Küng, occhio sui social a chi lo apprezza!
Ci ha lasciato un teologo nemico della Chiesa cattolica. I suoi insegnamenti hanno portato, e continuano a portare, sulla strada dell’errore tante persone, vescovi, vaticanisti e teologi compresi!
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Di Angelica La Rosa
La morte del teologo svizzero Hans Küng ha svelato le inclinazioni di molti cuori.
Nel profondo rispetto e pietà per la sua morte (per i defunti si prega sempre per chiedere a Dio la sua misericordia), come per la morte di ogni uomo, intendiamo riferirci alle idee che non facciamo fatica a definire eretiche. Sottolineiamo che stiamo parlando del teologo, non dell’uomo, che non giudichiamo.
Proprio rimanendo collegati alle idee eretiche del teologo svizzero, se vi fate un giro tra i profili social di alcuni vaticanisti, docenti di teologia di diverse facoltà italiane e straniere, sacerdoti e vescovi e, addirittura della Pontifica Accademia della Vita, guidata dall’Arcivescovo Vincenzo Paglia, capirete da chi bisogna guardarsi, da chi opera all’interno della Chiesa Cattolica per fare accettare le idee di Küng.
Ricordiamo che il teologo e sacerdote svizzero, cavalcando i turbolenti anni del Concilio Vaticano II e tradendone i documenti, ha assunto le posizioni più arditamente progressiste e antimariane, fino ad arrivare a proporre l’idea massonica di una super religione mondiale.
Il teologo si è battuto per il sacerdozio femminile e per l’ammissibilità dell’eutanasia, è stato un feroce detrattore dell’infallibilità pontificia, ha attaccato pesantemente vescovi e Papi (fu critico acerrimo di San Giovanni Paolo II e poi di Benedetto XVI).
Durante il pontificato di San Paolo VI gli fu revocata la “missio canonica”. In seguito gli fu revocato lo status di teologo cattolico.
Sebastiano Mallia ha scritto correttamente che l’armamentario kunghiano “non è che il riproporre in chiave ecclesiale le mode politiche e culturali del proprio tempo (marxismo in primis, ma anche ecologismo), con un inquietante passaggio dall’ecumenismo di stampo calabraghistico degli anni ’80 al sincretismo spinto di tutte le religioni. Del resto, si augurava – abbastanza grottescamente – che anche l’Islam si ‘evolvesse’ nel senso di un’acquisizione delle tematiche del laicismo”.
Lo stesso Mallia ci ricorda che a contrapporsi a gente come Küng, “vezzeggiata, coccolata, difesa a spada tratta da tutta la macchina del sistema politico mediatico dominante – c’erano fondamentalmente due persone: Giovanni Paolo II e il Card. Joseph Ratzinger. Il che la dice lunga su certa narrativa odierna sul presunto ‘criptomodernismo’ di questi due… Ancora adesso Repubblica lo chiama il ‘teologo ribelle’. Anche ora che le sue tesi, piuttosto tignolate, sono ‘patrimonio’ di tanta Chiesa di oggi. Ma si sa che, dipartito per sempre l’uomo, il mito, il busto di bronzo, va mantenuto vivo…”.
Alberto Castagna giustamente commenta: “Ci lascia un teologo nemico della Chiesa cattolica. I suoi insegnamenti hanno portato sulla strada dell’errore tante persone”.
Adesso Küng è andato al giudizio del “Giusto Giudice”. Purtroppo resta tutto quello che ha detto e ha scritto contro Gesù Cristo, la Beata Vergine Maria e la Chiesa Cattolica.
Chissà che al cospetto di Dio non cambi idea.