S.O.S. dal Libano ormai allo stremo
LE ORGANIZZAZIONI CRISTIANE FANNO IL POSSIBILE MA STANNO PER SOCCOMBERE SOTTO IL PESO DI UNA SVALUTAZIONE AL 90%. OCCORRE MOBILITARSI PER UNA VERA EMERGENZA UMANITARIA
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Di Pietro Licciardi
La pubblicità, come suol dirsi, è l’anima del commercio; purtroppo anche nelle emergenze umanitarie, vere o presunte che siano. Per anni ci siamo sorbirti i racconti strappalacrime di migranti in balia di carrette del mare e gommoni nel Mediterraneo salvo scoprire ormai senza ombra di dubbio che dietro il dramma umano di quei poveracci che si imbarcano per l’Italia vi è un fiorente e turpe commercio che ingrassa Ong, cooperative e trafficanti i quali operano all’ombra e con la protezione di partiti politici che sfruttano questa nuova tratta per il loro giochetti ideologici.
Invece non si parla per niente di autentiche tragedie che si stanno consumando nel silenzio dei media e quindi nella nostra completa indifferenza, oltretutto a due passi dalle nostre coste. Come in Libano, paese martoriato da una tremenda guerra civile combattuta dal 1975 al 1990 della quale ci hanno raccontato tutto dei massacri di palestinesi, beniamini delle sinistre italiane, ma poco o nulla delle stragi di cristiani e di come un paese una volta accogliente con le minoranze e modello unico di convivenza tra cristiani e mussulmani sia stato trasformato prima in un campo di battaglia da quegli stessi palestinesi che lì erano stati accolti e poi in una colonia dalla Siria, che ha sfruttato il conflitto per annettersi di fatto la parte meridionale del paese.
Oggi il Libano, che si stava riprendendo con fatica da quel devastante conflitto è ancora una volta alle prese con una tragedia causata in gran parte dagli Stati Uniti e da Israele, che stanno usando il paese dei cedri come una pedina contro la Siria e l’Iran nel loro Risiko mediorientale. In piena emergenza profughi, essendo al confine con un altro Paese, la Siria, sacrificato nei giochi economico-politici statunitensi e devastato da una guerra iniziata nel 2011 per non parlare delle centinaia di migliaia di profughi dall’Iraq molti dei quali cristiani, il Libano è in ginocchio a causa dell’embargo americano che sta provocando una inflazione senza precedenti.
In pochi mesi la lira libanese si è svalutata del 90% e mentre prima per acquistare un dollaro occorrevano 1500 lire oggi ne occorrono dalle 13.000 alle 15.000. A questo si aggiunge la tragedia della esplosione avvenuta nel porto di Beirut nell’agosto 2020, – 207 morti, oltre 7000 feriti e 300 mila senza tetto – e l’imperversare del Covid-19. Tutto questo ha fatto si che ad oggi il 60% dei libanesi, meno di 7 milioni, dei quali 1.300.000 cristiani, viva al di sotto della soglia di povertà.
Il cibo ha raggiunto costi proibitivi anche per le persone più agiate, i cui risparmi sono bloccati nelle banche, e innumerevoli famiglie devono scegliere se curare sé e i propri cari – in Libano l’assistenza sanitaria è tutta a pagamento – oppure mangiare, quando ci riescono.
In questa situazione sempre più disperata chi più di tutti sta offrendo il proprio aiuto indistintamente a mussulmani, rifugiati siriani e iracheni, sono i cristiani, sia singolarmente che mediante associazioni caritative, come Oui pour la Vie, del padre missionario italiano Damiano Puccini, che ancora riesce a tirare avanti con gli aiuti provenienti dall’Italia e con la commovente generosità dei volontari e delle famiglie, anche mussulmane, raggiunte dalla carità cristiana. I più poveri condividono quello che hanno e chi riesce a mettere da parte qualche risorsa rinuncia temporaneamente agli aiuti perché a beneficiarne sia qualcuno ancora più povero, come la signora di 61 anni, che Oui pour la Vie cerca di aiutare mensilmente, la quale ha venduto la sua lavatrice per 175 dollari e avendo adesso la possibilità di mangiare per qualche giorno ha chiesto di dare il suo pacco di viveri a una famiglia irachena di rifugiati che nelle ultime settimane si sono cibati solamente di riso e patate.
Oppure la volontaria che al supermercato ha notato che era appena arrivata una confezione di olio a prezzo scontato per un contributo di solidarietà e che ha rinunciato a comprarla – lei che aveva ancora uno stipendio e poteva acquistarla a prezzo intero – per lasciarla a qualche anziana povera.
Ma questo è solo uno degli episodi di straordinaria condivisione, che sta anche creando l’occasione per pacificare famiglie che hanno conosciuto gli orrori di guerre civili e religiose passate e presenti.
Purtroppo Oui pour la Vie sta per soccombere, poiché il continuo lievitare dei prezzi sta rendendo difficile l’acquisto del cibo e dei medicinali. Difficilissimo poterne fare arrivare dall’Italia a causa dei saccheggi e delle tangenti che gli aiuti subirebbero da parte delle milizie e delle fazioni che controllano il territorio conteso al debole governo libanese. Ciò che possiamo fare è inviare denaro a Oui pour la Vie, secondo quanto riportato alla fine dell’articolo.
Con il nostro contributo non solo aiutiamo persone che sono sicuramente nel bisogno ma anche a mantenere una presenza cristiana su una terra sulla quale ha camminato e predicato Nostro Signore.
Per testimonianze in Italia: Tel. 333/5473721, mail: pdamianolibano@gmail.com
Per inviare offerte
Bonifico intestato al conto: Oui pour la Vie, presso Unicredit a Cascina (PI). Indirizzo: Rue Mar Elias,35 Damour Lebanon.BIC-Swift: UNCRITM1G05 IBAN: IT94Q0200870951000105404518; dopo invio offerta scrivere il proprio indirizzo e telefono a info@ouipourlavielb.com per confermare il ricevimento dell’offerta.