Continua nelle piazze d’Italia la difesa della scuola in presenza
INTERVENENDO IL 19 MARZO AL CONVEGNO DELLA FIERA “DIDACTA ITALIA” IL SEGRETARIO DEL PD ENRICO LETTA HA SOSTENUTO CHE LA SCUOLA DEL FUTURO DOVRÀ ESSERE «UN MIX TRA DIDATTICA A DISTANZAE PRESENZA». SECONDO LA “RETE NAZIONALE SCUOLA IN PRESENZA”, CHE SI STA MOBILITANDO PER LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO, SI TRATTA DI UNA «POSSIBILITÀ INACCETTABILE PER IL FUTURO DEI GIOVANI», PERCHE’«IMPARARE E CRESCERE SIGNIFICA CONFRONTARSI CON GLI ALTRI, NON CI SONO ALTRE VIE POSSIBILI»
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Di Giuseppe Brienza
Dopo quasi due anni persi, gli studenti italiani hanno ormai bisogno assoluto di tornare a scuola, di tornare a vivere, di tessere di nuovo relazioni reali con i loro compagni di classe ed insegnanti, anche in “zona rossa”. È quanto sostengono le diverse migliaia di genitori, insegnanti e ragazzi riuniti nella “Rete Nazionale Scuola in Presenza”, iniziativa civica sorta spontaneamente in quasi 40 città italiane l’11 marzo scorso. Il filo conduttore di questo coordinamento apartitico è la richiesta dell’immediata riapertura delle scuole di ogni ordine e grado, in applicazione dell’art. 34 della Costituzione italiana, soprattutto nella parte in cui recita: «La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita».
Ad organizzare il “Comitato genitori scuole in presenza” di Trieste c’è, tra gli altri, Arianna Magrini, addetta museale e madre di due figli. L’abbiamo intervistata per illustrare fini e richieste della manifestazione organizzata domani mattina, alle ore 11, a piazza Unità d’Italia, regolarmente autorizzata dalla Questura come le altre già tenute e in programma nell’ambito della Rete Nazionale Scuola in Presenza.
Come e perché è nato il “Comitato Genitori Scuola in Presenza” di Trieste?
Il nostro Comitato Friuli-Venezia Giulia è nato spontaneamente da un gruppo di genitori con figli iscritti alle scuole superiori. I nostri figli non frequentano la scuola da un anno! Ci ha mosso la nostra preoccupazione di genitori: i ragazzi vivono isolati da oltre un anno e in questo lungo periodo non hanno avuto la possibilità di crescere e svilupparsi come normalmente dovrebbe essere, attraverso il confronto con i coetanei e con altri adulti fuori dalle mura domestiche.
Qual è il vostro programma e le azioni cui state pensando per le prossime settimane?
Il nostro obbiettivo è quello di garantire ai nostri figli il diritto costituzionale di ricevere un’istruzione adeguata ed un futuro di benessere. I segnali di malessere psicofisico e di forte disagio dovuto all’isolamento sono allarmanti e preoccupano. Ne stanno parlando da mesi pediatri e psicoterapeuti. È una realtà davanti agli occhi di tutti che non può essere ignorata! Stiamo percorrendo e percorreremo tutte le strade necessarie affinché tutte le scuole italiane siano riaperte subito.
Avete già avuto qualche interlocuzione o partecipazione alle vostre istanze da parte di rappresentanti locali, politici, associativi o istituzionali?
Ci siamo rivolti alle istituzioni della nostra regione, stiamo manifestando da mesi, abbiamo dovuto rifare un secondo ricorso al Tar dopo aver vinto il primo perché il presidente ha ignorato le sentenze del giudice che chiedeva la riapertura delle scuole in quanto i dati epidemiologici non erano sufficientemente a giustificare oltre le scuole chiuse. Ora abbiamo fondato la Rete Nazionale Scuola in Presenza a cui hanno aderito comitati di genitori di tutta Italia. Siamo uniti e più forti e non ci fermiamo finché le scuole non saranno aperte, sempre e per tutti, anche in zona rossa.
Cosa rispondete a chi ritiene “irresponsabile” il partecipare ad una manifestazione “in presenza” in una fase di contagi in aumento come l’attuale?
Rispondiamo che rispettiamo le regole e siamo sempre stati prudenti. Abbiamo sempre manifestato come “concesso” dai Dpcm, vigilando durante gli eventi affinché i partecipanti osservino il distanziamento e l’uso delle mascherine.
Oltre all’esperienza personale di tanti di voi, ci sono dati o motivazioni scientifiche specifiche sulle quali appoggiate la vostra richiesta di una riapertura immediata, in sicurezza, di tutte le scuole di ordine e grado?
I ricorsi al Tar sono stati vinti ovunque con sentenze che chiedevano la riapertura delle scuole in quanto i dati epidemiologici prodotti dai “governatori” delle regioni non erano sufficienti per tenere ancora le scuole chiuse. Ci sono molti studi di scienziati autorevoli quali Sara Gandini [dal 2018 direttrice (Group leader) dell’unità “Molecular and Pharmaco-Epidemiology” presso il dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano (IEO)] dai quali emerge non solo in Italia ma in tutto il mondo che la scuola influisce sempre meno sui contagi. Non è abbastanza per evitare di rovinare una generazione che, così continuando, non avrà futuro?
In un suo recente intervento, il neosegretario del Pd Enrico Letta ha sostenuto che la scuola del futuro dovrà essere secondo lui un “mix” tra didattica a distanza (DaD) e presenza. Cosa ne pensa e perché la Rete Nazionale Scuola in Presenza sostiene che la vera scuola non può che essere in un luogo “fisico” con relazioni reali?
Non accettiamo questa possibilità per il futuro dei giovani. Imparare e crescere significa confrontarsi con gli altri, non ci sono altre vie possibili.