Oggi si gloriano dell’empietà e della ribellione, dimenticandosi delle sofferenze di Cristo
Venerdì Santo
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
Oggi, in segno di lutto la Chiesa non celebra la S. Messa e in un rito apposito fa la commemorazione della Passione e una grande preghiera universale.
Poi si bacia la Croce, mentre il cantore intona il lamento del Redentore: “Popolo mio, che male ti ho fatto? In che ti ho provocato? Dammi risposta”.
Il profeta Isaia nel suo quarto carme del Servo di Jahvè, descrive la passione e morte del Cristo: “Non ha apparenza né bellezza… Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire… Egli è stato trafitto per le nostre colpe… per le sue piaghe siamo stati guariti…Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo” (Is 53).
La lettera agli Ebrei conferma il valore salvifico delle sofferenze del Cristo: “Egli offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio… Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono” (Eb 5,7-9). Ora questa verità è oscurata ai più, che si gloriano dell’empietà e della ribellione.
“Poiché abbiamo un sommo sacerdote grande… Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede… Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia”.
Dal suo petto squarciato uscì sangue e acqua per lavare, purificare e risanare le anime morte per i peccati. Beati coloro che lo guardano con amore.