Shemà. Commento al Vangelo del 15 aprile della teologa Giuliva Di Berardino
Shemà (in ebraico “Ascolta”), un commento al Vangelo del Giorno di Giuliva Di Berardino.
Anche a noi, uomini e donne del terzo millennio, Nostro Signore Gesù Cristo dice: “Shemà”. Ascoltiamolo!
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IL COMMENTO TESTUALE
IL VANGELO DEL GIORNO: Gv 3, 31-36
Giovedì 15 Aprile 2021
Oggi il Vangelo presenta una sintesi dei temi trattati nel capitolo 3 del Vangelo secondo Giovanni e che abbiamo considerato in questi giorni, attraverso le parole che Gesù proferisce nel dialogo con Nicodemo.
Le parole che costituiscono questo testo, infatti, sono la conclusione di un discorso di Gesù su Giovanni Battista e riprendono due temi già affrontati in questi giorni: innanzi tutto la presenza dello Spirito, luce dell’amore, che rivela la luce della Risurrezione, quella luce che apre gli occhi del cuore e che quindi ci rende capaci di vedere la realtà in modo nuovo, facendoci risorgere dall’oscurità del male.
Il secondo tema è l’innalzamento di Cristo, compiuta dal Padre perché potessimo avere un altro punto di vista sulla realtà, non a partire dal basso, ma dall’alto, dalla glorificazione di Cristo, dalla gloria di Dio. Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra, è scritto nel testo. La risurrezione di Cristo ci rende partecipi di Colui che viene dall’alto ed è al di sopra di tutti, e quindi rende leggero il cuore, perché Gesù Risorto ci procura la vittoria su ogni realtà che ci riporta a considerare la vita, le situazioni, le relazioni, dal basso.
Credere nel Risorto è quindi un cambio di prospettiva che ci mette in grado di vivere in una profonda e costante comunione con Dio, tale da renderci leggeri, fino ad assumere la vita nello Spirito. Lo Spirito è il respiro, il vento di Dio, ma, come ci fa comprendere bene il vangelo secondo Giovanni, lo Spirito è soprattutto il dono del Risorto, che ci rende leggeri, facendoci assumere la natura del vento che “non sai da dove viene e dove và“. Infatti è il Figlio di Dio che “dona lo Spirito senza misura” perché “chiunque è nato dallo Spirito” partecipa di un amore smisurato, che fa vivere eternamente, e fa risorgere continuamente.
Allora la conclusione di questo testo è una sintesi di tutto il Vangelo: credere nel Figlio di Dio significa entrare nella vita eterna. Però, non credere al Figlio di Dio significa rimanere sotto l’ira di Dio, e questo accenno all’ira di Dio è molto interessante, perché, in tutto il Vangelo secondo Giovanni, la menzione dell’ira di Dio si trova solo quì.
Si tratta di un tema fortemente in legame con la tradizione profetica e apocalittica che percorre tutta la Scrittura (cfr per esempio Is 5,25; 63,6 e nel Nuovo Testamento Rm 1,18- 32; 1Ts 1,10; 2,16; Ap 6,16-17; 11,18; 19,15), ma, secondo alcuni studiosi, è possibile che queste parole non siano di Gesù ma di Giovanni il Battista. Comunque sia la menzione dell’ira di Dio ci fa comprendere come la fede in Cristo produca una differenza tra empietà e giustizia e si avverte quasi come necessaria per porre un limite all’empietà, alla menzogna, e dare invece a tutti coloro che sono oppressi e provati dal male, una nuova vita, una vita di libertà e di fiducia.
La luce della Risurrezione è vittoria dell’amore di Dio e fa di Gesù Cristo Colui che ci fa venire alla luce per sempre e ci offre la possibilità di stare nel mondo in modo nuovo, non più sotto l’ira di Dio, ma sotto il suo amore, la sua misericordia. E’ Cristo Risorto che ci procura questo cambio di prospettiva e ci cambia la vita, se crediamo in Lui.
Affidiamoci allora, oggi, a Gesù Risorto e meditiamo queste bellissime parole di Sant’Ambrogio, che lui scrive nel suo libro dal titolo De Virginitate: “Cristo è tutto per noi! Se vuoi curare una ferita, Egli è il medico; se sei riarso dalla febbre, Egli è la fonte; se sei oppresso dall’iniquità, Egli è la giustizia; se hai bisogno di aiuto, Egli è la forza; se temi la morte, Egli è la vita; se desideri il cielo, Egli è la via; se sei nelle tenebre, Egli è la luce … Gustate e vedete come è buono il Signore: beato è l’uomo che spera in Lui!” Buona giornata!
Gv 3, 31-36
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
IL COMMENTO IN VIDEO: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos