Giovani sempre più alienati, rinchiusi nelle gabbie telematiche, cosa potranno raccontare?
L’IMPORTANZA DELLA FEDE NEL FUTURO DEI NOSTRI GIOVANI
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Di Gian Piero Bonfanti
Con il passare degli anni sono sempre più frequenti quei momenti durante i quali ci soffermiamo a ricordare il passato, la nostra giovinezza, adolescenza, infanzia.
Ebbene i ricordi che affiorano sono nitidi, impressi nelle nostre menti ed indelebili.
Rammentiamo per lo più momenti belli, luoghi e persone care, affetti.
Quindi spesso nostalgicamente entriamo in uno stato malinconico e con romantica passione ricordiamo quegli attimi, magari anche raccontandoli a chi ci sta accanto.
Ciò che ci domandiamo ora però è cosa racconteranno i nostri figli ed i nostri nipoti ai loro discendenti.
Quali saranno le emozioni che trasmetteranno a loro volta e quali valori ed affetti riusciranno ad esternare a chi sarà loro accanto quando noi non ci saremo più.
Questi sono quesiti che sembra nessuno voglia porsi, ma se consideriamo che la gioventù odierna sta vivendo in uno stato di reclusione forzata dobbiamo dedurre che questo problema e’ di grandissima importanza.
La mancanza di socializzazione, il continuo vivere in reclusione o indossando mascherine, la visione di un vaccino messianico, le difficoltà createsi da questa condizione emergenziale, porteranno i nostri giovani ad avere pesanti ripercussioni nelle loro vite.
A differenza delle nostre esperienze, vissute comunque in contesti a contatto con il prossimo e con esperienze dirette, i giovani oggi vivono in un mondo sempre più alienato, rinchiusi nelle loro gabbie telematiche e privati di attimi indimenticabili da poter raccontare ai loro figli.
Racconteranno delle loro DAD? Delle loro conversazioni tramite social network? Delle mascherine? Dei vaccini? Del panico negli occhi di chi vede nel prossimo un potenziale untore?
Cosa li farà restare saldi ed equilibrati?
Noi crediamo sia importante un ritorno alla visione verticale, seguendo un faro che possa orientare i nostri giovani facendoli vivere nella fede.
Solo in questo modo ci potrà essere continuità nella nostra società, mantenendo l’attenzione alta sulle nostre radici, sulla cultura e vivendo nella fede.
Dal libro del profeta Isaia 40,28-31: “Non lo sai forse? Non l’hai udito? Dio eterno è il Signore, che ha creato i confini della terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile. Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato. Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi”.