Ecco chi è il Beato Notkero, “il Balbuziente”
“I SANTI MANIFESTANO IN DIVERSI MODI LA PRESENZA POTENTE E TRASFORMANTE DEL RISORTO” (BENEDETTO XVI)
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Di Mariella Lentini*
«No-no-no-no-tt-tt-kero!». Un bambino balbetta il suo nome ripetendo le sillabe. È il primo della classe, in tutte le materie, ma a scuola viene preso in giro dai suoi compagni perché incespica sulle parole: quando apre bocca per parlare, tutti gli altri ragazzini ridono. Chiunque al posto di Notkero si sarebbe sentito sminuito, diverso, incompreso, avrebbe cercato di isolarsi provando odio e rancore, magari si sarebbe rifiutato di andare a scuola. Non lui. Infatti “Balbuziente” è il soprannome che egli stesso si sceglie. Questo dimostra quanto sia umile e di indole mite il buon Notkero, di corporatura gracile, ma con una personalità vivacissima, allegro, sereno e gioviale con tutti.
Nasce nell’840 circa a Heligau, Zurigo (Svizzera) da una nobile famiglia. Notkero è un ragazzino intelligentissimo, legge tanti libri ed è coltissimo. Dimostra di essere un genio per la sua capacità di scrivere poesie e comporre musica. Spesso si isola per meditare e pregare il Signore. Infatti, finiti gli studi, Notkero entra nel Convento benedettino di San Gallo (Svizzera) perché si sente chiamato alla vita monacale. Notkero è un bravo monaco, sacerdote scrupoloso e pieno di virtù. Si occupa della biblioteca, viene designato come insegnante e formatore dei confratelli, scrive poesie e libri di storia, tanto da essere denominato per la storia della letteratura “Notkero il poeta”. Diventa anche direttore della scuola letteraria ed artistica del monastero e, grazie a lui, nonostante sia balbuziente e senza alcuni denti, l’Abbazia di San Gallo acquista celebrità e prestigio in tutta Europa.
Il monaco elvetico eccelle soprattutto nella musica. Dirige il coro e compone innovative liriche religiose chiamate “sequenze”, poemi musicali che vengono intonati durante la celebrazione della Messa. Secondo la tradizione, Notkero il Balbuziente compone un inno traendo spunto dal cigolio della ruota di un mulino. Spesso viene raffigurato con in mano il bastone spezzato di San Colombano, mentre colpisce e scaccia il demonio che gli si presenta sottoforma di una cane inferocito. Muore intorno al 912, nel suo convento, a San Gallo, e in questa cittadina svizzera “Notkero il poeta” tuttora riposa.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”