genere e il rispetto dei principi riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte costituzionale in materia elettorale e ditutela delle minoranze linguistiche. Tale soluzione sembra ora di nuovo in discussione.
I sottoscrittori di questo documento sono convinti che il sistema proporzionale resti la soluzione più adeguata alla forma di governo e alla cultura politica del Paese.
Negli anni in cui sono state applicate leggi elettorali di ispirazione maggioritaria non può dirsi che la stabilità di governo sia aumentata e che la frammentazione politica si sia ridotta; al contrario, si è assistito alla nascita di un gran numero di nuove formazioni politiche e di coalizioni divise al proprio interno, che si sono sfaldate ripetutamente determinando diverse crisi di governo e radicalizzando l’insoddisfazione dei cittadini verso la politica, facendo crescere atteggiamenti di reazione ed, in maniera allarmante, l’astensionismo
Il sistema proporzionale, oltre a contribuire all’innalzamento del livello di rappresentatività delle Camere, agevolerebbe l’instaurazione di più solidi rapporti tra le forze politiche e il territorio e potrebbe anche servire a creare le condizioni per una rigenerazione dei partiti, necessaria ora come mai prima.
Nella stessa prospettiva, si auspica, se non si vuole adottare un proporzionale puro, almeno la previsione di soglie di sbarramento tali da non compromettere la rappresentatività cui il sistema dovrebbe tendere, senza trascurare le legittime esigenze di stabilità di governo.
Un altro elemento che dovrebbe caratterizzare il nuovo sistema elettorale è il meccanismo delle preferenze, indispensabile per restituire valore alla libera scelta elettorale dei cittadini.
Le critiche a tale metodo, secondo cui esso agevolerebbe la corruzione e comporterebbe un nuovo aumento dei costi della politica, non appaiono convincenti.
Certamente il voto di lista con preferenza non rende immune il sistema da fenomeni corruttivi, ma questi possono essere prevenuti e combattuti attraverso appositi correttivi, come la definizione di collegi piccoli e un più efficiente sistema di controlli. Quanto alle spese elettorali, si può introdurre un’adeguata disciplina che le regoli.
Se, infine, si andasse a votare con l’attuale disciplina e senza alcune nuove modifiche alla Costituzione, volte a innalzare i quorum attualmente previsti per l’elezione degli organi di garanzia e per il procedimento di revisione costituzionale, il rischio concreto è che una maggioranza sovrarappresentata da questa legge elettorale si potrebbe trovare nelle condizioni di fare tutto da sé. Potrebbe cambiare la Costituzione senza il concorso delle minoranze politiche (raggiungendo anche i due terzi dei voti, sufficienti a impedire lo svolgimento del referendum costituzionale) e potrebbe designare, sempre in solitudine, un rilevante numero di componenti degli organi di garanzia (Presidente della Repubblica, Corte costituzionale, CSM., ecc.).
Non è meno urgente, poi, la riforma dei regolamenti parlamentari. Questi da tempo avevano bisogno di una riscrittura complessiva e accorta; oggi però un intervento è addirittura indispensabile, per consentire il funzionamento delle Assemblee legislative e degli organi parlamentari minori e per assicurare la rappresentanza delle minoranze nello svolgimento delle funzioni affidate alle Camere.
L’attuale fase politica costituisce, infine, un’occasione preziosa per promuovere la riscoperta del valore dei partiti, protagonisti della democrazia rappresentativa dei quali non è possibile fare a meno.
Coloro che firmano questo documento auspicano che si apra un’ampia e approfondita riflessione per arrivare ad attuare l’articolo 49 della Costituzione, con l’adozione di una disciplina che finalmente assicuri la democrazia interna dei partiti. È questa una condizione indispensabile per restituire ai partiti il loro fondamentale ruolo di strumenti di partecipazione e di mediazione e di soggetti idonei a formare e a selezionare una classe politica adeguata.
Chiediamo, pertanto, ai parlamentari di intervenire, riprendendo i lavori sulla riforma della disciplina elettorale nel senso auspicato e sulle proposte di revisione costituzionale utili a salvaguardare il sistema delle garanzie. Agire presto e in fretta per uscire dall’emergenza è una necessità, ma non è un buon motivo per trascurare problemi che, se non affrontati a dovere, rischiano di compromettere in modo irreparabile il funzionamento del sistema costituzionale.
Chiediamo, inoltre, agli organi d’informazione, alle associazioni espressioni e sostenitrici dei valori democratici della partecipazione popolare, ai protagonisti della vita culturale ed artistica del Paese, ed, in definitiva, ad ogni cittadino che voglia partecipare ad un processo di rivitalizzazione della politica, di sostenere in ogni forma e luogo questo appello ed i contenuti che propone.
* Per conto di Forum al Centro, Onda Civica, Appello Lib-Dem,
Forme & Riforme, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale – Piemonte,
Rete per la Democrazia Liberale, Partito Liberale Europeo