Come il Sinedrio anche oggi il mondo rifiuta Cristo e la croce
Il paradiso, dicono, lo dobbiamo avere qui, sulla terra!
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Di Padre Giuseppe Tagliareni
Domenica delle Palme
Gesù entra in Gerusalemme tra gli “Osanna!” dei suoi discepoli. “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il Regno del nostro padre Davide!” (Mc 11,9-10).
Poi caccia i mercanti dal tempio e ai capi d’Israele dice con la parabola dei vignaioli perfidi, che a loro sarà tolta la vigna del Signore. Invece, “la pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo” (Sal 118).
Anziché convertirsi, essi decidono di ucciderlo e lo consegnano a Pilato per farlo crocifiggere. È l’ora delle tenebre. Gesù dà la più grande prova di amore al Padre, “facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce” (Fil 2,8), per salvare l’umanità.
Tutto quanto era stato predetto si compie: il tradimento, l’abbandono, la condanna, la flagellazione, la crocifissione, la morte. “Per le sue piaghe siamo stati guariti” (Is 53,5).
Nella Cena, consacrando il pane e il vino, ci lascia il suo “Memoriale” e annunzia il compimento del Regno alla sua venuta. I suoi apostoli fuggono; solo Giovanni resta con la Madre sotto la croce.
“Sei tu il Cristo?”, chiese il sommo Sacerdote a Gesù davanti al Sinedrio e alla sua risposta affermativa si stracciò le vesti. Non potevano infatti, accettare uno che li criticava e prendeva la frusta.
Egli li accusava di essere ribelli a Dio, guide cieche del popolo loro affidato. Anche oggi tutti rifiutano Cristo e la croce; il paradiso, dicono, lo dobbiamo avere qui, sulla terra!